Crocetta ferma il nominificio di Lombardo

Crocetta ferma il nominificio di Lombardo

Rosaria Brancato

Crocetta ferma il nominificio di Lombardo

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lunedì 05 Novembre 2012 - 16:21

Lombardo predispone la nomina di Lo Monaco a commissario della Provincia di Catania ma il neo governatore lo ferma. "Non vorrei trovare provvedimenti da annullare in autotutela. Non firmi impegni di spesa che possono sembrare opportuni alla sua giunta ma non in linea con il mio rigore". Tra le nomine in attesa di firma c'era anche quella del commissario del Vittorio Emanuele, Cintioli, che a questo punto pare sfumare.

Proprio non ce la fa a non fare quel che ha fatto negli ultimi 4 anni e fino all’ultimo minuto non è riuscito a resistere alla tentazione. Per Raffaele Lombardo nominare qualcuno è una specie di compulsione, un istinto irrefrenabile. E nonostante tra poche ore Rosario Crocetta, dopo aver vinto le elezioni, si insedierà in quella che è stata la sua poltrona da Presidente, Lombardo non ha resistito, ed ha continuato a firmare provvedimenti. L’ultima tentazione poi era troppo ghiotta: la nomina di un suo fedelissimo, Michelangelo Lo Monaco a commissario straordinario della Provincia di Catania, dopo le dimissioni, avvenute nei giorni scorsi di uno dei più acerrimi nemici di Lombardo, Giuseppe Castiglione, pronto a candidarsi alle Politiche del 2013. Quale migliore occasione per l’ex Governatore di piazzare un suo uomo nella “sua Catania” nel delicatissimo periodo che porterà alle nazionali? Ma stavolta a dire basta è stato il neo Presidente Crocetta con un comunicato al fulmicotone e che riguarda nomine e provvedimenti di spesa.

“Illustre Presidente- scrive Crocetta-, apprendo che ancora oggi vengono firmate dalla giunta e dai suoi assessori provvedimenti relativi a impegni spesa, incarichi, e contributi. A parte i criteri di legittimità che, sono sicuro gli uffici avranno valutato attentamente, essendo noto che nel periodo precedente e successivo alle elezioni non è possibile per legge dare alcun contributo; ritengo che al di là della proclamazione formale non vorrei trovarmi di fronte a molti provvedimenti da dover annullare in autotutela”.

Lo stesso ex Presidente della Provincia di Catania, Giuseppe Castiglione, appresa la notizia della nomina aveva commentato: “Complimenti a Lombardo per lo stile”. Le ultime nomine potrebbero riguardare anche Messina. Nei confronti del Cda del Teatro Vittorio Emanuele era infatti stato avviato l’iter per il commissariamento e l’ex assessore regionale Daniele Tranchida aveva individuato anche il commissario, l’avvocato Fulvio Cintioli. Il provvedimento è arrivato all’attenzione dell’Ars solo a fine ottobre, quindi fuori tempo massimo, perché la Commissione affari costituzionali aveva 15 giorni di tempo per esprimere parere da trasmettere alla giunta che avrebbe dovuto procedere con la nomina ufficiale. In teoria oggi scadeva il termine oltre il quale la (vecchia) giunta avrebbe potuto firmare l’incarico. Ma il comunicato di Crocetta ricorda agli “ex” che se non dovessero bastare motivi di stile e di opportunità ad indurli a non sfornare altre nomine, almeno la logica dovrebbe far comprendere che sono provvedimenti che la nuova giunta potrebbe revocare. Sembra da escludere che Lombardo incappi in un altro incidente diplomatico con Crocetta firmando la nomina per un altro commissario 24 ore prima dell’insediamento del suo successore, soprattutto dopo la precisazione del neo governatore, che ha sottolineato la gravità delle conseguenze di scelte non condivisibili anche sul piano economico. In tempi di crisi, non è il caso di vivere come se ci fossero ancora le “vacche grasse” è stato il messaggio sottinteso.

“Sottolineo inoltre che le situazioni della finanza regionale- ha infatti continuato Crocetta nella nota- meriterebbero sicuramente un’attenzione maggiore rispetto a impegni spesa che potrebbero sembrare opportuni all’attuale giunta, ma probabilmente non in linea con i miei indirizzi di rigore e spending review. Le sarò grato se eviterà di farmi trovare in situazioni che potrebbero crearmi imbarazzo”.

In poche righe il nuovo Presidente è stato chiaro, l’aria è cambiata e se ragioni di stile e opportunità non hanno spinto Lombardo e i suoi assessori a frenare l’hobby di firmare provvedimenti e lasciare un terreno minato ai successori, almeno sappia che queste nomine alla fin fine rischiano di durare lo spazio di un mattino.

Rosaria Brancato

8 commenti

  1. Vada per la questione di stile (!?), ma prima o dopo un commissario alla Provincia di Catania dovrà essere nominato, dal momento che Castigione si è canditato alle politiche e non si potrà lasciare l’ente al vicepresidente.
    Quindi si tratta solo di un nome diverso, un fedelissimo di qualcun altro.

    Io la definirei più una questione di opportunità politica. Questa sì.

    Attendo, sempre trepidante, di conoscere sulle tasche di chi verrà fatta la tanto decantata spending review di Crocetta.
    Chissà che non possa essere folgorato sulla via di Damasco…

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  2. x eclips3 ,non solo è questione di stile,ma è anche anche questione di “educazione”,per non usare altro, politica di astenersi per qualche giorno da prendere provvedimenti.Poi chi sfornerà Crocetta non importa,ma ora E’ lui il presidente e basta ed avanza.

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  3. Non comprendo il moralismo: la nomina invece di farla Lombardo la farà Crocetta, ovvero invece di metterci uno dell’MPA ci metteranno uno del PD o UDC.
    Benedetta ingenuità.

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  4. Oh, di grazia, allora non sono l’unico “malpensante” in questa città ora che si tratta di Crocetta?

    Sa, caro Fernando, quel che sta succedendo nella fattispecie mi ricorda tanto quanto accadde l’anno scorso in occasione dell'”investitura” di Monti. Tappeti rossi, sorrisi sperticati e saluti genuflessi. Il resto è storia.

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  5. Certo che non date una chance a nessuno!
    Ma è possibile che pensate sempre in negativo (vizio sicilianissimo…) Vogliamo avere un pò di fiducia o organizziamo un suicidio di massa e la facciamo finita???

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  6. Il risultato delle elezioni regionali ha sancito la supremazia del PARTITO DEMOCRATICO di CROCETTA su quella del PD ruota di scorta di Raffaele LOMBARDO. Il PD di GENOVESE è parte integrante di questa sconfitta, significa poco la messa di voti raccolti a Messina e provincia,semmai dimostra la forza di un vecchio sistema di interessi,che ha nella FORMAZIONE,nelle COOPERATIVE SOCIALI e in PALAZZO ZANCA,le punte più avanzate e consistenti.LOMBARDO chiamò nella sua giunta un’uomo di fiducia di GENOVESE,già assessore al BILANCIO dell’ex sindaco,il nostro concittadino Mario CENTORRINO,cui si deve il capolavoro della riforma della FORMAZIONE PROFESSIONALE,per essa vale il senso del discorso di Don Fabrizio,il famoso principe di Salina del Gattopardo,” tutto cambia affinché nulla cambi “. Ricordo agli smemorati del PD messinese,che l’ex governatore è indagato per concorso esterno in associazione mafiosa,reato che calza su misura agli uomini politici,peggio che appartenere a COSA NOSTRA, almeno i mafiosi conclamati sono conosciuti e più facili da combattere,quando c’è la volontà politica. Sarei stupito se CROCETTA chiamasse in giunta politici del cerchio magico di GENOVESE,come la brava Liliana MODICA,che è protagonista di un fenomeno curioso,l’appello dei dirigenti scolastici di Messina,che ancora qualcuno si ostina a chiamare PRESIDI, a sostegno di un assessorato regionale,quello dell’Istruzione e della Formazione Professionale,in continuità con CENTORRINO. Non sarebbe il caso che qualcuno avvertisse il Ministro Francesco Profumo per questa inopportuna invasione di campo dei ” presidi “.?

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  7. Caro EMIGRANTE, leggi Tempostretto in modo superficiale, sia la redazione che i commentatori hanno dato fiducia alle DONNE e GIOVANI di tutti gli schieramenti politici. La redazione ha dedicato molte video interviste al genere femminile, mentre i commentatori hanno visto nel ricambio generazionale e di uomini un segnale forte di rinnovamento politico. I risultati elettorali in parte ci hanno dato ragione. In DEMOCRAZIA conta chi vota, il Cardinale di Palermo evidenzia scarsa sensibilità democratica quando ridimensiona il consenso di CROCETTA ( che non ho votato ) proporzionandolo al numero dei siciliani che hanno diritto al voto e non su quelli votanti. Ma si sa, la Chiesa Cattolica è una monarchia assoluta. Semmai la forte astensione deve far riflettere i Partiti politici, indurli a cambiare atteggiamento sul finanziamento pubblico, sulla scarsissima rappresentività del territorio, sul conflitto di interessi, che certamente non riguardava solo BERLUSCONI, anzi per certi aspetti il suo era trasparente, mentre per moltissimi è nascosto nella nebbia del sistema di interessi che soffoca l’Italia.

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  8. Non so dove lei sia emigrato, ma in Italia funziona così.
    Personalemnte non mi suicidio affatto: la Sicilia e la Calabria non hanno futuro e sono state suicidate da una classe politica clientelare anche quando non era mafiosa. Guardi in Sicilia chi ha preso quasi 19.000 mila voti di preferenza senza avere mai proposto niente per Messina e manco per la Sicilia e si chieda come mai.
    Però è a sinistra, se fosse stato di destra avrebbero detto che era un voto clientalare o, peggio, mafioso.

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