Nebrodi e tirrenica fuori dai fondi Pnrr per il sociale: c'è il ricorso al Tar di 11 comuni, il j'accuse a De Luca: "Siamo stati scippati"
MESSINA – Lo avevano annunciato e lo hanno messo in pratica: c’è il ricorso al Tar sul decreto ministeriale del 22 aprile scorso che finanzia i progetti della Città Metropolitana di Messina relativi al PUI con 132 milioni di euro. Undici comuni hanno detto no, ritenendo di essere stati esclusi ingiustamente dall’elenco dei progetti. Un vero e proprio “scippo”, secondo i primi cittadini, soprattutto del comprensorio nebroideo, imputato alla passata gestione della Città Metropolitana.
Il ricorso è dei comuni di Castell’Umberto, Capri Leone, Terme Vigliatore, Ucria, Alcara Li Fusi, Capo d’Orlando, Galati Mamertino, San Fratello, San Salvatore di Fitalia, Rodì Milici e Naso, che hanno impugnato il decreto del Ministero dell’Interno e del Ministero dell’Economia e Finanze nella parte in cui non include i centri nell’elenco definitivo dei piani urbani integrati finanziabili. A patrocinare i ricorsi sono gli avvocati Ventimiglia, Giardinieri, Riolo, Galbato e Ravì.
I comuni hanno chiesto la sospensione cautelare del decreto nonché, in via subordinata, il risarcimento del danno pari al valore del progetto non ammesso dell’importo di € 740 mila euro ed al valore delle ricadute connesse alla sua realizzazione.
Al centro della contesa c’è la mancata presentazione, da parte della Città Metropolitana allora guidata da Cateno De Luca, del progetto “Rigenerazione e resilienza Comuni”. Palazzo dei Leoni lo ha poi incluso, fuori termine però.
“Dagli atti pubblicati all’albo pretorio della Città Metropolitana, sono inoltre emerse gravi omissioni nella gestione dell’iter da parte della ex provincia che ha taciuto i rilievi ministeriale di eccessiva frammentazione dei progetti nonostante fosse stata di ciò informata da apposite e molteplici interlocuzioni ministeriali. Interlocuzioni che non sono state riferite ai comuni, tanto che con atto interno del febbraio 2022, emesso solo pochi giorni dopo la predisposizione delle linee guida dettate ai comuni dell’ex Provincia – il sindaco Metropolitano chiedeva ai propri dirigenti di definire una modalità alternativa di costituzione dei Piani integrati da utilizzare qualora le concertazioni con i comuni non avessero portato alla definizione del Piano integrato in coerenza con le previsioni normative, giustificando la richiesta sulla scorta delle interlocuzioni avute con il Ministero.”, spiegano i primi cittadini