Nel corso della conferenza di presentazione della sua ultima opera, il Professor Don Vincenzo Majuri affronta il tema dell’amicizia nella società di oggi, caratterizzata da contatti virtuali e precarietà
Nell’epoca dei social network, dove i vari livelli di profondità dei rapporti umani sono annullati dalla richiesta d’amicizia, diventa difficile capire appieno il significato della parola amico. L’accezione del termine è stata ampliata fino ad inglobare anche le più superficiali delle conoscenze, svilendone in tal modo forma e contenuto. Quindi, come definire un rapporto d’amicizia?
Questo il tema affrontato dal Prof. Don Vincenzo Majuri nella sua ultima opera L’amicizia, è ancora possibile oggi?, presentata ieri pomeriggio nei locali dell’Istituto Ignatianum. “Due sono le principali motivazioni che mi hanno spinto verso un’indagine profonda sul significato dell’amicizia”, racconta l’autore nel corso dell’incontro. “La prima è di natura accademica, dato che il tema mi accompagna sin dalla stesura della mia tesi in filosofia teoretica; la seconda è di ordine esistenziale” e pone l’amicizia al centro di una valutazione sul rapporto tra gli uomini, tra l’uomo e se stesso, in ultima analisi, sulla proiezione dell’amicizia sull’uomo. In fondo, l’essere umano è inevitabilmente obbligato a fare i conti con l’amicizia, come sentimento, come sensazione, come desiderio. Una parola che riesce ad evocare diverse emozioni, sofferenze e gioie. Ed è la sua poliedricità che la rende sfuggente. “Definire il concetto di amicizia non è facile, anche perché si correrebbe il rischio di imprigionarlo. Ci sono però diversi tipi di amicizia, uno di questi è l’amicizia vera, caratterizzata dalla gratuità, dalla reciprocità, dalla stabilità e dalla capacità di promuovere la crescita individuale”.
Nella società che Bauman definisce liquida a causa della sua precarietà, l’amicizia è più che mai avvertita come un bisogno. “Oggi, nella società dei contatti ma non dei legami, l’amicizia può ed è, certamente, una ricetta contro la provvisorietà dell’esistenza umana”.
“L’amicizia”, scrive il Professor Majuri nel suo libro, “così difficile a definirsi, forse all’insegna della gratuità e della donazione di se stessi, non è poi così difficile da vivere e magari, anche a proposito dell’amicizia, dovremmo ricordare più spesso un celebre aforisma di Henry Louis Bergson: pensa da uomo d’azione e agisci da uomo di pensiero”. Alla conferenza sono intervenuti il Prof. Don Luigi La Rosa, il Prof. Santi Calderone e il Prof. Mons. Eugenio Foti.