Perché sì: una legge “ad personam” che non è uguale per tutti

Perché sì: una legge “ad personam” che non è uguale per tutti

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giovedì 09 Giugno 2011 - 21:54

Il comitato promotore: «Se al governo c’è un mascalzone, i cittadini devono saperlo subito, non dopo che ha lasciato la carica, a danno già fatto»

Non c’è un solo perché al “sì” al referendum sul legittimo impedimento. O almeno così è per i promotori del referendum stesso, che indicano tutti buoni motivi per abrogare questa legge: «Perché la legge è uguale per tutti, anche per Silvio Berlusconi. Quando smette di esserlo è segno che non c’è più democrazia. Perché se chi governa un paese è accusato di un crimine ha il diritto e il dovere di difendersi. Ma nel processo non dal processo. Perché se al governo c’è un mascalzone i cittadini devono saperlo subito. Non dopo che ha lasciato il governo, quando il danno è già stato fatto. Perché chi sta al governo deve fare leggi che servono al Paese e ai cittadini. Non a se stesso. Perché assumere cariche pubbliche è una responsabilità che impone comportamenti trasparenti. Non un privilegio che regala l’impunità ai potenti. Perché è una legge iniqua e ingiusta. Ma noi possiamo cancellarla». Una legge “ad personam” (l’ennesima), così la definisce chi, oggi, vuole abrogarla.

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