La compagnia replica alla nota dell'Autorità Portuale sull'aggiudicazione della Rada di San Francesco
MESSINA – “L’AdSP dello Stretto considererebbe evidentemente dettagli di scarso rilievo, poco importanti se non sostanzialmente ininfluenti le obiezioni di chi – partendo da noi per finire ai giudici del Tar di Catania – considera invece valori pregnanti la condivisione, il confronto, la partecipazione. Valori tanto più ineludibili quando ci sono in ballo gli interessi e i destini di una collettività, di una città”. Caronte & Tourist replica all’AdSP, che in una nota – commentando le sentenze del Tar di Catania – aveva proposto una rilettura che a Rada San Francesco definiscono “surreale”.
“Non è corretto affermare – scrive C&T – che il TAR avrebbe annullato gli atti dell’AdSP per “aspetti procedurali” e vizi unicamente formali, atteso che il Giudice amministrativo ha, invece, disposto l’integrale annullamento degli atti dell’AdSP per ragioni di natura sostanziale, legate al difetto di istruttoria e al fatto che è mancato il corretto esercizio della discrezionalità.
“Non corrisponde al vero – continua la nota della Compagnia – che il TAR abbia condiviso la suddivisione in due parti dell’approdo di Rada San Francesco, avendo solo ricordato di non potersi sostituire all’Amministrazione. Il TAR ha invece sottolineato che queste scelte (che impattano sullo svolgimento del servizio di traghettamento e conseguenzialmente sulla qualità della vita delle comunità interessate) devono essere valutate con le imprese e con il territorio, in primis con il Comune di Messina. È stata dunque rilevata una lacuna sostanziale che incide sull’impianto complessivo degli atti amministrativi adottati dall’AdSP.
“In realtà – aggiunge ancora C&T – non di questioni di dettaglio si tratta. Né si parla soltanto di astratti principi. Perché certe decisioni e certe procedure non sono soltanto un vulnus per la democrazia ma comportano inefficienze e costi per la collettività. All’AdSP sanno – ad esempio – che dopo la presunta rivoluzione a Rada San Francesco imbarcare un mezzo sarebbe inevitabilmente costato 5 euro in più dal Terminal 1 e 10 euro in più dal Terminal 2? Si tratta di un aumento del costo del traghettamento tra il 5 e il 15%. Qualcuno aveva fatto questi conti? Qualcuno ha fin qui ricordato, facendo professione di onestà intellettuale, che la concorrenza è già assolutamente possibile adesso, a Rada come in qualunque altro approdo non utilizzato? Qualcuno si è posto il problema delle due biglietterie, una delle quali esistente ma l’altra che sarebbe – nel caso – consistita in un banchetto e un operatore ambulanti, con l’ovvio corollario di lentezze e code di auto in città tutto l’anno?”.
Sceneggiate Napoletane alla Messinese
Dovete andare via dalla Rada di San Francesco e restituirla ai messinesi senza ma e senza se.
Una grande verità ha detto De Luca ; in Sicilia per i soldi non si può avere il giusto.