Il presidente dell’Ars e il soprintendente ai Beni Culturali si sono recati nelle strutture di Galati Sant’Anna, Giampilieri e Mili. Attenzione anche ad una chiesetta di Santa Margherita che versa in condizioni precarie ed a rischio crollo
“Santa Maria della Strada” è una comunità che gestisce diverse strutture volte all’accoglienza ed al recupero di persone disagiate o entrate nel circuito penale che, inserite all’interno di idonei progetti di recupero ed in attività culturali ad ampio raggio, possono trovare un punto di riferimento familiare ed importante per un auspicabile reinserimento positivo e motivato all’interno della società.
Il presidente dell’associazione, don Franco Pati, ha guidato nelle case di Galati Sant’Anna, Giampilieri e Mili il presidente dell’Assemblea Regionale Siciliana, Giovanni Ardizzone e il soprintendente ai Beni Culturali di Messina, Rocco Scimone. Attenzione anche alle condizioni precarie in cui versa la chiesetta Porto Salvo di Santa Margherita (vedi correlato), di recente affidata proprio alla comunità. L’obiettivo è quello di riconsegnarla fruibile alla collettività, facendola diventare inoltre un piccolo centro di spiritualità per la comunità di S. Maria della Strada.
Gli ospiti delle case di accoglienza, che erano impegnati nelle loro attività giornaliere, non hanno tralasciato tutto il calore dell’accoglienza per gli ospiti, offrendo dolci e caffè. Don Franco Pati ha mostrato chiaramente tutte le difficoltà gestionali e le criticità concrete di questa realtà complessa e multiforme, ricevendo da parte delle istituzioni un ascolto attento e motivato. È stata un’occasione importante per visionare e toccare con mano la rilevanza sociale e di riscatto, in ambito territoriale e regionale, delle diverse strutture gestite da “Santa Maria della Strada”.
Padre Francesco Pati è una persona eccezionale. È grazie a lui che tutto questo è possibile. Da decenni fa del bene. Questo è il vero amore cristiano.
invece per i cittadini che non sbagliano cosa c’è??
Franco Pati, elimina quell’odiosa omelia che tutti gli indigenti devono subire, prima di poter accedere ad un piatto la sera in stazione. Non abbiamo nessun dovere o necessità di ascoltare il verbo dopo una giornata faticosa. Grazie