I no pontisti prima in protesta a piazza Municipio si sono trasferiti sul “balcone” dell’aula consiliare da dove hanno seguito gli interventi e manifestato il proprio disappunto. I sindacati chiedono chiarimenti sul fronte delle infrastrutture
«La durata dei lavori dimostra la grande importanza che il consiglio attribuisce all’argomento di cui abbiamo discusso. E’ stata una seduta partecipata in cui tutti hanno avuto modo di esprimere il proprio punto di vista». E’ questa la considerazione finale del presidente del consiglio Pippo Previti a conclusione dei lavori.
Un confronto partecipato, oltre che dagli “addetti ai lavori”, anche dai rappresentanti delle organizzazioni sindacali, presenti al grande completo, Cgil, Cisl, Uil, OrSa e Ugl e dai sostenitori del No al Ponte, che dalla scalinata di Piazza Municipio si sono poi trasferiti sulla “balconata” dell’aula consiliare, dove hanno seguito con attenzione gli interventi che si sono susseguiti, in particolare quello del consigliere Trischitta: «Chi fischia non capisce che senza Ponte non c’è sviluppo». A condizionare l’ “ambiente”, gli umori dei presenti e le relative dichiarazioni, le notizie sul malessere che sta attraversando i piani alti del governo. A esporre le ragioni dei no pontisti dai microfoni dell’aula consiliare, Luigi Sturniolo di Rete No Ponte e il professore Guido Signorino. Sul fronte del No, intervento anche del coordinatore cittadino di Sinistra Ecologia e Libertà Daniele Ialacqua: «Il consiglio comunale tenutosi oggi, infatti, si è sviluppato stancamente in una sala consiliare che si svuotava col passare del tempo, nella quale spiccava la scandalosa assenza del sindaco e dei deputati cittadini ed in cui era difficile capire cosa volesse dire consiglio “aperto” visto che a parlare per la gran parte sono stati i consiglieri comunali ed i rappresentanti istituzionali, mentre gli interventi degli “ospiti” (sindacati e Rete Noponte) venivano relegati alla fine della seduta».
Posizione compatta, pur se con sfumature ormai note rispetto all’utilità del ponte nell’ottica dello sviluppo cittadino, quella delle organizzazioni sindacali: al primo posto, infatti, i rappresentanti del lavoro pongono la necessità di un’infrastrutturazione del territorio che preceda la realizzazione dell’opera. Sul fronte del trasporto ferrato, l’assessore Scoglio ribadisce l’importanza dello studio di fattibilità che Rfi, indipendentemente dal progetto della grande opera, sta effettuando sui 27 binari che attraversano la città, di cui solo 8 funzionati: ciò porterà alla previsione di un progetto che tuttavia, sottolinea il rappresentante di giunta, non può essere inserito all’Accordo di Programma. Così come a rimanere “esclusa” dai punti da inserire nell’APQ, è la questione dell’Officina Grandi Riparazioni: «La vicenda dell’OGR – ribadisce Scoglio – non va discussa con Rfi ma con Trenitalia, con cui sarà necessario sottoscrivere un accordo parallelo».
Anche il circolo “Natoli” di Sinistra Ecologia Libertà, presente nel Consiglio con la sua portavoce Elina Gugliuzzo e con diversi altri componenti, esprime una adeguata soddisfazione, anche se temporanea. «Il sindaco non s’è presentato, Ciucci ha mandato una lettera, i deputati tutti – tranne Genovese – si son dati latitanti. Se la sente Buzzanca di premere il bottone di questa catastrofe? Se la sente, a nome del Consiglio comunale e dell’intera città, di fidarsi di un boiardo di Stato e di un governo che ci ha scippato persino i soldi per Giampilieri? Quando Buzzanca si candidò a sindaco, campeggiava il suo slogan “Adesso tocca a Messina”. Il circolo “Natoli” di Sel ne lancia un altro: “Adesso tocca a Buzzanca”». (EDP)
(FOTO STURIALE)
Gli dei accecano coloro che vogliono perdere.
Il guaio è che questa gente non ipoteca solo il futuro dei giovani Messinesi, ma anche quello di tutti i Siciliani. Auguri a chi resta.