Il colpo aveva fruttato circa 47mila euro
Erano entrati alla banca agricola popolare di Ragusa, a Itala, lo scorso 13 novembre. Il primo, a volto scoperto e con la lama di un taglierino, aveva minacciato un dipendente e l’aveva costretto a sbloccare la porta a bussola per fare entrare il complice, che invece aveva il volto coperto. Avevano rubato circa 47mila euro ed erano scappati a bordo di un’auto, condotta da un terzo complice.
Dalla visione dei sistemi di videosorveglianza della banca, di quelli installati lungo le strade di Itala e dei Comuni limitrofi, i carabinieri di Scaletta Zanclea e del Nucleo Operativo della Compagnia di Messina Sud sono riusciti a ricostruire le fasi della rapina, accertando gli spostamenti della macchina usata dai rapinatori sia prima sia dopo il reato.
I militari sono così risaliti ad un’autovettura, intestata ad una società di autonoleggio con sede nel catanese, di cui i criminali si sono serviti e che era stata noleggiata da una donna. Le immagini della rapina sono state diramate ai vari comandi territoriali dell’Arma, così sono stati individuati i primi sospetti.
Gravi indizi, in particolare, su un pregiudicato 37enne, Vincenzo Gattarello, la cui utenza telefonica era presente nei pressi della società di autonoleggio sia il giorno precedente il reato, quando l’auto era stata ritirata, sia poche ore dopo la rapina, quando era stata riconsegnata. Era lui a bordo dell’auto usata per arrivare sul luogo e per la fuga. Ricostruendo la rete dei contatti del 37enne, sono stati individuati i suoi due complici.
La Compagnia di Messina Sud ha proseguito le indagini approfondendo gli accertamenti sui tre sospetti, di cui ha effettuato alcune videoriprese, che il Ris (Reparto investigazioni scientifiche) ha comparato con le immagini dei rapinatori. Da qui è emerso che il rapinatore a volto scoperto era il 26enne incensurato Sebastiano Di Martino, mentre l’altro, travisato, era il 46enne pregiudicato Filippo Grasso.
I tre, tutti catanesi, sono stati arrestati stamani dai carabinieri della Compagnia di Messina Sud, in collaborazione con i militari delle Compagnie di Gravina di Catania, Catania Fontanarossa e Paternò,
Ai tre “pendolari” etnei, arrestati per rapina aggravata e rinchiusi nel carcere di Catania piazza Lanza, è stato contestato anche il porto di armi bianche per commettere la rapina.