Dall'82esimo posto in giù solo province del sud Italia. Messina si avvicina ai livelli del 2017, dopo due anni di calo, ma resta nelle retrovie
89esimo posto nel 2017, 96esimo nel 2018, 100esimo nel 2019, 91esimo nel 2020. La provincia di Messina scala nove posizioni nella classifica della qualità della vita, secondo Il Sole 24 Ore, e si avvicina ai livelli del 2017, dopo due anni in calo, ma resta sempre nelle retrovie, come tutto il Meridione.
Posizione quasi uguale a quella nella classifica di Italia Oggi, che ha piazzato Messina al 90esimo posto, cinque più avanti rispetto all’anno prima.
Quest’anno, il principale quotidiano economico italiano ha studiato come la pandemia da coronavirus ha impattato in modo differente sui territori. E’ stato inserito tra i parametri l’indice dei casi Covid rilevati ogni mille abitanti, l’unico che è stato pesato doppio, mentre le altre aree tematiche sono rimaste invariate.
Bologna, Bolzano e Trento sul podio
Al primo posto c’è Bologna, sul podio anche Bolzano e Trento, mentre l’Emilia Romagna è la regione con i punteggi più alti. Oltre a Bologna al primo posto, Parma è all’ottavo, Forlì al 14., Modena al 15., Reggio Emilia al 17., Ravenna al 22., Piacenza al 24., Ferrara al 34., Rimini al 36.
Sicilia e Calabria in coda
Situazione opposta in Sicilia: 89. Palermo, 90. Catania, 91. Messina, 98. Agrigento, 99. Ragusa, 101. Trapani, 103. Enna, 105. Siracusa, 106. Caltanissetta; e in Calabria: 86. Cosenza, 95. Reggio Calabria, 102. Catanzaro, 104. Vibo Valentia, 107. Crotone. Non va molto meglio in Puglia e Campania: dall’82esimo posto in giù solo province del sud Italia.
I risultati della provincia di Messina
In 31 anni di classifiche, dal 1990 a oggi, la provincia di Messina ha ottenuto il miglior piazzamento nel 1995, 76esimo posto, il peggiore nel 2015, 104esimo.
Ricchezza e consumi: 82esimo posto
Il dato resta negativo ma in lieve miglioramento rispetto all’anno scorso, era 86esimo, e soprattutto due anni fa, 105esimo, cioè terz’ultimo. Il dato migliore riguarda il trend del pil pro capite (25esimo posto, -0.06811 % in un anno condizionato dalla pandemia), il peggiore riguarda i tempi sulle fatture commerciali ai fornitori (0.23 % sul totale, 102esimo posto). 47esimo posto per protesti (2.495 euro per mille abitanti), 80esimo per popolazione con crediti attivi (38.5 % dei maggiorenni), 99esimo per spesa delle famiglie (1.812 euro all’anno), 77esimo per reddito disponibile (15.755 euro pro capite all’anno), 35esimo per spazio abitativo medio (79.2 metri quadri medi), 63esimo per vendita case (45.7 metri quadri % venduti rispetto a quelli sul mercato), 46esimo per prezzo medio di vendita case (1800 euro al metro quadro in zona semicentrale nel capoluogo), 86esimo per depositi bancari (13.090 euro pro capite), 57esimo per assegni sociali (importo medio 447 euro al mese), 79esimo per pensioni di anzianità nel settore privato (1.031 euro al mese importo medio), 52esimo per canoni medi di locazione (550 euro al mese in zona semicentrale nel capoluogo).
Ambiente e servizi: 89esimo posto
Dato in peggioramento rispetto all’82esimo posto dell’anno scorso. Il punto migliore riguarda la spesa di fondi europei per l’ambiente e la prevenzione dei rischi e per l’agenda digitale (sesto e decimo posto), il peggiore per i giovani che non lavorano e non studiano (105esimo posto, 41.3 %). Poi 98esimo posto per riqualificazioni energetiche degli immobili (13.30 euro di investimenti pro capite), 43esimo per tasso di motorizzazione (63 auto ogni 100 abitanti), 54esimo per spesa sociale enti locali (8 euro pro capite), 86esimo per persone con almeno il diploma (53 %), 54esimo per pos attivi (55,5 per mille abitanti), 89esimo per indice trasformazione digitale (solo il capoluogo), 100esimo per ecosistema urbano (solo il capoluogo), 38esimo per spid erogate (171 ogni mille abitanti), 83esimo per carte di identità elettroniche (25 ogni 100 abitanti).
Giustizia e sicurezza: 76esimo posto
Dato in miglioramento rispetto all’anno scorso (era 84esimo) e due anni fa (95esimo), ma inferiore a quello di tre anni fa (54esimo). Secondo posto per furti in abitazione, “solo” 88 denunce ogni 100mila abitanti; 105esimo per cause pendenti (40 %) e numero di cause civili (1.377 ogni 100mila abitanti). 49esimo posto per incendi (7 denunce ogni 100mila abitanti), 72esimo per truffe e frodi informatiche (362 denunce ogni 100mila abitanti), 37esimo per violenze sessuali (6 denunce ogni 100mila abitanti), 103esimo per durata media delle cause civili (5 anni e mezzo), 19esimo per furti (819 denunce ogni 100mila abitanti), 31esimo per indice di criminalità (2.730 denunce ogni 100mila abitanti), 98esimo per estorsioni (20 denunce ogni 100mila abitanti), 14esimo per furti nei negozi (49 denunce ogni 100mila abitanti),
Affari e lavoro: 93esimo posto
E’ l’indicatore peggiore, in lieve miglioramento rispetto all’anno scorso (+5 posti) ma ancora sotto il dato del 2018 (89esimo) e 2017 (86esimo), mentre nel 2016 era alla stessa posizione. Il dato migliore riguarda la cessazione di imprese, solo lo 0.03 %, il peggiore le imprese in rete, solo 1.15 su 1.000. Poi 47esimo posto per imprese femminili (0.23 %), 17esimo per imprese giovanili con titolare under 35 (0.11 %), 99esimo per imprese che fanno commercio elettronico (0.016 %), 76esimo per startup innovative (4.38 ogni 1.000), 20esimo per banda larga (0.31 % di edifici coperti da ftth), 80esimo per quota di export sul pil 9.87 %), 101esimo per tasso di occupazione (39.694 %), 94esimo per reddito di cittadinanza (36 assegni ogni 1.000 abitanti), 17esimo per cassa integrazione (56.6 ore medie per impresa), 66esimo per imprese in fallimento (0.019 %), 80esimo per imprese straniere (0.068 %), 74esimo per divario occupazionale tra uomini e donne (20.56 % differenza tasso di occupazione)
Demografia e società: 33esimo posto
Grande balzo in avanti e dato migliore, l’anno scorso era 85esimo. Terzo posto per numero di pediatri (3.27 ogni 1.000 bambini), sesto per medici di base (1.12 ogni 1.000 abitanti), 91esimo per iscrizioni anagrafiche (solo 7.5 ogni 1.000 abitanti), 15esimo per cancellazioni anagrafiche (8.67 ogni 1.000 abitanti). Poi 32esimo per infermieri (372 ogni 100mila abitanti), 73esimo per tasso di mortalità (6.18 per 10mila abitanti), 58esimo per tasso di natalità (3.09 ogni 1.000 abitanti), decimo per casi Covid (9.77 ogni 1.000 abitanti), 59esimo per densità abitativa (190 abitanti per kmq), 57esimo per indice di vecchiaia (186 persone oltre 65 anni su 100 bambini fino a 14 anni).
Cultura e tempo libero: 78esimo posto
Il dato peggiora rispetto all’anno scorso (62esimo) e due anni (52esimo), mentre tre anni fa si era vicini al fondo (105esimo). Il dato migliore riguarda le biblioteche (4.29 ogni 1.000 abitanti) e l’effetto Covid sullo sport (-0.444), entrambi al 29esimo posto; il peggiore le piscine (solo 0.003 ogni 1.000 abitanti), 102esimo posto. Poi 96esimo per bar (2.2 ogni 1.000 abitanti), 36esimo per ristoranti (3.82 ogni 1.000 abitanti), 55esimo (0.077 ogni 1.000 abitanti), 72esimo palestre (0.072 ogni 1.000 abitanti), 26esimo cinema (0.032 ogni 1.000 abitanti), 56esimo per offerta culturale (67 spettacoli ogni 1.000 abitanti), 49esimo per spesa per spettacoli (27 euro pro capite all’anno), 93esimo per partecipazione elettorale (39.4 %), 69esimo per fondi europei per cultura e turismo (18 euro pro capite per abitante), 52esimo per internet almeno a 100 mb (9.23 %), 31esimo per eventi sportivi (-0.23 attratti e annullati), 82esimo per indice di lettura dei quotidiani (19.4 copie al giorno ogni 1.000 abitanti).
Attenzione non è Messina che “scala” ma sono le altre che scendono. Messina, ahinoi, è una “città” da quarto mondo: occupazione, acqua, spazzatura, cultura, controllo del territorio etc etc, sono all’anno zero. Aiuto….!!!! Vogliamo per Messina il peggior sindaco di Bolzano degli ultimi 15 anni compresi giunta e Consiglio comunale….!!!