Cresce il numero dei socialisti riformisti del Pd in Consiglio comunale… con la “benedizione” di Genovese

Cresce il numero dei socialisti riformisti del Pd in Consiglio comunale… con la “benedizione” di Genovese

Danila La Torre

Cresce il numero dei socialisti riformisti del Pd in Consiglio comunale… con la “benedizione” di Genovese

venerdì 29 Giugno 2012 - 16:38

Il portavoce Barbalace sul rapporto col partito democratico: «Saremo distinti ma non distanti». Presenti alla conferenza, che si è tenuta a Palazzo Zanca, il leader messinese del Pd, il segretario cittadino Grioli e il coordinatore dei consiglieri

In principio era Nicola Barbalace l’unico rappresentante in Consiglio comunale del gruppo “Popolari Riformisti Socialisti”, da oggi saranno in tre: hanno infatti ufficialmente aderito al gruppo consiliare che fa parte del partito democratico anche Giorgio Caprì e Santi Daniele Zuccarello. Accanto a loro, come punto di riferimento sul territorio, ci saranno i consiglieri di circoscrizione Claudio Cardile, Francesco Pagano, Antonino Sciutteri e Maurizio Guanta.

Rimasti “orfani” del loro mentore politico, il deputato regionale Giuseppe Picciolo, passato all’Mpa, i tre consiglieri comunali hanno sentito il bisogno di unire, anche formalmente, le loro forze per suggellare l’idillio politico iniziato diversi mesi fa sotto l’ala protettrice dell’onorevole messinese oggi con Lombardo e dichiarare amore eterno, si fa per dire, al partito democratico, dal quale sembrava invece imminente il divorzio politico . «Non è mai stato un mistero il nostro rapporto con l’onorevole Picciolo – ha spiegato Caprì- ma dopo il suo passaggio all’ Mpa abbiamo deciso di restare lì dove siamo stati eletti, cioè nel Pd». Lo segue a ruota Barbalace : «Con Picciolo abbiamo condiviso un percorso sino a quando è stato nel Pd».

Barbalace, Caprì e Zuccarello, dunque, fanno sapere di non aver mai avuto intenzione di abbandonare la casa madre, ma esattamente come tre figli ribelli provano a dettare loro le regole: «Il gruppo – scrivono un documento che è quasi un manifesto – si caratterizza, così com’è nato, come voce autonoma e leale nei confronti della classe dirigente del PD Messinese, e vuole essere area di confronto al fine di stimolare il dibattito interno ormai troppo soffocato dalla volontà di alcuni di far prevalere un pensiero unico calato dall’alto». No al “mono-pensiero”, sì alle « alle diverse opinioni di chi fa parte del partito democratico» ha sottolineato Caprì , che sarà il capogruppo in Consiglio comunale, affiancato dal vice Zuccarello. Barbalace, a cui toccherà il ruolo di portavoce- anche nell’ottica di una sempre maggiore capillarizzazione del gruppo/movimento sul territorio comunale e provinciale – ha così delineato i contorni del rapporto col partito democratico: «Saremo distinti ma non distanti».

Una distinzione che si è in realtà già palesata in diverse occasioni in Consiglio comunale e su varie questioni, ma che evidentemente non preoccupa gli Stati generali del Pd, tutti presenti alla conferenza stampa dei tre consiglieri, per mesi in odor di tradimento politico. C’era il segretario cittadino Giuseppe Grioli, il coordinatore dei consiglieri comunali Felice Calabrò, qualche collega consigliere , ma soprattutto c’era l’onorevole Francantonio Genovese, che non ha fatto mancare la sua “ benedizione” al nuovo trio: «Siamo un grande partito – ha detto – con diverse sensibilità ed un meccanismo di rappresentazione vera». Ha parlato di rappresentazione e non di rappresentanza Genovese e forse non è stato solo un lapsus perché quella odierna, con le tante frasi di circostanza e sorrisi tirati dopo mesi vissuti quasi da separati in casa, è sembrata davvero una rappresentazione teatrale. (Danila La Torre)

Un commento

  1. Sui socialisti…
    riformisti e non riformisti in generale e senza alcun riferimento diretto a singole persone e meno che mai ai socialisti menzionati nell’articolo, tanto per ridere mi viene in mente una grande battuta di Beppe nell’occasione del famoso viaggio di Craxi in Cina quando si portò appresso tutto lo stato maggiore del partito disse Grillo in quell’occasione: ma “adesso in Italia chi r..a? “.

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