Tremestieri, Falce, Fiera e Zes. Le strategie dell'Autorità Portuale

Tremestieri, Falce, Fiera e Zes. Le strategie dell’Autorità Portuale

Marco Ipsale

Tremestieri, Falce, Fiera e Zes. Le strategie dell’Autorità Portuale

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mercoledì 10 Ottobre 2018 - 04:23

Il segretario Ettore Gentile fa il quadro della situazione dopo l'incontro con l'amministrazione comunale

Quel lungomare che manca alla città, oggi suddiviso in piccoli pezzi, alcuni dei quali abbandonati. Dal porto storico all'Annunziata, in futuro, almeno nei piani, finalmente Messina avrà un vero affaccio sullo Stretto in centro città. Un Comune con 55 chilometri di costa, un patrimonio troppo spesso a vantaggio di pochi, senza una fruizione pubblica che possa generare anche economia e turismo.

Nel piano regolatore portuale è disegnata una nuova Messina. Tutto parte, anzitutto, dal grande porto di Tremestieri perché, una volta realizzato, non ci sarà più traffico navale alla rada San Francesco, che sarà restituita alla città.

Se n'è parlato ieri al Comune, nel corso di un incontro al quale hanno preso parte il sindaco Cateno De Luca, il suo vice Salvatore Mondello, l'assessore alle politiche del mare, Dafne Musolino, il commissario dell'Autorità Portuale, Nino De Simone, ed il segretario generale dell'Autorità Portuale, Ettore Gentile.

PORTO DI TREMESTIERI

Ci hanno assicurato che la Regione ha firmato l'autorizzazione al dragaggio per il porto di Tremestieri – racconta Gentile -. A breve si potrà fare la consegna definitiva all'impresa che, nel frattempo, ha concluso la bonifica bellica”.

Da quel momento, forse già la prossima settimana, scatteranno gli 840 giorni, poco meno di due anni e quattro mesi, previsti da contratto, compresi collaudi, prove di navigazione e messa in esercizio. In pratica, il nuovo porto potrebbe essere pronto nei primi mesi del 2021.

RADA SAN FRANCESCO e LUNGOMARE

Quella potrebbe essere la data di svolta per Messina. Anzitutto perché non ci dovrà essere più neppure l'ombra di un tir in centro, poi perché si potrà ridisegnare la zona centro-nord della città. “La rada San Francesco verrà liberata e non sarà più come oggi – conferma Gentile -. Il Comitato portuale ha espresso questa volontà, che poi è quanto prevede il Piano regolatore portuale. In quell'area immaginiamo la fruizione pubblica con attività ricreative, investimenti in porticcioli turistici e recupero del waterfront”.

PIANO REGOLATORE PORTUALE

Ma che fine ha fatto il piano regolatore portuale, da anni tra le maglie della burocrazia regionale? “La Marina Militare aveva presentato alcune riserve, poi superate da una visitazione delle tavole – spiega ancora il segretario dell'Authority -. Siamo certi che entro un mese la commissione ambientale regionale darà il via libera, poi mancherà solo la firma del presidente della Regione. Contiamo di avere l'approvazione definitiva entro fine anno”.

ZONA FALCATA – PATTO PER LA FALCE

Al piano regolatore portuale è legata un'altra area di fondamentale importanza per la città: la zona falcata. Il “Patto per la falce” risale a gennaio 2016, quasi tre anni fa. I tempi sono stati del tutto disattesi ma l'iter è comunque proseguito, pur se molto a rilento. “Stiamo facendo un piano di caratterizzazione delle aree – prosegue Gentile -. L'approvazione del piano regolatore portuale ci consentirà di fare l'investimento più importante, una consistente bonifica delle parti inquinate. Poi si potrà operare per il futuro della zona falcata, senza dimenticare che nel piano sono previste cubature ridotte rispetto alla versione iniziale”.

QUARTIERE FIERISTICO

Messina è piena di “tesori” non sfruttati a dovere. Come il quartiere fieristico, dove sono in corso lavori di ristrutturazione ma bisogna dare uno sguardo anche al futuro. L'idea dell'Autorità Portuale è sempre la stessa: un bando internazionale pluriennale per la gestione. Il primo è andato deserto a giugno del 2016, “ma riteniamo che ora possa essere diverso – è fiducioso il numero due dell'Authority – anzitutto perché proponiamo una gestione fino a cinquant'anni, con contenuti di tipo ampio. E' necessario un tempo così lungo per consentire il rientro da un investimento importante. Chi ha interesse presenterà un proprio progetto di sviluppo che verrà valutato da una commissione”.

Ma non è un rischio dare l'area per così tanto tempo? “No – risponde Gentile –, perché c'è sempre la mano pubblica, noi restiamo i titolari. Se non si rispettano le condizioni, la concessione decade. Il rischio, invece, è quello di avere paura e lasciare l'area senza niente. Il bando sarà pubblicato entro fine novembre o, al massimo, entro fine anno”.

LA NUOVA AUTORITA' PORTUALE E LE ZES

Da tutto questo si capisce l'importanza di aver ottenuto un'Autorità di sistema portuale autonoma. A dire il vero ancora è solo un annuncio, “ma nel frattempo possiamo operare lo stesso, l'unico contraccolpo riguarda le Zes, le Zone economiche speciali, che producono nuova occupazione – conclude il segretario -. Siamo inseriti in quella della Sicilia orientale solo per volontà del presidente Musumeci ma occorrono interventi sulle leggi. Quella sui porti, anzitutto, che è facilmente superabile, anche dopo l'annuncio del ministro, perché Messina ha la specificità dello Stretto, così come per Civitavecchia è stata valutata la specificità della capitale. Ma, sulle Zes, il porto romano ha ottenuto un privilegio paritario per i finanziamenti rispetto ai porti core, noi ancora no. Bisognerebbe studiare un'eccezione per la Sicilia, in quanto regione a statuto speciale”.

(Marco Ipsale)

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