Parla Dalmazio: «In pochi mesi abbiamo fatto quello che non è stato fatto in 20 anni»

Parla Dalmazio: «In pochi mesi abbiamo fatto quello che non è stato fatto in 20 anni»

Danila La Torre

Parla Dalmazio: «In pochi mesi abbiamo fatto quello che non è stato fatto in 20 anni»

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martedì 02 Aprile 2013 - 16:27

L’esperto del commissario Croce in questi mesi ha sempre taciuto, evitando di rilasciare commenti e dichiarazioni alla stampa, ma questa volta ha deciso, per di più spontaneamente, di parlare e “sfogarsi”, lanciando un messaggio ben preciso

La delibera n.24 della Corte dei conti si è abbattuta come un terremoto sul Comune di Messina , che oggi più che mai sembra condannato inesorabilmente al dissesto (vedi correlato) . Le avvisaglie non erano certo mancate in questi mesi, ma l’atto emesso dall’organo di controllo il 18 marzo 2013, che di fatto boccia in molte sue parti il piano decennale di riequilibrio redatto dai dirigenti dell’area economico-finanziaria Coglitore e Di Leo, con l’avallo del commissario straordinario Croce e dei suoi quattro esperti (Dalmazio, Montalbano, Saccà e Tomasello) ed approvato dal Consiglio Comunale – sembra essere la scossa che non lascia scampo e fa definitivamente crollare qualsiasi speranza di riuscire ad aggrapparsi al Fondo di rotazione istituito dal Governo nazionale per soccorrere, a precise condizioni, gli enti locali sull’orlo del fallimento finanziario. Sembra essere un dettaglio il fatto che la delibera n.24 non è indirizzata al Comune ma al Ministero dell’Interno, alla quale la magistratura contabile “tira le orecchie” per aver richiesto motu proprio elementi chiarificatori per esigenze della sottocommssione (vedi correlato), scavalcando le competenze della Corte dei Conti. Quello che alla città interessa, infatti, è la sostanza di quanto scritto dai magistrati contabili, che “smantellano” il documento di riequilibrio, riducendo al lumicino le possibiltà di salvezza.

A Palazzo Zanca c’ è, però, chi non vuole sentire assolutamente parlare di bocciatura del piano. E’ l’avvocato Nino Dalmazio, che da esperto del commissario Croce in questi mesi ha sempre taciuto, evitando di rilasciare commenti e dichiarazioni alla stampa, ma che in questa occasione, per di più spontaneamente, ha deciso di parlare e “sfogarsi” .

La prima frase è un’ “autodifesa” perché il piano di riequilibrio – come detto – andava bene anche a Croce, che in Commissione bilancio aveva persino elogiato il lavoro di Coglitore e Di Leo, ed ai suoi quattro consulenti : «Il Piano – sostiene Dalmazio – non è stato bocciato e se la delibera della Corte dei Conti fosse indirizzata al Comune e non al Ministero dell’Interno, saremmo in grado di rispondere a quasi tutti i rilievi mossi». Quando gli facciamo notare, a titolo d’esempio, che resta ed è evidente l’incognita dei debiti delle partecipate e che non ci sono ancora i contratti di servizio con Atm e Amam, che andavano allegati al piano, Dalmazio risponde così: «Noi (commissario ed esperti ndr) il nostro compito l’abbiamo fatto ed abbiamo predisposto sia il contratto tra Comune e Amam sia quello tra Comune e Atm, la responsabilità adesso è tutta del Consiglio comunale, che non li ha ancora approvati».

C’è un messaggio che Dalmazio vuole lanciare all’esterno con forza ed è il motivo per il quale probabilmente ci ha fermati per esternare i suoi “pensieri” : la non responsabilità della gestione commissariale di ciò che sta per succedere. «In pochi mesi –ha affermato ancora l’esperto di Croce – abbiamo fatto quello che non era stato fatto in vent’anni. Gli gnomi della politica invece di pensare a fare polemica dovrebbero dire come si è arrivati a questo punto e preoccuparsi di capire come risanare i 392 milioni di euro di debiti del Comune». Insomma, se colpe ci sono, per l’uomo più fidato di Croce queste non appartengono a lui né al commissario né ai suoi colleghi consulenti. Come dargli torto, pur ritenendo doveroso ricordare che Dalmazio – contrariamente al reggente di Palazzo Zanca e agli altri tre esperti – dal 2004 al 2010 è stato al timone di una delle più importanti partecipate del Comune, Messinambiente, prima come amministratore giudiziario e poi come amministratore unico. Forse lui qualche responsabilità in più degli altri ce l’ha. (Danila La Torre)

13 commenti

  1. franco martino 2 Aprile 2013 17:38

    Bene; i dediti si sanano facendo piani, contropiani e poi ancora piani, come se alla fine non si trattasse di soldi veri, reali sperperati, di austerità seria da attuare, a partire da chi i debiti li ha generati. Mai un elenco concreto di cose da fare, mai una chiara indicazione di uno spreco e il serio impegno di non sperperare più, MAI.
    Piani, vaghi, soprattutto futuri, manovre di riequilibrio, come se si trattasse di trovare un bravo prestigiatore capace di fare girare i piatti sopra le bacchette, come al circo insomma, si sembre proprio di stare là e non manca niente, ma proprio niente. E intanto la città agonizza e la gente si chiede cose semplici tipo: perchè abbiamo costruito un tram che non funziona? Perchè gli svincoli sono fermi da oltre 10 anni? Perchè l’ATM è in gravissimo passivo mentre in molte città italiane è in attivo? Chi è responsabile di tutto questo? E via discorrendo, ma si sà la gente comune ha il buon senso, ma non sa fare i piani decennali, ventennali e nemmeno sa fare girare i piatti sulle asticelle.

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  2. Siete fallimentari, alla stregua di quei politici che avete sostituito ………

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  3. ART.21 COSTITUZIONE libertà di pensiero.Chiariamoci le idee, visto il silenzio dei Consiglieri della commissione POLITICHE FINANZIARIE.Perché la Corte dei Conti è interessata al RIACCERTAMENTO dei RESIDUI? Questa operazione produce molti effetti,quello immediato è costituito dall’eliminazione dei RESIDUI,e dalla corrispondente formazione di INSUSSISTENZE,con i conseguenti riflessi sulla consistenza del risultato di amministrazione.Quest’ultimo,infatti,si accresce per effetto delle INSUSSISTENZE attive,derivanti da minori residui passivi,e si riduce per effetto delle INSISSISTENZE passive,derivanti da minori residui attivi.Il RIACCERTAMENTO determina alcuni effetti ulteriori,di portata più ampia rispetto a quelli contabili.In particolare riflessi in termini di attendibilità ed effettività del risultato di amministrazione,in quanto il compimento di un RIACCERTAMENTO soltanto formale,e realizzato con un approccio operativo assolutamente insufficiente,comporta la determinazione di residui(e quindi di un risultato di amministrazione) del tutto aleatori e non rispondenti alle previsioni normative in materia,con il rischio di esporre e successivamente applicare un risultato assolutamente fittizio e che non trova riscontro nelle posizioni debitorie e creditorie (rappresentate dagli stessi residui) di palazzo Zanca. In proposito è opportuno ricordare che la stessa Corte dei Conti ha ribadito l’importanza di una corretta ed efficace gestione dei residui, che rappresenta una gestione parallela che tende ad assumere un ruolo addirittura prevalente rispetto a quella di competenza, contribuisce alla qualità e quantità dei risultati di amministrazione,l’avanzo o il disavanzo risulteranno effettivi soltanto ove risultino osservate le norme regolatrici degli ACCERTAMENTI e degli IMPEGNI delle entrate e delle spese. Una efficace operazione di RIACCERTAMENTO rilascia informazioni di qualità, fornisce un quadro complessivo del bilancio assolutamente fedele e corrispondente alla reale situazione finanziaria.Basti pensare all’elencazione analitica dei residui,la quale assume rilievo se e nella misura in cui i dati e le indicazioni in esso contenuti trovano corrispondenza con la realtà, altrimenti si rivela un documento inutile e formale, ossia privo di effettivo significato rappresentativo. A proposito, a quando la sua pubblicazione? Infine il RIACCERTAMENTO dei residui attivi consente di definire le reali risorse cui fare affidamento,in quanto corrispondenti alle effettive posizioni creditorie; quello dei residui passivi, invece indica le risorse realmente vincolate (impegnate) e quelle che possono essere liberate ed opportunamente utilizzate per altre finalità. Della effettività e durabilità delle condizioni di equilibrio ho già scritto in altro commento, ribadisco che la situazione emergente dalla lettura del risultato (avanzo) di amministrazione, per rivelare realmente le condizioni di equilibrio finanziario in modo effettivo, presuppone che gli elementi che lo generano,appunto i residui attivi e passivi o come il fondo di cassa,siano determinate in modo attendibile: altrimenti si manifesta una condizione di equilibrio soltanto formale e non sostanziale.Ecco perchè la Corte insiste.

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  4. Dott. Croce, ho una stima per Lei, ma, mi dispiace che si è ostinato a non dichiarare il DISSESTO FINANZIARIO, che per la città di Messina è sicuramente meno indolore del “piano di riequilibrio”. Con la delibera n. 24/2013 della Corte dei Conti, si chiuderà questa estenuante telenovela. Se si è arrivati a questo punto, bisogna chiederlo al ragioniere del Comune di Messina e ai politici che l’hanno amministrata. Quello che è certo, è, che chi sognava di ciucciare a destra e a manca, può incominciare a pensare di fare le valigie e dire addio alla poltrona che occupa. Infine, attendiamo risvolti dalla Procura della Repubblica!

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  5. Gentile avv. Dalmazio, ritengo che da anni è a conoscenza che l’ho sempre stimo per serietà e competenza professionale, ma non posso nascondere la mia delusione nel leggere: “«In pochi mesi –ha affermato ancora l’esperto di Croce – abbiamo fatto quello che non era stato fatto in vent’anni” Quasi la stessa frase la pronunciò il Commissario Gaspare Sinatra nel 2006 il quale attribuì il disastro finanziario del Comune agli amministratoti degli anni 90 includendovi, quindi, anche l’amministrazione Provvidenti. Gli risposi, pubblicamente, invitandolo a leggere le carte contabili ed in particolare la delibera n. 76/C approvata dal Consiglio Comunale nel corso della seduta del 17/10/2000 relativa al “Bilancio Consuntivo esercizio 1999” ed avrebbe potuto notare sia dal “Conto di Amministrazione al 31/12/1999” sia dalla allegata certificazione rilasciata dal tesoriere dell’Ente “Banco Ambrosiano Veneto” che quest’ultimo deteneva per conto del Comune di Messina una disponibilità liquida e disponibile pari a 67 miliardi, 77 milioni, 817 mila e 750 lire. Avrebbe anche notato che durante gli esercizi dal 2000 e precedenti, il Comune di Messina non ha fatto mai ricorso alle “anticipazioni di tesoreria”, ne ha effettuato operazioni “finanza derivata” ne “creativa” Anche il giornalista dr. Lucio D’Amico chiese al dr. Gaspare Sinatra di fare chiarezza sui conto del Comune, invito disatteso. Anche il Sindaco Buzzanca ha addossato la responsabilità dello stato disastroso del Comune di Messina alle amministrazioni che avevano operato negli anni 90 promettendo ai cittadini messinesi che avrebbe portato a termine, una volta per tutte l’operazione verità. Anche in questo caso la verità non venne alla luce. Se Lei avesse rivolto l’attenzione all’ultimo decennio ne avrei condivisa l’affermazione, anche perché, in parte, coincidente con la diagnosi, all’epoca eseguita che fa coincidere l’anomalia gestionale contabile del nostro Comune con l’inizio della “carenza di liquidità” ed il conseguente ricorso alle “anticipazioni di tesoreria” che da intervento straordinario ed eccezione, si è trasformato, negli anni, necessità ripetitiva tale da essere considerato “strutturale”. Se, come sostiene Lei, i danni hanno origine nell’ultimo ventennio, ritengo che sia legittimo chiedere di ricercarne le cause attraverso una revisione onesta e scrupolosa della contabilità degli anni in predicato, garantendo, però, la presenza del ragioniere generale del Comune del periodo oggetto di esame (dal 1995 al 10/04/2000 dr. Gaetano Saja il quale, sin da ora, manifesta la propria disponibilità). Speriamo che questa sia la volta buona per fare chiarezza sui conti del nostro Comune che i politici della diverse amministrazioni che hanno operato in questo ultimo decennio, con determinazione, hanno disatteso.
    Per quanto riguarda il “piano decennale di riequilibrio” mi sono limitato a definirlo una “anatra zoppa”. Chi materialmente lo ha demolito è stata la “Corte dei Conte” sulla cui professionalità e competenza ritengo che non si debba discutere. Affermare su questo argomentri “«Il Piano – sostiene Dalmazio – non è stato bocciato e se la delibera della Corte dei Conti fosse indirizzata al Comune e non al Ministero dell’Interno, saremmo in grado di rispondere a quasi tutti i rilievi mossi». mi pare un poco esagerato il Suo dire, ritenendo, comunque, possibile se non, addirittura, doveroso che le controdeduzioni vengano predisposte, sia per esigenze vostre professionali, sia per inviarle alla “Corte dei Conti” e dimostrare, in tal modo, la legittimità dell0’operato e darne, possibilmente, pubblicazione integrale per dare chiarezza e sicurezza ai cittadini messinesi.

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  6. Bravo Saja…….adesso si faccia il confronto tra il vecchio ragioniere ( ma giovane nei fatti e nello spirito) ) generale e quelli che lo hanno seguito…siamo uomini o caporali? Mi pare che chi non ha da nascondere non si lamenterà di un dibattito pubblico al Comune con dei saggi a presiedere….propongo un referendum tra i lettori volete il confronto?

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  7. Ma sbaglio o in una delle partecipate Cera L’avv. Dalmazio si e verificata la gestione della stessa….
    e Forse e al comune proprio per sistemare le carte…
    quello che e certo che politici e amministratori avete Affosato La CITTA e I suoi cittadini..
    VERGOGNATEVI TUTTI…..

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  8. No non sbagli,ma loro non nutriranno mai vergogna,per loro è normale.

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  9. diamogli la medaglia al valor civile!!

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  10. Il piano di rientro dai debiti presentato al Ministero è una ulteriore ipocrisia (irrealizabile) ed i messinesi che hanno seguito la vicenda ne hanno contezza. La responsabilità del commissario e dei suoi consulenti è di avere scelto questa linea e non quella della totale chiarezza che avrebbe portato inevitabilmente al dissesto oppure ad una presa di responsabilità delle forze politiche che avrebbero avuto la possibilità di varare norme più accessibili delle attuali. Ma la verità è che non basta un sindaco o un commisaario ma è l’intera politica cittadina a dovere essere seppellita una volta per tutte!

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  11. sin verguenza!

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  12. manon si vergognano ancora ma di cosa parla ninuzzu

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  13. puzza di bruciato 3 Aprile 2013 17:03

    Un’affermazione del genere l’ha detto la fornero prima di inchiappettare gli esodati ed i prossimi alla pensione…. Almeno la fornero ha avuto una crisi di pianto, questi invece….

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