Risanamento tra presente e futuro. I lavori in corso, quelli fermi e l’acquisto di alloggi

Risanamento tra presente e futuro. I lavori in corso, quelli fermi e l’acquisto di alloggi

Marco Ipsale

Risanamento tra presente e futuro. I lavori in corso, quelli fermi e l’acquisto di alloggi

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venerdì 03 Giugno 2016 - 05:53

96 alloggi in fase di realizzazione a Camaro e all’Annunziata. Bloccati i lavori per i parchi di Giostra e Camaro, impasse anche su Fondo Fucile, dove si è scelto di acquistare alloggi. Si andrà avanti per altri 25 alloggi sul lato monte di via Taormina e 50 a Santo Bordonaro. Il “caso” Fondo De Pasquale e gli altri progetti in stand by

LAVORI IN CORSO – 96 ALLOGGI

Annunziata Matteotti e Camaro Sottomontagna. Sono gli unici due cantieri attivi in città per la costruzione di nuovi alloggi popolari ed entrambi, come da tradizione, hanno subìto uno stop, ma da qualche tempo sono ripartiti. Per tutt’e due le opere il responsabile unico del procedimento è l’ing. Antonio Danzè, dell’Iacp: “All’Annunziata, 50 alloggi, i lavori proseguono, anche se un po’ a rilento, siamo giunti ad una percentuale di realizzazione di circa il 50 % – spiega -. A Camaro, 46 alloggi, la Eko Costruzioni è stata ammessa alla procedura di concordato preventivo e con decreto del Tribunale Fallimentare è stata autorizzata a cedere il ramo d’azienda alla Vima Costruzioni, per completare i lavori, che sono ripresi, qui siamo intorno al 60 %. Se ci sarà regolarità nell’esecuzione, all’Annunziata i lavori potrebbero terminare nell’arco di due anni, a Camaro in un anno e mezzo”.

Concludere i 50 alloggi al Matteotti consentirà di chiudere il primo dei sette ambiti, che comprende anche le zone dell’Annunziata Alta, di San Licandro e delle Case Basse di Paradiso dove, una volta assegnate le nuove case, si dovrà procedere con le demolizioni. Negli anni scorsi, erano stati realizzati ed oggi sono abitati, sempre al Matteotti, prima 27 alloggi (le cosiddette case albergo) e poi altri 37, oltre al centro polifunzionale sede del commissariato di polizia.

Nella zona di Tremonti Casa Nostra, infine, dopo 22 anni di attesa, nello scorso mese di ottobre sono state demolite le sette palazzine pericolanti ed è in corso la realizzazione di un parco urbano. Fine prevista tra un anno e mezzo.

LAVORI BLOCCATI – PARCHI di CAMARO e GIOSTRA

Dai lavori in corso a quelli iniziati e bloccati. Si tratta di due parchi, in zone importantissime da risanare. Partiamo da Camaro Sant’Antonio, dove è stato realizzato anche un anfiteatro da 500 posti ma i lavori sono stati interrotti nel 2014 quand’erano vicini alla conclusione. Il 10 aprile 2015 la risoluzione del contratto con la Mecoin, per inadempienze, con l’apertura di un contenzioso. Bisogna fare una nuova gara d’appalto ma, più di un anno dopo, l’obiettivo non è ancora stato raggiunto. “E’ stato nominato il tecnico per fare un collaudo statico sulla struttura ultimata – afferma il dirigente del settore tecnico dell’Iacp, l’ing. Achille D’Arrigo – e stiamo lavorando alla variante di completamento. Subito dopo si potrà fare una nuova gara ma non posso fornire dei tempi, neanche indicativi”.

Il fermo dura da ancor più tempo a Giostra, per il parco della Magnolia, nell’area ex Volàno. “L’impresa Sidoti aveva molto rallentato le lavorazioni al punto che era stata avviata la risoluzione del contratto. Poi, invece – prosegue D’Arrigo -, siamo riusciti a riprendere le fila del cantiere ma è comunque stato chiesto un parere legale, che dovrebbe arrivare a breve, per valutare la giusta strada da seguire. Nel frattempo, la Soprintendenza ha chiesto una variante ma è un aspetto da chiarire in un secondo momento. Se si raggiunge l'accordo con l'impresa, i lavori possono riprendere a cominciare dalle parti non interessate dalla variante”.

LA SCELTA del COMUNE di ACQUISTARE ALLOGGI E NON di COSTRUIRLI

La giunta Accorinti ha scelto di seguire un’altra strada rispetto al passato: non si costruiscono più nuovi alloggi ma si acquistano sul mercato. Primo progetto per lo sbaraccamento di Fondo Fucile ma, dalla Regione, nell’ambito della legge 10/1990, sono arrivati solo 5 milioni, utili all’acquisto di 39 alloggi a fronte di 95 baracche da demolire. Neppure questo progetto è andato in porto perché, nella graduatoria, sono stati inseriti alloggi ai quali mancava il requisito dell’abitabilità. “Si è perso più di un anno – ricorda l’assessore al Risanamento, Sebastiano Pino -. Purtroppo il bando è stato fatto male, per il futuro dovremo mettere su un ufficio apposito per evitare altri intoppi simili. Ora, comunque, la questione Fondo Fucile si è sbloccata perché la commissione regionale ha completato il suo compito, dobbiamo prendere atto delle conclusioni e fare una nuova determina, escludendo chi non aveva i requisiti e scorrendo la graduatoria”. Sì, ma quando? – è la solita domanda -. “Non conosco i tempi tecnici per l’approvazione della determina – risponde l’assessore –“.

I DUE PROGETTI PER I QUALI SI E’ SCELTO DI ANDARE AVANTI e il “CASO” FONDO DE PASQUALE

In realtà qualche altro alloggio si costruirà perché ci sono dei piani già approvati e finanziati e si sarebbe corso il rischio di perdere tutto. Due, in particolare, i progetti per i quali si è scelto di andare avanti: 25 alloggi sul lato monte di via Taormina e 50 a Santo Bordonaro. “All’inizio gli alloggi a Santo Bordonaro dovevano essere 115 – riprende l’ing. D’Arrigo –, 65 in una zona e 50 in un'altra ma il Genio Civile ha rilevato che la zona dei 65 era in dissesto, sono state fatte ulteriori indagini e si è vista una faglia che interessa anche parte del sito degli altri 50 alloggi. Però lì l’area è più grande e si riesce a realizzarli ugualmente, spostando due delle quattro palazzine. Abbiamo più volte sollecitato il Comune per fare una variante ma non abbiamo ancora ottenuto risposta e bisognerà fare in fretta perché il contratto con l’impresa è già stato firmato. Anche i 25 alloggi sul lato monte di via Taormina sono importanti, il progetto è già esecutivo, perché si completa il risanamento di quell’area e si migliora anche la viabilità di collegamento tra via Taormina e il Policlinico, con la realizzazione di una rotatoria”.

L’assessore Pino conferma che si è scelto di andare avanti per questi due progetti “perché sono già pronti. Per via Taormina bisogna fare solo l’aggiornamento dei prezzi mentre per Santo Bordonaro dovremmo pagare una penale all’impresa aggiudicataria. La variante è di competenza del Dipartimento Urbanistica, verificherò a che punto siamo”.

Il disaccordo tra Iacp e Comune riguarda Fondo De Pasquale, lì dov’era prevista la costruzione di 60 alloggi. “Il progetto è pronto – afferma l’ing. D’Arrigo -, aggiornato per due volte, con un finanziamento già emesso per il quale manca solo l’aggiornamento prezzi. Sono state pagate spese di espropriazione, oltre 1 milione, indagini geologiche e geognostiche, soldi che si rischia siano sprecati. Venti giorni fa ho scritto di nuovo al Comune per sapere cosa intende fare e non ho ancora ricevuto risposta”.

Il decreto di finanziamento regionale, da 8 milioni 755mila euro, risale al 2007. Se il Comune non ha dato una risposta ufficiale all’Iacp, l’assessore Pino aveva già svelato le intenzioni alla stampa e ora ribadisce: “I 60 alloggi di Fondo De Pasquale facevano parte di un vecchio cronoprogramma – dice -, il fatto che sia finanziato non vuol dire che le somme siano state accreditate perché fanno parte di quei 42 milioni residui della legge 10/1990 che di fatto non ci sono. In quell’area contiamo di realizzare un parco e di usare quel finanziamento, quando arriverà, per l’acquisto di alloggi”.

Il botta e risposta a distanza con l’ing. D’Arrigo prosegue. “L’idea di acquistare alloggi invece di costruirli può anche avere una buona logica per i progetti ex novo. Già per i progetti in itinere lascia perplessi, visto che sono stati realizzati a pagamento, mica gratis, ma comunque si può pure accettare. Se, a fronte dei 9 milioni non spesi per fare 60 alloggi a fondo De Pasquale, la Regione desse gli stessi 9 milioni per acquistare alloggi sul mercato potrebbe anche andare bene. Ma non è così, la Regione è ben felice di assecondare le richieste del Comune, perché risparmia, e Messina perde fondi”.

GLI ALTRI PROGETTI IN STAND BY

Erano stati aggiudicati i lavori per la realizzazione di 44 alloggi a Santa Lucia. “L’impresa aveva fatto solo la recinzione del cantiere e il livellamento del terreno – spiega ancora D’Arrigo -, poi si era fermata. I lavori erano stati aggiudicati con un ribasso d’asta troppo alto, oltre il 40 %, per ripartire si dovrebbe fare una variante ma, visto che il Comune non intende più costruire, non spendiamo altri soldi”. Discorso simile per 40 alloggi a Minissale, “che erano stati aggiudicati alla Demoter, che aveva perso i requisiti per vicende giudiziarie, e si stava valutando lo scorrimento della graduatoria. Ma anche in questo caso non spendiamo soldi per aggiornare il progetto se poi si sceglie di non realizzare gli alloggi”.

Ancora era prevista la realizzazione di 100 alloggi a Bisconte e di un parco. “I 100 alloggi non sono mai stati inseriti in un cronoprogramma, mentre per il parco è stata decretata una parte di finanziamento – dice il dirigente -. La legge 10/1990 prevede che l’amministrazione comunale presenti un cronoprogramma per ottenere i finanziamenti ma l’ultimo è quello del 2010/2012 con l’assessore Pippo Rao”. C’è poi il caso di una palazzina a Camaro San Luigi, ex caserma dei carabinieri trasferita nel 2012 all’interno del complesso dell’ospedale militare di viale Europa. “Siamo in fase di stand by perché bisogna stabilire la destinazione d’uso. Per renderli utilizzabili come alloggi bisogna fare interventi di adeguamento e ristrutturazione. Non sappiamo se il Comune vuole assegnarli, nel frattempo alcune parti sono state occupate abusivamente”.

Ma per Santa Lucia, Minissale e il parco di Bisconte c’erano o ci sono soldi? “C’era un decreto di finanziamento d’impegno – conclude D’Arrigo -, poi i soldi arrivano ad avanzamento lavori. Ci sono i 42 milioni residui della legge 10 ma quelli per Minissale e Santa Lucia è come se si fossero persi, perché erano oltre. Nelle alchimie dei bilanci regionali, tra perenzioni e capitoli annullati, i decreti di finanziamento vengono gestiti in modo tale da ‘spostare’ gli impegni lì dove ci sono opere pronte a partire”.

(Marco Ipsale)

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