Dopo la trasferta di Foggia mister Modica parla di palle gol create e non concretizzate, ma sa bene pure lui che bisogna smuovere la classifica
MESSINA – Situazione complicata in casa Messina, la quarta sconfitta consecutiva a Foggia ha fotografato ancora una volta una squadra spenta e incapace di reagire allo svantaggio, oltre che alla situazione che sta vivendo. In questa stagione otto volte è andata sotto per prima e solo in un’occasione ha poi strappato il pari, nelle altre sette ha incassato le sette sconfitte in quattordici partite di questo campionato. “Come prestazione almeno la squadra si è mostrata vogliosa a differenza delle tre partite precedenti” ha dichiarato mister Modica dopo il triplice fischio.
In realtà ci si aspettava ben altra reazione vista la “rivoluzione” lasciata intendere anche a livello di formazione titolare e il momento da cui si veniva. Ma la quarta sconfitta consecutiva, tra l’altro senza segnare reti, va in contrasto con l’analisi del tecnico dopo la partita: “La squadra giochicchia – ha detto l’allenatore Giacomo Modica dopo la partita di Foggia – ha lavorato e ha fatto anche bene a tratti. Abbiamo sbagliato qualcosa in termini di attenzione, anche sul rigore preso. Non si può concedere un penalty così. Peraltro ne manca qualcuno a noi nella loro area di rigore. Però se crei cinque-sei palle gol e non segni poi chi vince ha ragione”. I primi venti minuti in cui il Messina ha provato a pungere il Foggia non bastano, questo Messina non è sufficiente, non era questa la reazione che si sarebbe dovuta vedere in campo.
Messina rischia un novembre nero
Le partite si possono perdere, o anche vincere, contro tutti. Dimostrazione ne sono nella giornata di ieri i risultati arrivati a Monopoli, 3-0 contro il Benevento, e ad Avellino, sconfitto 1-3 contro il Giugliano. Sembra che però questa regola non valga per il Messina, perché è vero che il mese di novembre portava con sé partite difficili, ma riuscire a perderle tutte sarebbe un pessimo segnale e per la legge dei grandi numeri, spesso invocata, non dovrebbe accadere.
Dopo Taranto, Benevento, Latina ora la sconfitta col Foggia, sabato in casa al “Franco Scoglio” arriva la capolista Juve Stabia, altro match in cui il Messina non parte con i favori del pronostico, e alla prima di dicembre la trasferta a Monterosi Tuscia rischia di dare la mazzata in quanto i laziali sono al momento ultimi e potrebbero operare il sorpasso in quella sfida, se non addirittura arrivare già davanti allo scontro salvezza.
La salvezza, sembra una maledizione ma appunto il Messina anche in questa stagione lotterà per la salvezza. Non ci si aspettava certo di fare un campionato di testa, ma lottare per non occupare anche quest’anno l’ultima posizione, come nei fatti si sta mettendo guardando la classifica, dopo le prime partite si sperava di evitarlo. La classifica poi come era stato nelle prime giornate non è più compatta, una vittoria qualche settimana fa ti riportava quasi in zona playoff, adesso si sta creando un solco con sei squadre sul fondo in appena quattro punti mentre a distanza di cinque lunghezze quelle che inseguono il trenino playoff.
Gol da fermo e scelte tecniche
Altra situazione che inizia a preoccupare poi è la rassegnazione sui gol subiti, ora su situazioni da fermo. Se in parte nelle ultime giornate il Messina ha messo un freno ad alcuni errori difensivi a palla in movimento, quali ad esempio avversari che scappano o linea che sale male, sembra ora abbia difficoltà a difendere su azioni da fermo. Nella giornata di ieri i due gol arrivano su calcio da fermo, il rigore procurato a sua volta da una trattenuta su calcio d’angolo e poi nella ripresa il Messina punito direttamente dalla bandierina. Sempre su corner il Messina ha subito anche la rete contro il Benevento e la seconda contro il Latina.
L’attacco non produce più azioni nitide e non si sa se imputarlo al tridente offensivo, o al tridente mediano che dovrebbe servire gli attaccanti. Ieri, per forza di cose tra squalifiche, infortuni e acciacchi, un’altra formazione ancora diversa. Ma quello che lascia di stucco è stata la scelta di schierare praticamente tutti i centrocampisti dal primo minuto in campo e aver tentato la carta della punta, doppia, solo nell’ultimo quarto d’ora. Delle scelte che se non sono giustificate fanno pensare che anche Modica sia in confusione.