In Appello è stata confermata la condanna a 7 anni di reclusione per Enrico Fumia, ritenuto vicino al boss dei Mazzarroti, Tindaro Calabrese. Secondo l'accusa chiese il pizzo ad un gioistraio di Oliveri dopo aver commesso alcuni attentati incendiari.
La Corte d’Appello ha confermato la condanna a sette anni di reclusione per Enrico Fumia, accusato di aver chiesto il pizzo ad un giostraio di Oliveri per conto del clan dei “Mazzarroti”. Nel 2009 Fumia fu arrestato insieme con due complici, due personaggi di spicco della famiglia mafiosa di Mazzarrà S.Andrea. Secondo l’accusa, dopo aver eseguito numerosi attentati incendiari costrinsero il giostraio a pagare il pizzo. I tre si presentavano come emissari del boss Tindaro Calabrese. Stamani il Procuratore Generale Maurizio Salamone aveva chiesto la conferma della sentenza di primo grado.