Raffineria di Milazzo. Gli ambientalisti: “Ridicolo sostenere che i limiti siano irraggiungibili”

Raffineria di Milazzo. Gli ambientalisti: “Ridicolo sostenere che i limiti siano irraggiungibili”

Redazione

Raffineria di Milazzo. Gli ambientalisti: “Ridicolo sostenere che i limiti siano irraggiungibili”

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mercoledì 01 Luglio 2020 - 15:30

Gli ambientalisti intervengono sull’incontro tra sindacati e amministrazione di ieri, prendendo in esame la questione della Raffineria di Milazzo.

Anche il fronte ambientalista interviene sulla questione della Raffineria di Milazzo. Al centro del dibattito ancora il Piano della Qualità dell’Aria e i limiti imposti, ritenuti troppo rigidi dai vertici della Raffineria. Un punto, questo, sul quale gli ambientalisti hanno espresso un parere diametralmente opposto.

Le dichiarazioni degli ambientalisti

«Nella valle del Mela è sempre più diffusa la consapevolezza che un nuovo patto tra produzione, salute e ambiente sia ormai irrinunciabile e che questo necessiti di massicci investimenti. Per questo ci appelliamo ai lavoratori ed alle loro organizzazioni per aprire subito un tavolo per riprogettare, insieme, il futuro del polo industriale e del territorio». È quanto si legge in una nota a firma dell’Associazione ADASC, del Coordinamento ambientale Milazzo-valle del Mela, del Comitato dei cittadini contro l’inceneritore del Mela e del Movimento No inceneritori – valle del Mela.

Gli ambientalisti hanno quindi aggiunto: «Il Piano dell’Aria rappresenta il primo atto concreto capace di dare un po’ di respiro a territori che da decenni pagano gli effetti di un inquinamento sconsiderato. Lo fa imponendo l’implementazione delle migliori tecnologie capaci di ridurre l’inquinamento, mantenendo occupazione e livelli produttivi. I limiti adottati nel Piano sono quelli più avanzati individuati in uno specifico documento della Comunità Europea (le “BAT Conclusions”) sulle migliori tecnologie disponibili. È quindi ridicolo sostenere che sono “irraggiungibili”, a meno che non si dimostri che la comunità europea si sia sbagliata».

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