Periodicamente De Luca esce dal cilindro il rimpasto, salvo poi fare marcia indietro.
In principio fu gennaio 2019. Sul finire del 2018 infatti De Luca sindaco annunciò che avrebbe valutato l’operato dei suoi assessori. In realtà le dichiarazioni più che mettere sulla graticola gli assessori servirono a fare da traino al comizio d’inizio 2019. In quel comizio il sindaco diede altri sei mesi di “valutazione” alla sua giunta. Nessun rimpasto quindi.
I rimpasti annunciati
Per tutto l’anno poi, con cadenza periodica, De Luca dava step, tabelle di marcia, penultimatum, salvo poi difendere a spada tratta i suoi, anche quando erano poco difendibili. Nel frattempo la squadra è stata rafforzata con l’ingresso dell’assessore alla cultura Enzo Caruso. Ma periodicamente, per lo più in coincidenza con richieste di dimissioni, usciva fuori l’annuncio del “tagliando” da fare agli esponenti della giunta.
L’assessore post datato
Si arriva a gennaio 2020 e il sindaco inserisce un nuovo assessore, FrancescoCaminiti, e annuncia l’assessore post-datato, ovvero Salvatore Ingegneri che a giugno (quindi in questi giorni) sarebbe dovuto subentrare ad Enzo Trimarchi, assessore all’istruzione. Da gennaio a giugno Ingegneri avrebbe dovuto quindi seguire una sorta di “tutorato” con Trimarchi prima della staffetta. Nel febbraio 2020 il sondaggio di Tempostretto indicò un 81% di votanti a favore del rimpasto. Più volte sono fioccate richieste di dimissioni, soprattutto nei confronti dell’assessore allo spettacolo e allo sport Pippo Scattareggia e dell’assessore all’istruzione Enzo Trimarchi. Poi a marzo, causa pandemia, la telenovela è stata congelata.
Ricomincia la telenovela
Sembra che in questi due mesi di ritiro a Fiumedinisi Cateno De Luca stia riflettendo sull’ipotesi di rimpasto. Ma non c’è da giurarci. Potrebbe anche limitarsi al cambio in giunta preannunciato a gennaio. Se Trimarchi è finito al centro delle polemiche con la vicenda del post su Carola (sebbene la gestione della sua delega non sia stata brillante) le gatte da pelare più pesanti De Luca le ha dovute affrontare per Scattareggia. Da quasi due anni è incappato in non poche questioni, peraltro anche al di là delle polemiche sulle scelte squisitamente politiche nella gestione del suo assessorato. Ciliegina sulla torta è stato il doppio scivolone sullo stadio. Da un lato un bando annunciato per due anni e arrivato allo start tra infinite polemiche, dall’altro il de profundis sui concerti al San Filippo, scelta che, per una città uscita dalla pandemia, con un’economia a pezzi e con la concorrenza di Catania e Palermo (e della Calabria) è a dir poco scellerata. L’addio al concerto di Tiziano Ferro ed a quello di Ultimo nel 2021 equivale a tagliare le gambe ad una città già messa malissimo. Ma tant’è. Infine non è affatto detto che le riflessioni del sindaco riguardino solo i due assessori finora finiti nel mirino.
Messina attende
Ripetutamente De Luca ha difeso Scattareggia e Trimarchi. Adesso fa trapelare notizie di rimpasto. Sarà vero? Il rimpasto non è una questione che riguarda solo il sindaco e i suoi assessori ma l’intera città. Se lasciare sulla graticola alcuni esponenti della giunta può essere un metodo per spronarli a fare meglio, le conseguenze le paga l’intera comunità. Messina deve diventare grande e non può farlo se una squadra viaggia a doppia velocità. O peggio, ha alcune ruote che dovrebbero essere controllate dal gommista.
Continuo a pensare che De Luca sia un grosso bluff, ma non posso fare a meno di continuare a notare (già accadeva con Accorinti) negli articoli di taluni giornalisti di TS una componente di giudizio politico che va troppo oltre il diritto dovere di cronaca.