Il dj reggino Gianni Sanfilippo ricorda l'amico carissimo e collega scomparso: risate, musica, la notte vissuta insieme in attesa che nascesse la figlia
La triste notizia ha solcato le strade telematiche dello Stretto alla velocità della luce: a 40 anni, è venuto a mancare uno dei disc-jockey di Reggio Calabria più talentuosi degli anni Novanta e Duemila, Peppe Lucisano. Peppe ha combattuto come un leone contro un nemico maligno e purtroppo, alla fine, vittorioso. Ma la sua bonomia, competenza e sconfinato amore per la musica resteranno.
Noi abbiamo chiesto di raccontare qualcosa di lui per i lettori di Tempostretto a un dj reggino di lunga e provata esperienza, Gianni Sanfilippo, grande amico di Peppe prima che suo collega.
«Ho conosciuto Peppe Lucisano a metà anni 90. Era un dj giovincello di belle speranze che aveva voglia d’imparare. Mi colpì subito il suo carattere molto dolce e la sua instancabile passione per la musica dance. Il mio gruppo, Insonnia – rammenta Sanfilippo -, faceva molto “tendenza” in quegli anni. Eravamo aperti alle nuove culture musicali, soprattutto underground ed house, fuse insieme alle sonorità funky e soul che hanno sempre contraddistinto il mio bagaglio musicale sin dal Limoneto. Eravamo una fucina per i giovani dj e lui aveva voglia di seguire il nostro stile; così, imparò velocemente con umiltà e abnegazione, tanto da ritagliarsi presto un ruolo importante nelle nostre serate. Il clou di Peppe col gruppo fu al Top Club d’inverno e al Pilone d’estate: stagioni che ci proiettarono verso un grande successo, lanciando tutti i componenti del gruppo nel panorama delle discoteche reggine».
«Si lavorava tanto, riposando poco e Peppe non si tirava mai indietro. A proposito di questo, ho un aneddoto simpatico da raccontare – rivela a Tempostretto Gianni Sanfilippo, nel suo ricordo di Peppe Lucisano -. Gli proposi di lavorare anche sulle navi da mini-crociera nella tratta Reggio-Lipari per far ballare la gente durante il tragitto. Lui accettò con entusiasmo e il primo viaggio lo fece al termine di una nottata al Pilone, all’alba: tutta una tirata, senza chiudere occhio. La mattina presto prese la nave e, malgrado la stanchezza, riuscì a far ballare e divertire la gente per tutto il tragitto. Ovviamente, giunto a destinazione nelle Eolie, era distrutto dal sonno. Così, s’addormentò sulla spiaggia, sotto il sole cocente, girato su un fianco. Appena si svegliò aveva metà corpo bianco e metà ustionato. Da morire dal ridere. Non si perse d’animo e la sera stessa, impastato di creme, dopo essere ritornato a Reggio fu pronto per un’altra serata».
«Era molto affezionato a me, diceva che ero stato il suo padre professionale, e per questo mi chiamava papi, il papà dei dj – racconta ancòra Sanfilippo, con commozione -. Mi voleva molto bene e mi è stato vicino nei momenti più importanti della mia vita, come per la nascita della mia primogenita Chiara. Rimase tutta la notte con me in attesa del lieto evento. Le attestazioni di stima che sta ricevendo se le merita tutte – aggiunge Sanfilippo – perché Peppe Lucisano era una persona solare, buona e gentile che ad ogni incontro lasciava a chiunque un alone positivo. Avrebbe potuto dare ancora tanto alla città e la sua mancanza si sentirà. Un pensiero commosso infine lo vorrei dedicare con tutto il cuore alla sua sposa, a Francesca, donna eccezionale che gli è stata accanto in modo encomiabile. Ciao Peppe, ciao papi, mi raccomando: spacca anche lassù, con l’house music».