Depositata agli atti della Commissione Bilancio di Palazzo Zanca la lettera della consulente dell’Anci Rasi. Tra i punti deboli del piano redatto durante la gestione commissariale: il mancato allineamento con le contabilità delle partecipate e l’ assenza di accordi con i creditori per la dilazione decennale dei debiti. Intanto, slitta il parere dei revisori sul documento contabile di chiusura esercizio riferito al 2012
I tempi per l’ approvazione del bilancio consuntivo 2012 di Palazzo Zanca si allungano ancora. Il Collegio dei revisori dei conti ha chiesto al commissario ad acta nominato dalla Regione, Antonio Garofalo, altri sette giorni per completare l’analisi del documento economico-finanziario, redigere la relazione finale ed emettere il parere da correlare all’atto, che ricordiamo essere obbligatorio ma non vincolante. Il termine di 20 giorni concesso dalla legge dal momento della trasmissione formale del bilancio è scaduto oggi, ma il presidente Dario Zaccone e l’altro revisore Giuseppe Ramirez hanno bisogno di almeno una settimana in più per portare al termine il loro approfondimento sul consuntivo, interrotto per qualche giorno a causa di un’altra delibera urgente arrivata sulla loro scrivania: quella riguardante il premio produttività dei dipendenti comunali, che ha rischiato di fare scoppiare una rivoluzione interna all’ente (vedi correlato).
Il commissario ad acta ha concesso una proroga di 7 giorni, ma ha fatto capire chiaramente che non ci saranno ulteriori dilatazioni temporali. Inizia, quindi, la full immersion dei revisori, il cui parere è atteso con “trepidazione” anche dai consiglieri comunali, che non intendono esitare l’atto in commissione senza il via libera dei tecnici contabili. Ed a proposito del Collegio dei revisori dei conti – che continua ad essere monco, cioè composto da due anziché da tre persone- lunedì mattina arriverà in Consiglio Comunale la delibera riguardante la nomina del terzo componente. I dr riproporranno il nome di Federico Basile, che potrà contare sui voti del Pdl e forse anche dell’Udc. Anche se qualcuno parla di accordo sottobanco tra i centristi e gli accorintiani, per far eleggere un revisore gradito agli esponenti di “Cambiamo Messina dal Basso”.
Intanto, sempre lunedì, ma in Commissione bilancio, arriverà la lettera firmata dall’esperta dell’Ifel, Ivana Rasi, più volte sollecitata e finalmente depositata agli atti dell’organismo consiliare presieduto dal consigliere dell’Udc Franco Mondello . Nel documento di due pagine, la Rasi -arrivata a Messina per conto dell’Ifel (Fondazione dell’Anci), a cui il Comune aveva deciso di rivolgersi per fare definitiva chiarezza sulla situazione economica dell’ente, dopo la guerra dei numeri tra Croce e l’ex ragioniere generale di Palazzo Zanca Coglitore – elenca la documentazione acquisita e fornisce alcuni suggerimenti al Comune di Messina per la rimodulazione del piano decennale di riequilibrio, dopo averne rilevato i punti deboli.
Con riferimento alle carenze del piano di riequilibrio, l’esperta dell’Ifel sottolinea che "non sono state poste in essere né quanto meno previste, misure di allineamento con le contabilità degli organismi partecipati dall’ente…” e che “non vi sono contratti di servizi stipulati con gli organismi partecipati, presupposto basilare per attuare la procedura di riequilibrio”. Su quest’ultimo aspetto anche la Corte dei Conti si era già espressa con durezza, bacchettando il Comune di Messina ed evidenziando che, in mancanza dei contratti di servizio, “i rapporti di debito/ credito sarebbero soggetti a pericolosi margini d’incognita, inconciliabili con qualsiasi logica di corretta corporate governance e, più in generale, con qualsiasi tentativo di risanamento dell’ente”.
Tra le criticità del piano redatto durante la gestione commissariale, c’è inoltre- secondo la Rasi- anche l’assenza di "accordi formalizzati con i creditori che consentano la dilazione decennale prevista nel piano per tutte le passività ivi considerate”.
Messi in evidenza tutti le i punti deboli del piano decennale di riequilibrio, a conclusione del documento, l’Ifel consiglia all’amministrazione comunale "di presentare un nuovo piano di riequilibrio che tenga conto di tutto quanto esposto…".
Adesso, sta all’esecutivo di Palazzo Zanca recepire le indicazione dell’ Istituto per la Finanza e l’Economia locale. (Danila La Torre)
peove di scrittura vediamo se e0′ ok
Con due clic leggetevi, se ne avete voglia, i due ultimi contratti decentrati firmati da Giuseppe BUZZANCA, dove il sindaco, con l’ambizione di sedere a Palazzo Dei Normanni, premia la p r o d u t t i v i t à di tutti i dipendenti di Palazzo Zanca, più del 90%, come si fa a non avere nostalgia di PEPPINO: quannu cera iddu! I due contratti sono istruttivi per comprendere il detto, una mano(personale a tempo indeterminato) lava l’altra(dirigenti) e tutte e due lavano il viso(amministratori). Un clic per il FONDO ANNO 2011. AREA DELLA DIRIGENZA, e un clic per ACCORDO CCDI PERSONALE A TEMPO INDETERMINATO ANNO 2011. Buona lettura.
http://www.comune.messina.it/il-comune/contrattazione-decentrata/
Quando nel 2009 dissi che i “bilanci economici di previsione” dell’Atm dal 2003. non erano veritieri e che, dalla stessa data, i “Bilanci di esercizio” erano da rottamare perché compilati difformemente alle imposizioni stabilite dalle leggi vigenti in materia di “finanza pubblica locale”, sono stato, inizialmente, creduto tant’è che mi è stata data la possibilità, con inizio dal 2009, esseno stato nominato espero di “contabilità pubblica” all’Atm dal Commissario straordinario dr. La Corte su suggerimento dell’allora sindaco di Messina dr., Giuseppe Buzzanca di potere “ALLINEARE” la contabilità della azienda speciale a quella dell’ente di riferimento (Comune di Messina), operazione questa, a parole, inizialmente molto gradita al direttore generale pro tempore ing., Claudio Conte. Si è lavorato intensamente e con ottimi risultati sino a quando è stato nominato un nuovo consulente (dottore commercialista) contabile all’Atm nella figura di un noto commercialista messinese il quale, appena insediatosi, ebbe a chiarire che, dell’allineamento delle contabilità dell’azienda con quella del Comune poco gliene importava e che, per il futuro, la contabilità dell’azienda avrebbe dovuto seguire l’impostazione che lo stesso avrebbe indicata. Cosa era successo, almeno a me non è dato conoscerlo. Sta di fatto si ostacolò l’operazione di “allineamento” delle contabilità che avrebbe avuto, anche nel futuro immediato, ripercussioni gravi, sopratutto, nella completezza della contabilità dell’ente proprietario ossia il Comune di Messina. Ma tutto questo i nostri lettori ne sono a conoscenza e, poiché tutti, compresa la Corte dei Conti, adesso reclamano il “mancato “allineamento” delle contabilità adesso hanno il diritto di chiedersi come mai nessun organo è intervenuto per farne chiarezza. Oggi, leggo, che anche gli esperti dell’ANCI incaricati dall’attuale amministrazione per dfare chiarezza sui “conti del Comuni” contestano il mancato allineamento fra le contabilità del Comune e quella della azienda speciale (Atm) ma anche delle partecipate, pur sapendo, almeno lo spero, che, allo stato, tale allineamento “NON ESISTE” e che trattasi di una operazione difficile da portare a compimento da parte di un soggetto veramente “esperto” in contabilità pubblica” e non “fasullo” dato che si tende convertire le “rilevazioni contabili” di una azienda gestita secondo i principi dettati dal “codice civile” in una azienda da gestire secondo i principi di una azienda pubblica che fanno riferimento alle norme del “testo unico dell’ordinamento contabile degli Enti locale”. Per ottenere risultati apprezzabili ci vorrebbero settimane e professionisti “effettivamente” esperti in materia di “finanza pubblica”. L’odierna amministrazione si è dimostrata incapace di risolvere tale problema, per paure o per omertà, per cui ha partorito un “bilancio consuntivo 2012” deficiente sotto il profilo contabili e “carente” degli allegati previsti dalla legge. Ed allora sono giustificati i ritardi ed è “giustificata” la “preoccupazione” da parte dell’organo di revisione contabile chiamato ad esprimere il proprio parere favorevole sul documento contabile, anche se non “vincolante. purché privo, anche perché irrilevanti sotto l’aspetto giuridico, di condizionamenti e di proprie espresse riserve, in relazione alla palese di concreta “non concordanza” contabile con le aziende o società ad esso collegate, la cui documentazione (bilanci consuntici), d’altra parte, per legge, avrebbe dovuto essere allega al “bilancio Consuntivo 2012” al quale ne avrebbe dovuto costituire parte integrante. Sono certo che il ritardo è da collegare, quindi, al fatto, che il collegio sindacale, obbligato ad esprimere un pare su di un documento contabile perivo della documentazione obbligatoriamente imposta dalla legge, non intende ricalcare il passato per non aggravare una situazione la quale, se dovesse essere garantito il rispetto delle procedure contabile, ci porterebbe ad uno “stallo” difficilmente da superare. Commento in libertà, tanto nessuno mi legge oppure, se mi legge, non mi comprende oppure, peggio, fa finta di non capire quello che intendo dire.
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