Si apre il dibattito sul decreto approvato dal ministero della Transizione ecologica lo scorso 11 gennaio, che coinvolge la raffineria di Milazzo
Torna sotto i riflettori la vicenda della raffineria di Milazzo, legata a doppio filo alla questione della transizione ecologica. Dopo il decreto approvato dal ministero della Transizione ecologica lo scorso 11 gennaio, con il quale vengono stabiliti i limiti di emissione nell’ambito dell’autorizzazione integrata ambientale, giungono le prime reazioni dal mondo politico e sindacale.
Nei giorni scorsi un tavolo tecnico al quale hanno preso parte i sindaci di Milazzo e San Filippo del Mela. Nel corso dell’incontro si è discusso della questione lavorativa e della necessità di una transizione ecologica che preservi i posti di lavoro dell’indotto. E’ stato anche annunciato un ricorso al Tar, anche a fronte di alcune perplessità espresse dai comuni di Milazzo e San Filippo del Mela.
Sulla questione anche Uil Messina. Il segretario generale Ivan Tripodi ha così commentato: «La costruzione di un’asettica transizione ecologica, calata dall’alto e senza alcuna considerazione dei risvolti sociali ed occupazionali, rappresenta una strategia errata e provocatoria che respingiamo senza se e senza ma».
Tripodi ha quindi concluso, auspicando l’apertura di un dialogo e di una sinergia che porti ad una soluzione comune: «Auspichiamo l’apertura di un ampio confronto con i ministeri della Transizione Ecologica, del Lavoro e dello Sviluppo Economico che, nel quadro della salvaguardia di tutti i posti di lavoro, dovrà avere l’obiettivo di costruire una prospettiva socialmente sostenibile e di realizzare investimenti, utilizzando anche il Pnrr, finalizzati ad una prospettiva che scongiuri le nefaste conseguenze che, oggi, sono dietro l’angolo».
A dicembre della questione della raffineria di Milazzo se ne era discusso anche nel corso di un incontro al comune di Milazzo. In quell’occasione era stata ribadita la necessità di una transizione ecologica che viaggiasse di pari passo con la questione occupazionale, proponendo l’instaurazione di un tavolo tecnico.