La normativa impone nella compilazione delle liste per le regionali l'alternanza tra uomini e donne. Così i partiti sono alla disperata ricerca delle "quote rosa", non perchè ritengano le donne candidate eccellenti, ma perchè lo prevede la legge. Infatti all'Ars dal '47 sono state 24 le deputate fino al 2008, contro i 1.260 deputati uomini, una percentuale che sfiora appena il 2%...
I partiti hanno un problema serissimo, armati di pallottoliere e binocolo sono alla ricerca di quote rosa da inserire nelle liste. A causa di un bizzarro capriccio del fato e del legislatore le liste per le regionali dovranno obbligatoriamente avere un uomo ed una donna alternati, quindi supponiamo con il massimo di candidati previsti per ogni lista (11) dovranno essere 4 donne e 7 uomini.
Come nel film “Cercasi Susan disperatamente”, i segretari dei partiti sono alla spasmodica ricerca di esemplari di sesso femminile non necessariamente interessate alla politica ma almeno disposte a firmare la candidatura.
Attente, “fimmini missinisi”, se uno di loro vi invita al bar per un caffè, fossi in voi rinvierei. Se ti guarda con gli occhi dolci e fa il cascamorto non è affatto interessato ai tuoi doni di natura… Non è un serial killer, né un cacciatore di dote, a lui basta solo un tuo sì. L’unica “proposta indecente” che ti vuol fare non ha nulla a che vedere con le tue arti ammaliatrici. Tu hai una cosa che lui non possiede: la quota rosa e nella fase della compilazione delle liste è pronto a tutto per averla. Se ti telefona un ex compagno di liceo che non vedi da 35 anni non lo fa perché è divorziato e vuol rifarsi una vita ma ti chiama perché si ricorda che vieni bene in fotografia, quindi i tuoi manifesti elettorali faranno furore.
Molti di loro col passare degli anni e dei mandati hanno esaurito la scorta di parenti e amiche disposte a far un favore e dopo aver provato pure con le vicine di casa finiranno per il setacciare le Case di riposo e i giardinetti alla ricerca delle mitiche “riempilista”.
Già perchè per loro quel che conta è riempiere quella casella che il legislatore si è ostinato a riservare alle donne, “nonostante- rimurginano i politici- persino i muri sappiano che le donne non portano voti, non fanno clientele, ritardano alle riunioni perché hanno bambini e non capiscono niente di politica…”
Insomma, riempire la casella rosa della lista è una fastidiosa incombenza come quella di non lasciare i calzini in giro quando se li tolgono la sera. Se davvero ritenessero preziosa e indispensabile la presenza delle donne le cercherebbero tutti i giorni e le inserirebbero nelle poltrone che contano, quelle vere,ma per favore, risparmiateci l’orrendo e inutile assessorato alle pari opportunità. A Palazzo Zanca, giusto per fare un esempio, c’è un solo assessore donna, Elvira Amata, e a Palazzo dei Leoni ce ne sono solo due su quindici. I nostri partiti fanno come quelli che si ricordano dei parenti solo a Natale.
Così mentre c’è la fila per i maschietti che con il coltello ai denti si contendono fino all’ultimo posto utile, barattandolo con poltrone da assegnarsi nel corso degli anni per le donne avviene l’esatto contrario. Sono vittime sacrificali, messe lì solo per dovere burocratico, e spesso, proprio perché sono stufe di essere cercate solo in campagna elettorale, non se ne trovano. E quando le trovano il loro destino è segnato. Lo dicono i numeri. All’ARS dal ’47 ci sono state solo 24 DEPUTATE CONTRO 1.260 DEPUTATI. Una percentuale che non raggiunge il 2%, neanche i Panda in estinzione sono così pochi. Nell’ultima legislatura sono 3 SU 90:Marianna Caronia, Giulia Adamo, Concetta Raia, nessuna messinese. Ovviamente non parliamo dei governi regionali. Per 50 anni, dal 1947 al 2007 non c’è stata una donna in giunta. La prima era una messinese d’origine, eletta nel ’47 nelle file della Dc. Paola Tocco Verducci, dottoressa in chimica e farmacia, è stata assessore del governo Restivo-Alessi. Per vederne un’altra abbiamo dovuto aspettare MEZZO SECOLO, con Marina Noè, tra l’altro dopo una lite furibonda tra Cuffaro e Miccichè.
Tornando alle donne all’Ars vi sono state 5 legislature senza una sola donna deputato: la II (51-55), IV (59-63), V (63-67), VII (’71-’76) X (’86-’91) e 2 legislature, la VI (’67-’71) e la XII (’97-2002) CON UNA SOLA DONNA (Anna Grasso nella VI e Simona Vicari nella XII). Paradossalmente abbiamo invece avuto, solo di recente, donne candidate alla Presidenza: Rita Borsellino, Anna Finocchiaro, Sonia Alfano.
Se in questi mesi cercano donne per le liste non è perché abbiano cambiato idea e vogliano sostenerle, è solo perché lo impone la legge, sono carne da macello. Non saranno mai disposti a candidarti per farti eleggere. Il sostegno vero va a un uomo.
L’ex sindaco Mario Bonsignore mi raccontò di come la sua segretaria (negli anni Dc), messa in lista all’ultimo momento, negli anni d’oro dello scudo crociato, divenne poi per una serie di casualità deputato. Si chiama Maria Postorino. Se il caso non ci avesse messo lo zampino lei non sarebbe mai entrata all’Ars, peraltro non rientrava neanche nei suoi sogni. Eppure le donne in politica ci sono, ma se va bene le fermano a Palazzo Zanca e a Palazzo dei Leoni.
Cito alcune tra le papabili donne in lizza a ottobre Daniela Bruno, Pinella Aliberti, Anna Maria Genovese,tra le papabili Chiara Giorgianni, (Udc)), Liliana Modica, Emilia Barrile (Pd), Elvira Amata, Bernarda Grasso (Grande Sud). Ne ho nominate solo alcune, molte delle quali fanno politica dallo stesso tempo ed in alcuni casi da più tempo di altrettanti colleghi maschi.
Mi chiedo spesso se le quote rosa siano un bene o un male e non riesco mai a darmi la risposta giusta. Il problema è come si utilizzano le quote rosa. Il problema è come usi gli strumenti che il legislatore ti mette a disposizione per abbattere le barriere architettoniche mentali e di costume. E’ come se una squadra di ragazze bendate, con una gamba legata dovesse giocare contro una squadra di serie A che si è comprata l’arbitro e si è pure fregata la palla.
Così facendo, solo lo zampino del fato potrà far verificare un altro caso Maria Postorino.
Rosaria Brancato
capisco che negli “uomini” non ci sono saette, anzi…
ma alcuni nomi che lei ha fatto…. u signuri mi ni scanza e libera….. anche nel gentil sesso esiste lo squallore.
Quindi, io mi sento un grande sostenitore dell’uguaglianza, spero che la quota non serva a mettere il peggio delle donne.
“Tu hai una cosa che lui non possiede: la quota rosa”
ora si chiama quota rosa ?????
complimenti, scriva più spesso, non hanno diritto solo gli uomini alla tastiera.
Perdonate la poca originalità ma c’è un modello di donna in politica che molti sicuramente ricordano e lo cito ad esempio:”Se vuoi che venga detto qualcosa chiedi a un uomo, se vuoi che venga fatto qualcosa chiedi a una donna.”
(Margaret Thatcher)
E, comunque, alla nascita siamo tutte femmine sta a noi diventare DONNE. Come i maschietti, alcuni diventano uomini, moltissimi non lo saranno mai. Credo di aver espresso il mio parere 😀
poi non vi lamentate se il berlusca si da al Bunga Bunga con le quote rosa!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
…………… cercasi disperatamente moglie o cugina (o comunque parente molto stretta) di politico (anche scarso) per posto di prestigio nel “listino” delle quote rosa.
Per la “fimmina” priva di referenze, si consiglia di cercare “compagno” politico anche mediante relazione extraconiugale, non si sa mai ……. alle volte. Astenersi perditempo e “fimmini” che cercano relazione stabile.
Ma che commenti sono? Uomini ci aspettavamo un sano confronto… e va bene, significa che alla fine è vero:niente cambia e tutto resta uguale.