Pagamenti in ritardo da parte del Comune e difficoltà nella gestione dei 400 cani ospitati dalla struttura di Castanea. La Lega nazionale per la difesa del cane chiede all’Asp di aumentare le sterilizzazioni e provvedere all’assistenza sanitaria
La sezione di Messina della Lndc, Lega nazionale per la difesa del cane, svolge da anni attività di volontariato per aiutare gli animali in difficoltà, abbandonati, maltrattati, non rispettati. E’ un’associazione privata, apartitica, senza finalità di lucro, che non riceve finanziamenti dallo Stato e opera su tutto il territorio del Comune di Messina, grazie al sostegno generoso dei suoi numerosi soci e all’impegno di molti volontari. La Lndc svolge attività di ricovero, mantenimento e cura di cani presso il canile Millemusi di Castanea, in partecipazione e collaborazione attiva con il Comune di Messina, con cui è convenzionata.
Al canile Millemusi operano 6 dipendenti (tra i quali un Medico Veterinario) e diversi volontari, che garantiscono la funzionalità e l’apertura al pubblico sette giorni su sette.
“Il canile ospita attualmente 400 cani, benché sia omologato per 320 – ricorda la presidente della Lndc, Caterina Merenda – e, nonostante tale condizione di sovrannumero sia stata più volte comunicata alla Asp e al Comune, entrambe le Istituzioni continuano a richiedere presso la nostra struttura il ricovero di cani. Entrambe operano, purtroppo, secondo la logica evangelica del ‘la tua mano sinistra non sappia ciò che fa la mano destra’: la Asp ci diffida dall’accogliere altri cani, ma ne dispone continuamente il ricovero di nuovi; il Comune è perfettamente a conoscenza del fatto che i cani ospitati sono 400, ma ne paga il mantenimento di soli 340. Millemusi, inoltre, in quanto canile-rifugio, non dovrebbe ospitare animali in condizioni di emergenza (incidentati, affetti da gravi patologie, ecc) e bisognosi di cure speciali, per i quali Comune e Asp hanno l’obbligo di provvedere, ognuno nell’ambito delle rispettive competenze, a creare o reperire strutture adeguate (“canili sanitari”). Nonostante ciò, a causa dell’inadempienza di entrambe queste Istituzioni, il canile Millemusi ha ospitato e ospita cani, che per legge necessitano di cure o presentano i requisiti per i quali non possono rimanere vaganti sul territorio, solo grazie alla disponibilità di tutti i gestori. Non avendo recettività sufficiente, il canile deve comunque disporre la reimmissione in libertà di cani vaganti catturati sul territorio e non reclamati da alcun proprietario, previa sterilizzazione, identificazione ed iscrizione all'anagrafe, come cani sprovvisti di proprietario”.
I problemi sono soprattutto di natura economica: “La convenzione tra il Comune di Messina e la Lndc – prosegue Caterina Merenda – prevede che il pagamento delle somme dovute da parte del Comune venga erogato dietro presentazione di fattura bimestrale. In realtà, ciò non accade mai, e i ritardi nei pagamenti si accumulano a causa di inaccettabili e croniche lentezze burocratiche, che vedono le nostre pratiche languire per mesi sulle polverose scrivanie del “palazzo”. Le conseguenze di ciò sono drammatiche. Infatti contiamo su questo denaro per comprare il mangime per i nostri cani, retribuire i dipendenti (con famiglie a carico), sostenere il pagamento delle utenze (acqua, luce, ecc) e delle tasse (Inps – Inail – Irpef). Tutto si traduce in giorni e giorni di sofferenze per i cani, costretti a mangiare razioni ridotte e cibo di scarsa qualità (a volte solo pastoni di pane secco mischiato a qualche lattina); gravissime difficoltà economiche per le famiglie dei nostri dipendenti, che vedono lesi i loro diritti fondamentali, ritrovandosi a volte senza neanche il carburante per raggiungere il posto di lavoro; aggravio dei costi delle utenze a causa di ritardo nei pagamenti. Non è più accettabile che, a causa della colpevole inerzia di alcuni burocrati, l’onesto lavoro dei nostri dipendenti e il sacrificio dei volontari vengano vanificati e umiliati, e soprattutto non è accettabile che ciò avvenga sulla pelle di esseri indifesi”.
La Lega del cane chiede all’Asp:
· di ottemperare ai propri obblighi di legge incrementando il numero degli interventi di sterilizzazione, al momento assolutamente insufficiente per contenere il fenomeno del randagismo sul nostro territorio;
· di provvedere all’assistenza sanitaria dei cani ospitati nel rifugio, attraverso il ricovero di quelli che necessitano cure speciali presso una struttura più adeguata e fornendo al canile farmaci, vaccini e materiale ambulatoriale;
· di garantire un pronto accesso alla banca dati sia regionale che nazionale per il controllo immediato del microchip all’atto della cattura del cane;
· di rispettare il protocollo d’intesa con la Lndc per specifici interventi per il controllo del randagismo.
All’amministrazione comunale, invece, la Lndc chiede:
· di vigilare affinché gli Uffici Comunali preposti ai pagamenti (Ragioneria Generale, Dipartimento Ambiente e Sanità) compiano il proprio dovere con puntualità.
· di intraprendere azioni esemplari nei confronti dei dipendenti che si rendano responsabili di ingiustificabili ritardi e omissioni.