Un momento da dedicare a se stessi, un angolo dalle luci soffuse, per raccontarsi e raccontare, e ritrovarsi nei racconti degli altri. Inviateci pure i vostri lavori, romanzi o racconti a raccontodellasera@gmail.com: i migliori diventeranno Il Racconto della Sera.
Lo spiazzale delle voci incrociate
Svoltando a sinistra dopo il banchetto delle caldarroste all'angolo della strada, proseguendo su un marciapiede dalle piastrelle sconnesse, accecato dai rossi gialli bianchi delle automobili in coda nella sera, imboccando una salita ripida ancora a sinistra, tra lamiere sparse maldestramente e pneumatici impilati sotto le insegne delle officine, oltre il reticolato d'acciaio dell'impalcatura abbarbicata come una ragnatela sulla facciata d'una casa e proprio sotto i fili traslucidi che si tendono tra le finestre del nuovo quartiere che ti si è appena aperto davanti, troverai, a Zancle – antica città-porto delimitata ad Oriente da uno Stretto di mare e all'altro capo dalle morbide curve dei colli che ombreggiano su torrenti ricoperti d'asfalto – uno spiazzale che, certo, ne hai già visti di più grandi nella tua vita, ma dove gruppi di cittadini si riuniscono a leggere ad alta voce le pagine del tuo libro preferito.
Siedono a terra sui gradoni di una scalinata di marmo, alla luce di una serie di palloni luminescenti in cima a pali di ferro zigrinato, si affacciano tendendosi oltre le balaustre dei balconi, sporgono il busto fuori dalle finestre e, a turno, ognuno legge un capitolo, una pagina, una riga; chi l'incipit, chi una scena d'amore, chi la descrizione di un paesaggio, un dialogo, un flusso di coscienze, con le loro voci danno forma alle parole. In cambio non chiedono nulla, è solo per il piacere di leggere, è solo perché tu ti fermi ad ascoltare.
Tu l'avevi sfogliato eccome quel libro: ti aveva fatto compagnia nelle notti fuori casa, durante i viaggi in treno, lo tenevi in mano la sera, prima di addormentarti, lo consultavi in biblioteca il giorno che hai conosciuto tua moglie, ne avevi parlato con gli amici quella sera al pub, lo avevi prestato a tuo padre; adesso quelle parole ti suonano inattese, come fosse la prima volta che le ascolti, perché ogni lettore modula la voce preferendo questo o quel paragrafo, alternando toni e ritmi, sottolineando con un accento particolare quel verbo o quel nome che non ti erano sembrati poi così importanti, facendo parlare i personaggi con la r moscia che non hai, con il dialetto di una terra a cui non appartieni; pensi per la prima volta che il tuo modo di leggere libri è solo uno dei tanti modi possibili, diversi per quanti sono i lettori, t'accorgi delle molteplici voci dei personaggi (nella tua testa, invece, parlavano solo con la tua); qualcuno si interrompe facendo battere la lingua sui denti per quel punto e virgola a metà capitolo, passa un dito sul naso nella pausa tra un punto e l’inizio del prossimo paragrafo, apre o chiude le vocali meglio di te, scopri che la risposta di quel personaggio non era di biasimo – come t'era finora sembrato – ma di accusa, che quel grido era di disperazione e non di rabbia, quella dichiarazione velatamente erotica, quelle risate d'un gusto genuino, ma un po' malinconiche… alla fine, per quanto tu possa conoscerlo a menadito, il libro si rinnova ad ogni lettore, é la pluralità delle loro voci, anche di chi balbetta, di chi incespica con le anastrofi e le allitterazioni, di chi perde il filo, di chi salta un avverbio, una congiunzione, un intero paragrafo, di chi dimentica le pagine o ne volta due insieme. Ti si approntano davanti due gallerie di personaggi, quelli che leggono e quelli che vengono letti, perché un libro esiste solo se viene letto, solo se le sue parole viaggiano di bocca in bocca sulla punta della lingua, sfiorando le labbra come un bacio.
Ogni sera, a Zancle, sotto cieli cobalto, illuminati da lampade al neon, tra i profumi di cornetti caldi e brioches che salgono dalle panetterie, un libro passa di mano in mano e nel loro alternarsi i lettori lo ricreano, lo fanno pulsare, lo smontano e ne ricompongono i pezzi ad ogni nuova lettura. Ti unisci a loro, siedi a terra nel cerchio di gente. É il tuo turno di leggere.
Schiarisci la voce e cominci: "Svoltando a sinistra dopo il banchetto delle caldarroste…"
Ignazio Lax
Dicono di me… Greta, giocatrice di ruolo: artista poliedrico, uomo cubico. Adriano, alfista: un amico che diventa un fratello, unione di arti antitetiche. Alessandra, bischera: libero pensatore. Riccardo, sodale: sei multitasking. Francesco, videogamer, e Lana, cagnolina: da conoscere, vi travolgerà. Incredibile! Luca, storico: occhio sempre sveglio! Federica, biondina: Il ragazzo dalle mille curiosità..diplomatico. colto..con uno spiccato senso dell'umor.. continua sorpresa. Vittorio, pugile e compagno di banco: Una persona impegnata; ci vediamo in Svezia! 21 anni, occhi castani, messinese e per metà argentino.
Sono cresciuto con l'aria dello Stretto nei polmoni barcamenandomi tra lunghe passeggiate, scrittura creativa, teatro ed arti circensi. I viaggi che hanno portato in giro me ed i miei spettacoli mi hanno fatto sentire sulla pelle il calore di innumerevoli pubblici e dei valori più sinceri degli artisti: amicizia, rispetto, altruismo. Ora che ho lasciato le scene, studio Lettere Classiche al DiCAM di Messina, dove sono anche rappresentante degli studenti, vivo la passione per libri, filologie, manoscritti, papiri, storiografie e poesia ed inseguo a tempo pieno il sogno della scrittura, dell’imparare da tutte le esperienze, della condivisione, della curiosità, di una letteratura che nasca dalla vita,ne sia parte pulsante.