Il fenomeno sul messinese si può ancora osservare nella grotta del Bue Marino di Filicudi
Fra la fine della primavera e l’inizio della stagione estiva in alcuni tratti di mare, durante le ore notturne, si può assistere allo spettacolare fenomeno della “bioluminescenza”. In pratica la superficie del mare, in prossimità della battigia, si illumina di notte, emanando una strana luminosità dal colore bianco verdastro. In realtà il fenomeno della “bioluminescenza marina” è molto più diffuso di quanto si possa pensare. Spesso nella fascia dei mari tropicali ed equatoriali, durante le notti serene e con condizioni meteo/marine piuttosto buone, con mare quasi calmo o appena increspato, la superficie dell’oceano può emanare uno splendido e mutevole scintillio di punti luminosi di diversi colori che illuminano di bianco o verdastro un ampio tratto d‘acqua.
Sui mari temperati, come il nostro Mediterraneo, il fenomeno appare con maggior evidenza solo nella stagione estiva, in presenza di notti serene e con un moto ondoso sovente di debole entità. Il fenomeno, come abbiamo detto, è stato denominato con il termine di “bioluminescenza marina”. Esso si origina in seguito a processi chimico-fisici che si formano in varie specie di organismi animali e vegetali che si trovano sotto la superficie del mare. Il colore della luce è di solito bianco, verdastro o addirittura azzurrino. Più raramente si può presentare con la tendenza verso il giallo e il rosso. Nella maggior parte dei casi la “bioluminescenza marina” è originata dal plancton. I microrganismi animali e vegetali che compongono il plancton emettono luce se vengono in qualche modo stimolati o disturbati da altri elementi. In certi tratti di oceano e in certe circostanze il fenomeno raggiunge dimensioni davvero molto imponenti per la presenza contemporanea di enormi masse di questi organismi, tanto da coprire vasti tratti di mare e di oceano.
Il Plancton è presente in tutte le acque, ma le concentrazioni variano con le stagioni e i luoghi, aumentando soprattutto d’estate, specie nei mari temperati dove è più facile osservare il fenomeno. Ma macchie luminose più intense possono essere provocate da altri organismi marini più grandi che vivono in colonie molto numerose, come certe meduse. Anche fra i pesci, i crostacei e molluschi vi sono molte specie che emettono luce, tanto da riuscire ad illuminare la superficie marina. La capacità di questi animali di emettere luminosità viene chiamata per l’appunto “bioluminescenza”.
E’ dovuta alla reazione tra un enzima, la luciferasi, e un pigmento, la luciferina, una caratteristica molto diffusa tra gli abitanti del mare. La “bioluminescenza” può essere utilizzata per vari fini, fra cui illuminare le acque circostanti per confondere i potenziali predatori, o ancora come esca o come segnale di corteggiamento. Sul Mediterraneo, durante la tarda primavera e la stagione estiva, i fenomeni di “fosforescenza di mare” si possono riscontrare in presenza di enormi banchi di meduse, del tipo “pelagia Noctiluca”, molto comune sulle nostre coste durante il periodo primaverile ed estivo.
Questo tipo di medusa non per caso viene chiamata anche “medusa luminosa” data la sua capacità di emettere luce, dovuta al fenomeno della “bioluminescenza”. Gli episodi di “fosforescenza del mare” più intensi ed estesi si sono registrati durante gli anni 80 nel tratto di mare davanti la costa della Somalia, dove fra i mesi di aprile e maggio, quando il mare diventava calmo in atteso del cambio di regime dei venti monsonici (i Monsoni di NE venivano sostituiti da quelli di SW). In questi casi il fenomeno si è esteso su un ampio tratto di oceano, tanto da essere inquadrato persino dalle immagini satellitari. Ma molte altre volte la bioluminescenza interessa un po’ tutti i mari equatoriali e tropicali. Nel messinese lo spettacolare fenomeno si può ancora osservare, nelle notti di calma, nell’isola di Filicudi, all’interno della Grotta del Bue Marino che per l’occasione si trasforma in una piscina di acqua luccicante.