Pums, tra piste ciclabili e isole pedonali è battaglia in aula: lo scontro tra FdI e Pd

Pums, tra piste ciclabili e isole pedonali è battaglia in aula: lo scontro tra FdI e Pd

Giuseppe Fontana

Pums, tra piste ciclabili e isole pedonali è battaglia in aula: lo scontro tra FdI e Pd

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mercoledì 12 Giugno 2024 - 16:47

Il piano approda in Consiglio comunale, ma la discussione sembra tutt'altro che breve. Tutto rinviato a lunedì 17. Basile e Mondello: "Pianificare è fondamentale"

MESSINA – Il Pums in consiglio comunale, capitolo uno. Si è aperta ufficialmente la discussione sul Piano urbano della mobilità sostenibile, che dopo l’approvazione in commissione è approdato in aula nel pomeriggio di oggi. E la votazione è apparsa da subito lontana, in quella che rischia di essere una delibera da trattare in numerose sedute. In quella odierna, a parlare sono stati il sindaco Federico Basile e il vicesindaco Salvatore Mondello, oltre all’ingegnere Guido Marino di Tps Pro (che ha redatto il piano), e due capigruppo: da una parte Libero Gioveni di Fratelli d’Italia, partito che già aveva promesso battaglia sul tema, e dall’altra Felice Calabrò del Pd.

Basile: “Il Pums documento importante per la città”

Andando con ordine, Basile ha aperto i lavori: “Così come accaduto in commissione, mi premeva essere presente per la presentazione politica di uno strumento di programmazione che in città è mancato e che oggi è invece in discussione. Voglio porre l’attenzione sull’importanza di un documento che come detto crea i presupposti per la programmazione di una città che non è stata mai pensata. La nostra azione vuole creare situazioni strutturali e non sporadiche. Questa mattina è arrivata la sentenza del Tar contro il ricorso di alcuni commercianti. Questo non è uno strumento per mettersi una spilletta politica. Ma è uno strumento di pianificazione. L’invito che io faccio è di vivere questo momento al di là degli steccati politici di appartenenza che probabilmente possono indurre ad azioni non finalizzate al bene della città. Non c’erano strumenti di programmazione e dobbiamo attivarci perché ci siano”.

Mondello: “Ci assumiamo la responsabilità”

Poi Mondello: “Per chi conosce la storia di Messina, e in aula ci sono persone che da tempo ricoprono questo ruolo di consigliere, la pianificazione credo sia stata sempre un elemento di discordia non utilizzabile perché non spendibile in termini di campagna elettorale. Spesso era più facile non decidere ché decidere. La riprova è l’espansione in termini urbanistici incontrollata e non dotata dei dovuti elementi di infrastruttura di base, come la viabilità. L’esempio palese è la zona nord con un incremento edilizio esagerato, così come nella zona sud. Questo è derivato dalla miopia e dalla mancanza di coraggio di assumersi responsabilità in termini pianificatori. In quegli anni pensavo che una città degna di questo nome potesse dotarsi di strumenti per progredire. Invece è stata fatta crescere in maniera disarmonica e casuale. Oggi quegli stessi soggetti si lamentano della giunta De Luca prima e della giunta Basile oggi per la pianificazione, bella o brutta che sia. Noi ci stiamo assumendo queste responsabilità. Spesso non comprendiamo, perché nonostante le rassicurazioni avute da tutti i professionisti, che hanno spiegato a più riprese, è stato fatto terrorismo islamico nelle strade e raccontato altro”.

E ha proseguito: “Oggi il Tar ha sancito quanto dicevamo già dal 2018: oggi ha detto che l’elemento di pianificazione non è un’imposizione, ma una visione di città che poi deve passare inevitabilmente da elementi di progettazione che non necessariamente devono aderire. Evidente che al momento di progettare possano emergere problemi che mi portano a ripensare a quanto pianificato. Ma la visione di città è necessaria, poi la progettualità magari mi dirà che la pista ciclabile è sbagliata. La percezione che sto avendo in questi giorni è che stiamo guardando il punto invece di guardare oltre. La pianificazione ci consente di guardare oltre, come la possibilità di attingere a finanziamenti o di interagire con tutte le altre istituzioni, la Regione o il Ministero. Gli autobus oggi li abbiamo comprati perché abbiamo adottato il piano. Il Pums di oggi è uno strumento flessibile che ogni due anni va rivisto. Nel corso della sua attuazione possono succedere mille cose, ci possono essere stravolgimenti ogni giorno. Basti pensare al Covid per non andare troppo lontano. La norma dice che ogni due anni ci si riunisce per migliorare, aggiustare, integrare”.

Mondello: “Divisioni basate sul nulla”

“Le divisioni che vedo – ha poi concluso – sono basate sul nulla. Io pregherei Dio che potessimo attuare il 10% di quel piano. Qui si dà per scontato che si faccia il 100% di quel piano, che invece va attuato per step. E voglio ricordare che duriamo in carica, forse, altri tre anni. In questi tre anni di quel piano si farà l’1 o il 2%. Ancora sento dire che facciamo le piste ciclabili nelle montagne: ma di che parliamo? Abbiamo detto che sono promiscue, che non ci sono cordoli, che servono a dire solo ‘attenzione, qui passano pure le biciclette’. Il Pums è migliorabile? Sì, senza ombra di dubbio. Possiamo portare avanti una strategia più o meno impattante? Sì. Ma non trinceriamoci dietro posizioni ideologiche o di partito. Se sono cose tecniche permettetemi di dire che abbiamo letto strumenti diversi. Frenare oggi significa guardare indietro e non avanti”.

Giovenni: “No al prolungamento dell’isola del viale S. Martino”

A difendere il Pums è stato poi l’ingegnere Marino, prima dello spazio per le domande. Il primo è stato il capogruppo di Fratelli d’Italia Libero Gioveni: “Per me il Pums ha un altro acronimo, è piano per una Messina sequestrata. Il Pums esprime una visione della città e non consento che venga rinnegato come fosse uno strumento in senso stretto del termine. Ci sono direttive che prevedono l’adozione, ma ci potete concedere di pensarla diversamente per com’è stato impostato o realizzato? Sento dire sempre che dura dieci anni ma tra due anni lo possiamo cambiare, quindi non potevamo partire da una condivisione iniziale? Sul Pgtu abbiamo chiesto una seduta in più per chiarimenti ma avevate i numeri e l’avete votato subito, senza condivisione. Per il Pums è la stessa cosa, magari avrete anche i numeri ma non siamo assolutamente d’accordo. Si è parlato dell’isola pedonale del Viale San Martino, dico ai commercianti che il gruppo di Fratelli d’Italia è d’accordo con quell’isola. Non cerchiamo voti. Siamo d’accordo concettualmente sull’isola attuale fino a via Santa Cecilia. Il prolungamento no, lo contestiamo per tante ragioni. C’è stata una raccolta di 600 firme. Quando blocchiamo dal Duomo a Villa Dante tutto l’asse longitudinale dov’è lo sfogo per le auto? Lasciamo l’isola attuale, poi si può correggere se è il caso anche tra due anni. Non si possono gettare basi in maniera così vasta per poi tornare indietro”. Poi ha sottolineato che “Messina non è Copenaghen” e fatto riferimento a altri elementi del Pums da criticare, come le piazzette di prossimità o la pedonalizzazione, poi rimossa, del viale San Martino basso inserita in passato nel Pgtu, il piano generale del traffico urbano.

Infine Gioveni ha concluso: “Non mi faccio più fregare. Mi sono convinto del fatto che se i soldi che arrivano dall’Europa o dal governo danneggiano invece che migliorare una situazione se li possono tranquillamente prendere. Aggiungo un aspetto politico: io ritengo che questo, oltre ai bilanci che sono gli atti politici più importanti che approva un consiglio Comunale, sia forse la delibera più importante di tutti questi anni così come lo sarà il Prg se arrivasse in aula. Non è un atto dovuto, non è il gemellaggio con Palmi o le agevolazioni per la Tari. Questo è uno strumento fondamentale per la vita dei cittadini di tutti i giorni. Sia chiaro che chi voterà e come sarà votato questo nuovo piano suggellerà una nuova maggioranza”.

Calabrò: “Sul Pums idee diverse”

Felice Calabrò, capogruppo del Pd, ha poi dichiarato: “La torta con la banana non ci sta, devo capire se sono un pasticcere o un fruttivendolo. Se il collega intende che sul Pums si formerà una nuova maggioranza glielo lascio dire ma è una sua convinzione. Rispetto al piano abbiamo idee diverse e il presupposto è che certo non devo difendere io l’amministrazione con una delibera. Nel lontano 2018 eravamo nello stesso partito con alcuni amici ma paradossalmente eravamo in partiti diversi, perché io, la collega Russo e il collega Gennaro eravamo quelli del no, mentre altri colleghi erano più colloquianti. L’esempio serve a far capire che pantalone e giacca possono essere utilizzati a seconda dei casi: la stringiamo, la allarghiamo, a seconda di cosa serve. Ci fu una delibera fondamentale, quella sulla liquidazione di Atm. Importantissima. Lì ci volevano 23 voti, senza me e la collega Russo quella delibera non sarebbe passata. Ma certo non possiamo dire che io e lei eravamo pro De Luca. Nel 2013, per chi non lo sapesse, sono stato candidato sindaco e nel mio programma c’era quella stessa liquidazione. La mia coscienza mi ha detto di votare sì a quella delibera cinque anni dopo. Senza quella liquidazione non avremmo tutto ciò che oggi di positivo si attribuisce alla nuova Atm”.

E ha aggiunto: “Sul Pums vale lo stesso: noi ragioniamo e ci comportiamo secondo coscienza. L’assessore ha detto una cosa, cioè che a Messina si ragiona sul se non lo faccio io non lo fai neanche tu. De Luca si è assunto la responsabilità di scegliere, azzeccando o sbagliando. Solo chi non fa non sbaglia, ma per non fare ci siamo trovati la città che oggi tutti noi vogliamo cambiare e migliorare. Potrei dire che noi 20 mesi siamo stati al governo, nel 2005. Tutto il resto è stato centrodestra, oltre a cinque anni di oblio. Allora parto da questo: noi siamo qui e abbiamo un ruolo, voi siete lì e avete un ruolo, e quello che lei dice io lo appoggio, perché chi amministra deve scegliere e deve farlo per l’interesse collettivo. Se nell’ambito della tutela dell’interesse collettivo c’è equilibrio anche per quello particolare ben venga, se no prevale sempre il collettivo. Così va visto e ragionato il Pums. Sicuramente è migliorabile, ma lei stesso, consigliere, si contraddice quando parla del viale San Martino basso e dice che l’avevamo detto che non era fattibile e l’hanno tolta. Il tema è proprio questo: se non avessero deciso a chi aspettiamo, che qualcuno decida per noi? Non possiamo piacere a tutti, quel tempo è finito. Quando bisogna scegliere ci sarà sempre qualcuno scontento. I cittadini devono essere cittadini sempre, non sta in piedi il ragionamento del ritardiamo, perché sono due anni che si fanno incontri con le associazioni di categoria e non ci sarà mai un Pums ideale. Serve un Pums che sia uno strumento che ci porti a finanziamenti e che può essere stravolto”.

Il nuovo capitolo lunedì 17 maggio

Prima della chiusura dei lavori, con il Consiglio aggiornato per dare tempo ai consiglieri di valutare e presentare eventuali emendamenti, l’assessore Mondello ha ribadito la difesa del Pums: “Non stravolgerà niente. Invece dico che ci stiamo civilizzando semplicemente dicendo che passano anche le biciclette, stiamo solo guardando a una cosa che c’è, non parlando di sezioni ridotte o cose simili”. Il presidente del Consiglio comunale Nello Pergolizzi ha quindi sospeso i lavori e aggiornato il tutto a lunedì 17 maggio alle 13.30.

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4 commenti

  1. Riepilogando:
    ScN, prepotente e sordo.( Il loro capo è a tutela dei piccoli imprenditori, Fe na pi, ma qui a Messina non li ascolta, anzi li maltratta)
    Voto: educandi intransigenti.
    PD, responsabile della crisi economica, civile, e del pericolo dei soccorsi. (Non sostiene la giunta, ma la sostiene).
    Voto: irresponsabili ed per il loro mulino.
    FdI, sempre in ascolto sui problemi di commercio, anziani, società civile, soccorsi e sicurezza.
    Voto: attenti, ragionevoli, stoici(una battaglia dovuta, la città è in crisi).
    Mi fermerei qui…

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  2. Gioveni comincia a piacermi … ha detto delle cose sensate … io voglio soltanto aggiungere che i piani di viabilità sono contenuti all’interno di una legge dello stato conosciuta come codice della strada … i Comuni sono obbligati ad adottare questi piani, comunque li vogliate chiamare e aggiornarli ogni due anni … ora succede che i piani sono concepiti in gran parte da tecnici i quali spiegano le loro scelte ai politici … ed immaginate la fatica … è successo così dovunque e sono stati bocconi amari dappertutto … non fatevi illusioni … vi tocca votarli …

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  3. Politica? opposizione? ma quando mai!!!!! è la solita solfa del non fare: no a questo… no a quello….. e siamo rimasti con il freno a mano tirato per decenni!

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  4. via piste ciclabili inutili , non usate da nessuno , spreco di carreggiata ,
    basta limitazioni continue.

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