Il segretario generale della Cgil chiede alla società di navigazione di ritirare la proposta avanzata e trovare delle soluzioni più ragionevoli: "lo Stretto sia un'opportunità e non un giacimento da portare a esaurimento"
E’ ancora scontro tra Caronte & Tourist e lavoratori. Dopo lo sciopero di giorno 9 ottobre, il terzo nel giro di venti giorni, e dopo il botta e risposta tra i sindacati e la compagnia, non intenzionati a fare passi indietro sulle loro posizioni, oggi interviene sulla questione Lillo Oceano, segretario generale della Cgil di Messina.
“Tra Messina e la Caronte&Tourist c’è innegabilmente un rapporto che ha consentito all’azienda di crescere, di avere ruolo dominante e di estendere la propria azione – ha affermato il dirigente sindacale -. Un rapporto che non può funzionare solo in tempi di vacche grasse e in un’unica direzione, ma come è bene che accada per le aziende che tanto hanno ricevuto da un territorio – prosegue Oceano – occorre anche rifarsi a un’etica diversa che fa riferimento a quel concetto di responsabilità sociale d’impresa che prevede che un’azienda tenga in eguale considerazione dividendi degli azionisti e rapporto con il territorio, i lavoratori, i cittadini. Questo è il momento per la Caronte Tourist di dimostrare la bidirezionalità di quel rapporto”.
La questione si conduce sempre sullo stesso sottile filo. “Per garantire un’alta competitività e una veloce risposta alle esigenze aziendali che si traducono poi in profitti, la Caronte ha contrattato con i lavoratori una flessibilità necessaria a quelle esigenze e i lavoratori, affiancati dai sindacati, hanno chiesto in cambio più tutele e salari – ha continuato il segretario Cgil -. Usare oggi la crisi come strumento per rimettere in discussione quella parte degli accordi che rispondeva alle richieste dei lavoratori è ingiusto. E lo è anche perché ogni volta che si tagliano salari e occupazione, gli effetti di quei tagli colpiscono l’intera economia di quel territorio e di quella comunità”.
“Caronte e Tourist gode di un sistema di mercato bloccato che se da un lato gli consente privilegi – dice Oceano – dall’altro la impegna a garantire un efficiente sistema di collegamenti e quindi un alto livello di accordi e contrattazione dato che non può permettersi come un improvvisato armatore marittimo qualsiasi di organizzare un servizio raffazzonato”.
“Per tutti questi motivi – conclude Oceano- chiediamo a Caronte Tourist di ritirare la proposta presentata, avanzare altre e più ragionevoli soluzioni, e condividere e rivendicare con il sindacato la richiesta di un grande accordo d’area finalizzato a ristabilire regole certe piuttosto che acconciarsi alla logica perseguita da alcune imprese di ridurre diritti, tutele, sicurezze, qualità del servizio per inseguire profitti estremi e di breve durata. Affinché lo Stretto sia un’opportunità e non un giacimento da portare a esaurimento”.
Adesso i managers della caronte stanno studiando manovre correttive per aumentare il cash flow e ridurre. Allo studio l’aumento del prezzo dell’arancino al sugo
sig.oceano non era meglio la concorrenza ?
giusto il discorso,ma quando i ricavi diminuiscono e non si possono mantenere gli impegni presi ,che fà paga la CGIL oppure fallisce nl’Azienda e manda a casa tutti.Mi pare più ragionevole dare da mangiare a tutti anche con qualche sacrificio per “tutti”