Circa 70 i morti all'anno in Sicilia per mesotelioma pleurico, causato da esposizione ad amianto. La Sicilia strappa il primato nel Meridione della regione in cui maggiori sono i decessi a causa dei materiali in fibrocemento. La legge è scorrettamente applicata - dicono i politici pentastellati - a volte del tutto inapplicata
Non viene meno l’allarme amianto. Con un’interrogazione posta ai vertici di Palazzo Zanca e alle competenti amministrazioni, alcuni esponenti del Movimento 5 Stelle, guidati dal primo firmatario Valentina Zafarana, hanno riacceso i riflettori su una questione che sembra sopita senza essere giunta ad alcuna soluzione. I membri consiliari denunciano la reiterata disapplicazione in Sicilia di una normativa che, oltre a promanare dal governo centrale nazionale, ha ricevuto un forte imprinting dalla Comunità Europea.
A partire dai primi anni ’90, la riconosciuta pericolosità latente dei materiali realizzati con amianto, in specie quelli prodotti e distribuiti dall’azienda “Eternit”, ha spinto a prevedere appositi programmi di smaltimento dei prodotti cancerogeni in questione e di bonifica delle zone che li hanno ospitati. La sentenza di condanna a carico dei dirigenti dell’impresa di Torino, principale produttrice di tali materiali, ha posto alla ribalta una tematica tanto più scottante quanto più considerata la larga diffusione di lastre, lamine e quant’altro realizzato proprio con la particolare composizione in fibrocemento.
Dal 1992, anno in cui l’amianto è dichiarato fuori legge, al 1993, in cui se ne vietano importazione, estrazione, lavorazione e commercializzazione, il legislatore si adegua di fatto alle stringenti necessità portate dall’urgenza di bandire nel più breve tempo possibile l’amianto dal territorio nazionale. Le successive linee guida inoltrate agli Stati Membri nel 1999 dall’UE, non lasciano ombra di dubbio sulla ferma intenzione da parte della comunità di bandire le letali composizioni in fibrocemento dai propri territori.
Iniziative, norme e schemi quadro non hanno fatto altro che ribadire, da allora fino ad oggi, l’indifferibile esigenza di elaborare specifiche iniziative di prevenzione, tutelando la salute di lavoratori e cittadini oltre che gli equilibri ambientali, istituendo capillari operazioni di sorveglianza sanitaria ed epidemiologica dei soggetti loro malgrado già esposti, garantendo una costante formazione – informazione di quanti siano per le più varie cause esposti al contatto con i materiali in esame e contribuendo, peraltro, a ramificare un serio sistema di informazione nei riguardi dell’intera popolazione.
Eppure, in spregio a questi così stringenti dettami, la Sicilia sembra ignorare il grave rischio cui la mancata adozione degli stessi la sottopone. Ogni anno, nella nostra isola sono almeno 70 le vittime sacrificali di questo sfregio ambientale, cui il mesotelioma pleurico – causato proprio dal temutissimo amianto – non lascia scampo.
Non vi è un censimento delle situazioni di rischio, manca una corretta formazione di operatori pubblici e privati impegnati nel settore, l’informazione è carente, i piani di smaltimento rifiuti pericolosi previsti dalla legge languono ancora nella mente del legislatore regionale, la normativa – in sostanza – non è correttamente applicata se non, in taluni casi, del tutto disapplicata.
La Sicilia strappa il lugubre primato della regione, nel Meridione, ove si registra il maggior numero di decessi imputabili all’esposizione all’amianto e il legislatore – affermano gli esponenti pentastellati – non si cura di predisporre concretamente una normativa di ravvicinamento delle disposizioni legislative locali a quelle UE, impedendo la richiesta armonizzazione normativa in tema di immissione sul mercato e uso di queste sostanze pericolose.
Insistenti le richieste dei grillini in merito a delucidazioni sulle dinamiche logistiche e sulle tempistiche che i vertici regionali intendono adottare per affrontare la spinosa situazione, recependo e applicando le direttrici ormai note a livello nazionale e comunitario e verificando eventualmente anche la sussistenza di responsabilità in capo ad esponenti dell’apparato burocratico regionale collegate ad omissioni.
Appelli ai quali fanno tuttavia riscontro risposte magre ed evasive, nel complesso insoddisfacenti. Tra le cui righe sembrano aleggiare le consuete politiche di rimpallo e le tattiche di rinvio spesso infelicemente messe in atto in tali circostanze. E infatti l’assessore regionale del Territorio e dell’Ambiente, Maria Lo Bello, ha posto l’accento sulla ripartizione di competenze tra il proprio assessorato e quelli di Sanità ed Energia nonché dei Servizi di Pubblica Utilità, specificando come l’interdisciplinarietà della materia abbia portato alla creazione di un apposito ufficio speciale, purtroppo già cessato agli inizi dell’anno.
Unica speranza è da riporre nella proposta di deliberazione avanzata dalla giunta di governo – cui la stessa Lo Bello fa cenno nella sua lettera di risposta – che reca la firma congiunta dei tre assessori al ramo e che prevede l’istituzione di una commissione regionale cui affidare il compito di predisporre un piano regolatore che tuteli dai rischi dell’amianto attraverso la decontaminazione, lo smaltimento e la bonifica dell’ambiente. (Sara Faraci)
In Sicilia, per grazia di Dio, non ci facciamo mancare nulla:
– La disoccupazione
– La Mafia nel commercio e nell’edilizia
– I Politici corrotti e complici del malaffare
– I concorsi truccati nelle università
– La mafia nelle istituzioni
– La mafia nell’imprenditoria (vedi centrali eoliche ecc)
– L’inquinamento di Milazzo e Priolo
– L’abusivismo edilizio anche nella Valle dei Templi (AG)
– La spazzatura fino al 2° piano
– I comuni sull’orlo del fallimento
– I costi delle istituzioni alle stelle
Ci mancava l’emergenza eternit
Secondo me, dello statuto autonomo ne possiamo fare solo un utilizzo ma oggi non mi va di essere scurrile.
PERCHè NON PARLATE DI QUELLO CHE STA SUCCEDENDO ALL’ASSEMBLEA REGIONALE CIRCA I COMPENSI DEI DEPUTATI ECC.?Anche Messina si trova in Sicilia, e anche su noi gravano i costi della politica!
SERVONO FONDI E MAGGIORE SENSIBILIZZAZZIONE – IN ATTESA DI TEMPI MIGLIORI,