Dall'alba al tramonto. Arte, canti e poesie per il Rito della Luce

Dall’alba al tramonto. Arte, canti e poesie per il Rito della Luce

Dall’alba al tramonto. Arte, canti e poesie per il Rito della Luce

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lunedì 23 Giugno 2014 - 07:03

Migliaia di visitatori, oltre centro artisti e diverse decine di studenti protagonisti per celebrare la Piramide 38° parallelo a Motta d’Affermo

Col buio della notte a fare da mantello hanno attraversato un percorso incorniciato da chilometri di tulle bianco e da centinaia di tremule candele accese. Tra gli ulivi secolari di contrada Belvedere, in un’altura nel territorio di Motta d’Affermo, migliaia di visitatori vestiti di bianco hanno sfilato in religioso silenzio per giungere al cospetto della Piramide 38° parallelo di Mauro Staccioli. Poi sono penetrati nel suo ventre che li ha accolti come il grembo di una mamma con i suoi figli. E’ qui che hanno aspettato l’arrivo dell’alba. Tutt’attorno un’apparizione corale di Muse, poeti, musicisti e danzatori. Una performance a cura di Giana Guaiana e coordinata da Daniela Thomas andata in scena tra le antiche pietre, ferrose e corrose dal mare, trovate durante la costruzione dell’opera di Staccioli e disposte a spirale. I poeti hanno offerto il dono della parola accompagnata dalla sacralità della musica di tamburi, arpe, flauti e voci. Un rito propiziatorio per rendere omaggio alla luce e per invitare le coscienze ad elevarsi. Poi il corteo ha lasciato l’interno della scultura di Staccioli e si è disposto sull’altura che guarda il magnifico scenario delle Eolie per accogliere il nuovo giorno. E’ stato in quel momento che i raggi del sole, emersi dal mare, hanno acceso di rosso la Piramide, accarezzandone il volto di metallo ossidato dall’aria.

Nel giorno del Solstizio d’estate, quando le ore di luce hanno prevalso su quelle del buio, la Piramide 38° parallelo ha celebrato con grande successo di pubblico la quinta edizione del “Rito della Luce” che porta la firma della Fondazione Fiumara d’Arte. Sono stati migliaia i visitatori presenti al Rito segno che l’energia e il fascino sprigionati nel corso del tempo non solo si sono accresciuti, ma si sono anche rafforzati. Un Rito che si è ripetuto anche al tramonto quando la luce è penetrata all’interno della scultura di Staccioli attraverso un taglio sullo spigolo orientato a Nord-Ovest, in direzione di Cefalù. Oltre centro gli artisti che hanno partecipato alla celebrazione riempiendo gli spazi di una suggestiva atmosfera. Il percorso ciclico della luce si è così intriso di un vibrante significato simbolico. “Quest’anno, nel giorno del Solstizio d’estate – ha sottolineato Antonio Presti, mecenate siciliano figlio della sua Utopia, che dal 1982 ad oggi ha realizzato sui Nebrodi il più grande parco di arte contemporanea a cielo aperto di tutta Europa – abbiamo visto sorgere e tramontare il sole dallo stesso punto. Ci siamo colmati di luminosità inspirando profondamente l’alba e abbiamo restituito al tramonto quel lungo respiro luminoso. In questa restituzione d’anima e luce, abbiamo offerto al Cosmo una rigenerazione attraverso noi stessi. Il Rito è stato quest’anno sigillo del divenire: stesso punto di partenza, stesso punto d’arrivo e compimento”.

Protagonisti anche numerosi studenti dell’istituto comprensivo di Tusa, Castel di Tusa, Pettineo, Castel di Lucio e Motta d’Affermo; dell’istituto Manzoni di Mistretta e del liceo artistico di Santo Stefano di Camastra. Ed è proprio alle nuove generazioni che la Piramide ha “parlato”, diventando simbolo di resistenza a quella politica istituzionale che non promuove più la conoscenza come valore di futuro. Al calar del sole, quando il metallo ha cominciato ha raffreddarsi, l’opera di Mauro Staccioli si è rivolta con crepitii ed echi ai visitatori. “Nell’era dell’autoreferenzialità e della democrazia mortificata dall’arroganza di un potere egoista, mediocre e miope, la Piramide vuole affermare il potere della spiritualità e della trascendenza– ha spiegato Antonio Presti -. Cima di una cima, diventa faro che irradia la luce della conoscenza, di cui le arti sono strumento indispensabile, e ammonisce il potere contemporaneo ad impegnarsi affinché le nuove generazioni possano ritrovare il senso di un corretto sentire.

Particolarmente affascinante l’apparizione del “Mandala” ai piedi della Piramide che quest’anno è stato firmato all’artista Milo Floramo con la collaborazione di Eugenia Rossello. Di antichissime origini e presente in diverse culture, il “Mandala” rappresenta un disegno simbolico universale. A ispirare in questa edizione l’opera, è stata la “Luce rigenerata” condivisa con il pubblico presente. In tanti, infatti, hanno aiutato a completare la suggestiva installazione inserendo all’interno dell’immagine ciotole d’acqua e candele accese.

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