La classifica di Italia oggi delle città metropolitane. In che cosa migliora e in che cosa peggiora la provincia. Solo quattro peggio del territorio messinese
Nel 2023 la provincia di Messina era terzultima per qualità della vita, 9 posti in meno rispetto al 2022. Ora, nella ventiseiesima edizione dell’indagine di Italia oggi e Ital Communications, con l’Università La Sapienza, la città metropolitana guadagna due posizioni e arriva al 103esimo posto. Da 105 a 103. Milano, Bolzano e Monza sono le prime tre e Verona passa dal sedicesimo posto al settimo. La città metropolitana di Messina rimane tra le ultime insieme con Cosenza (104esima), Agrigento (105esima), Reggio Calabria (106esima) e Caltanissetta (107esima), con un divario sempre enorme tra sud e nord. Solo quattro realtà, insomma, sono messe in condizioni peggiori del territorio messinese.
Oltre alla perenne questione meridionale, con il prevalere delle città metropolitane del nord d’Italia, si confermano gli affanni nel territorio messinese in campi come l’occupazione e l’istruzione. Per affari e lavoro, la città metropolitana di Messina era 103esima nel 2023 e nel 2024 si piazza 105esima, quindi peggiora. Nell’ambiente, era al 106esimo posto e ora sale al 102esimo. Dunque, qui si migliora. Nell’istruzione è al 95esimo posto, come nel 2023. Per popolazione si piazza al 95esimo posto; l’anno scorso era al 99esimo. Per reddito, passa dalla 93esima posizione all’89esimo posto.
Per la salute, l’anno scorso la provincia di Messina risultava quattordicesima; quest’anno 22esima. Nella sicurezza è al 36esimo posto; nel 2023 era 30esima. Non a caso, come indice di criminalità, in un’altra classifica, figura tra le province più sicure d’Italia. Per turismo e cultura invece, è in 41esima posizione.
Il salto di qualità, per Messina e provincia, è ancora lontani, in linea con le difficoltà di tutto il Meridione, in particolare Sicilia e Calabria.
Il divario tra città metropolitane del sud e del nord
Si legge nell’analisi della ricerca: “Quest’anno si conferma la crescita delle metropoli: province e città metropolitane, soprattutto del Centro-Nord, continuano a mostrare una maggiore capacità di ripresa dagli shock rispetto alle altre aree del Paese. Di riflesso, si fa più netta la separazione tra le regioni del Nord e il Mezzogiorno e Isole, dove crescono aree di disagio sociale e personale. Per quanto riguarda Caltanissetta, ci sono vulnerabilità in molti aspetti della qualità della vita, comuni alle province del Mezzogiorno, ma, allo stesso tempo, ci sono anche buoni risultati: la provincia si classifica tra le prime posizioni nella dimensione del “Sistema salute”, a metà classifica nella dimensione relativa a “Reati e sicurezza” e nelle posizioni di coda nelle restanti 7 dimensioni”.
Affari e lavoro
“La dimensione “Affari e Lavoro” comprende 8 indicatori, che riportano informazioni sul mercato del lavoro (tasso di occupazione e disoccupazione distinti per sesso), sulla nati-mortalità aziendale, sull’importo dei protesti per abitante e sulla incidenza di startup e Pmi innovative.Bolzano e Bologna si piazzano, come nelle due passate edizioni, rispettivamente al primo e al secondo posto, a seguire Verona, Trieste e Padova. A chiudere la classifica Napoli”.
Ambiente
“La dimensione “Ambiente” è articolata in due sottodimensioni: una negativamente associata alla qualità della vita che comprende indicatori di impatto ambientale; la seconda positiva, in cui figurano anche variabili il cui andamento può essere messo in relazione con le azioni degli amministratori locali. Monza e della Brianzaapre la classifica della qualità ambientale, seguita da Padova, Reggio Emilia e Mantova. In coda Catania“.
Reati e sicurezza
“L’analisi dei risultati rilevati in questa e nelle passate edizioni denota una sostanziale stabilità del quadro relativo alla sicurezza. Enna è al primo posto nella dimensione relativa a reati e sicurezza, scalando 9 posizioni rispetto all’anno precedente. Seguono, nell’ordine, Frosinone, Benevento e Campobasso. Chiude Rimini”.
Sicurezza sociale
“La dimensione “Sicurezza sociale” ha subito alcune variazioni nell’impianto complessivo lo scorso anno. È stato eliminato il dato sui NEET, ovvero la percentuale di persone in età compresa tra 15 e 29 anni che non lavorano, non studiano e non aderiscono a programmi di formazione, in quanto non più prodotto dall’Istat. L’indicatore è sostituito dal tasso di inattività registrato tra i 25 e i 34 anni. La provincia che quest’anno apre la classifica è Rovigo, seguita da Cremona, Bolzano, Cuneo e Milano. La provincia in coda è Taranto”.
Istruzione e formazione
“La dimensione “Istruzione e formazione” fornisce una valutazione circa la dotazione di capitale umano e comprende 6 indicatori, tutti positivamente associati alla qualità della vita, tratti dal Bes (Benessere equo e sostenibile) curato dall’Istat: tasso di partecipazione alla scuola dell’infanzia, percentuale di persone di età compresa tra 25 e 64 anni in possesso almeno di un diploma di istruzione secondaria superiore, percentuale di persone di età compresa tra 25 e 39 anni in possesso di laurea o altri titoli c.d. terziari, percentuale di persone di età compresa tra 25 e 64 anni coinvolte in attività di formazione permanente e la percentuale di studenti in possesso di adeguate competenze numeriche e alfabetiche. Apre la classifica Bologna, confermando il piazzamento dello scorso anno. A seguire altre due province del Nord-Est, Trento e Trieste, e Milano in rappresentanza del Nord-Ovest. La provincia in ultima posizione è Crotone”.
Popolazione
“La struttura di questa dimensione di analisi è stata modificata nel 2022, con l’eliminazione della densità demografica; la sostituzione del numero medio di componenti del nucleo familiare con il numero medio di figli per donna; l’inserimento di 5 nuovi indicatori, di cui 3 nella dimensione negativa (l’indice di dipendenza strutturale, l’indice di dipendenza degli anziani e l’indice di vecchiaia) e 2 nella dimensione positiva (la speranza di vita alla nascita e la speranza di vita a 65 anni). L’inserimento dei nuovi indicatori ha un effetto profondo sulla composizione del gruppo di testa, da cui escono tutte le province dell’Italia meridionale e insulare che occupavano fino a due anni fa posizioni di vertice. Bolzano si conferma al primo posto, risultato che si ripete da dieci anni a questa parte. A seguire si classificano nel gruppo di testa Trento, Monza e della Brianza, Milano e Brescia. Chiude la classifica Sud Sardegna”.
Sistema salute
“Isernia apre la classifica della dimensione relativa al “Sistema salute”, confermando il piazzamento già conseguito lo scorso anno, così come Terni, seconda classificata. A seguire Ancona, Pavia e Genova che a loro volta confermano gli eccellenti piazzamenti conseguiti nelle passate edizioni dell’indagine. I servizi sanitari si concentrano prevalentemente nelle città metropolitane e in poli di eccellenza nella ricerca medica (Pisa e Siena), ma esistono anche altri fattori. Chiude la classifica Vibo Valentia”.
Turismo
“A partire da quest’anno la dimensione “Turismo” comprende anche intrattenimento e cultura. Apre la classifica Bolzano, seguita da Rimini, Trieste, Roma e Verona. In ultima posizione Enna”.
Reddito e ricchezza
“Milano conferma il primo posto già ottenuto nelle ultime quattro edizioni. A seguire Bologna, Modena, Biella e Parma. Chiude la classifica, come nelle cinque passate edizioni, la provincia di Crotone”.
Tranquilli, con i lavori del ponte scenderemo all’ ultimo posto in ogni classifica, a cominciare dall’ ambiente anche se è un’ opera verde a finire all’ invivibilità quotidiana
Ah ok, della serie ” c’è il peggio”.
Ma come mai nonostante tutte queste belle cose, tipo le ciclabili (che hanno intasato tutto), i parcheggi ( che sono di meno, e bloccano tutto), siamo sempre in basso alla classifica ?
Aiutino: le cose che servono, non si fanno. Si fanno solo le cose che portano “fondi”.