Le tragedie di ieri tra Vulcano e l'autostrada Messina-Palermo. Anche la notte di San Lorenzo è stata diversa
di Marco Olivieri
MESSINA – “Ho compreso, infine,/ che nel bel mezzo dell’inverno/ vi era in me/ un’invincibile estate”. Così scriveva Albert Camus. Sarebbe stato bello, in una pausa di poche ore dall’emergenza idrica e i tanti problemi sociali ed economici che affliggono Messina, soffermarsi sulla notte di San Lorenzo. Sui nostri desideri, come singoli e comunità. Ma le ferite di un fine settimana tragico rendono impossibile avere il cuore leggero.
Una coppia che muore in autostrada, nella Messina-Palermo, Salvatore Caleca e Michela Bucci. Due bimbe salve ma che perdono all’improvviso i genitori. E, ancora, un ventiduenne che s’immerge in piscina a Vulcano, ha un malore e il suo cuore smette di battere probabilmente senza alcun preavviso. Il messinese Alberto De Domenico aveva visto morire la sorella Aurora nel 2019 in un incidente, dove lui era rimasto ferito. Aveva dovuto fare i conti con questo trauma e ricominciare piano piano a vivere.
Comunità ferite e nuvole tra noi e il cielo
Sono comunità e famiglie messinesi ferite, che si aggiungono agli orrori quotidiani del mondo. Tra guerre e ingiustizie. Forse in alcuni casi, quando avvengono dietro l’angolo, colpevolmente ce ne accorgiamo di più. Allora quell’invincibile estate dentro di noi rimane ma c’è meno spazio perché s’esprima. Dovremo aspettare, se saremo fortunati, altre notti di Lorenzo. Altri cieli stellati per accogliere un bisogno interiore che c’è in ognuno di noi.
Oggi solo nuvole che, come nella canzone di De André e Pagani, “vanno, vengono/ Per una vera, mille/ sono finte/ E si mettono lì, tra noi e il cielo/ Per lasciarci soltanto una voglia di pioggia”. Buona domenica.