Nel 1990 Messina scopriva che il suo ex bomber era una stella. Oggi questi mondiali non hanno nessun appeal
QATAR – Come sono lontane le notti magiche del 1990 con Totò Schillaci capocanniere e Roberto Baggio altra rivelazione di un mondiale sfiorato. Un pezzo della storia del Messina calcio trovava in Schillaci, il suo ex centravanti, una celebrazione inaspettata. Ma sono lontani anche i mondiali del 2006, con l’Italia campione del mondo, prima che la nazionale italiana cominciasse a inanellare delusioni e addirittura mancate qualificazioni. In generale, il mondiale in Qatar non convince. Per la prima volta l’evento si tiene in inverno, ma l’entusiasmo iniziale, o quanto meno la percezione avuta al momento dell’assegnazione, è presto svanito sotto il peso di diverse tematiche.
I diritti civili calpestati e le star del calcio infortunate
Sì, pesa il fatto che per la seconda volta consecutiva l’Italia non partecipa alla rassegna vinta nel 2006, ma non è soltanto questo. Il Qatar 2022 è diventato simbolo di diritti civili calpestati, soprattutto in chiave LGBTQ+, con l’omosessualità e qualsiasi gesto ad essa collegato (perfino tenersi per mano) considerati un reato. Nel corso degli ultimi mesi, diversi attivisti, volti noti dello spettacolo e perfino intere tifoserie hanno invitato a boicottare la manifestazione.
E l’evento, intanto, si boicotta quasi da solo. Organizzare il mondiale in inverno ha costretto i calciatori a un tour de force non indifferente, con gare in media ogni 4 giorni e decine di infortunati. Basti pensare alla Francia, costretta a rinunciare a tre colossi del calcio europeo e intercontinentale come Kanté, Pogba e Benzema, tutti ai box per infortunio. Allenamento dopo allenamento le nazionali perdono i pezzi e i tifosi interesse. A questo si aggiungono gli scandali. Si va dalle accuse di combine a quelle di tangenti a finti tifosi per rinfoltire gli spalti. E intanto alla partita d’esordio, Qatar-Ecuador, conclusasi 0-2, si è assistiti a uno “spettacolo” non bellissimo, con una gara brutta e i “tifosi” qatarioti a lasciare lo stadio già al 60′.
Quest’ultima, forse, è una delle componenti meno analizzate. Il Qatar non ha alcun legame con il calcio, né tradizione né storia. La sua nazionale è l’unica debuttante e lo è soltanto in qualità di Paese organizzatore. I suoi tifosi non esistono, la passione è zero. Sono molto lontani i Mondiali di Italia ’90, con una nazione a unirsi tanto intorno agli azzurri di bomber Schillaci quanto ai tifosi delle altre nazionali, in uno spirito sportivo che oggi sembra perso. E così è stato in Spagna nel 1982, poi in Messico, in Francia, in Germania, in Sudafrica e Brasile. In misura diversa anche in Usa, Giappone/Corea e Russia. Ma in Qatar? Il Mondiale è appena iniziato ma sembra già un enorme fallimento.
Quanto tempo ancora dovremmo attendere fino a rivedere momenti indimenticabili come l’urlo di Tardelli in Italia-Germania 1982 o gli occhi spiritati di Schillaci dopo i goal o l’esultanza di Grosso nel 2006? Magari in un Paese, speriamo, dove vengano rispettati i diritti civili…
Questi mondiali non dovevano essere giocati in un paese sanguinario e contro i diritti umani come il Quatar. Ma come sempre le logiche degli interessi spietati hanno preso il sopravvento sulla ragione. Nessuno parla di questo paese fuori dal mondo! Per questo e per altri motivi invito le persone di buon senso a non guardare questo mondiale atipico e disumano!