Finita la stagione estiva del Teatro Vittorio Emanuele diamo un'occhiata agli incassi registrati allArena di Furnari. L'Ente aveva ipotizzato entrate per quasi 700 mila euro, mentre dallo sbigliettamento il ricavo è stato di 324.467 euro ed oltre 10 mila spettatori a fronte dei 20 mila previsti.
Archiviata la stagione estiva del Teatro Vittorio Emanuele, dislocata in diversi siti (Monte di Pietà, Forte San Jachiddu, Verdura di Palermo, Taormina e Arena di Furnari) e costata circa 1 milione di euro, iniziamo a fare un bilancio relativamente agli incassi ed agli equilibri tra le previsioni ipotizzate e le effettive entrate.
Le cifre che di seguito riportiamo sono quelle del botteghino, fanno quindi riferimento ai soli incassi dei biglietti relativamente alla Rassegna dell’Arena di Furnari, struttura all’aperto sulla quale l’Ente Teatro ha puntato tutte le sue carte per la programmazione estiva. Sul totale di 1 milione di costi infatti oltre 700 mila sono targati Furnari. La delibera “madre” del cartellone estivo è la n°12 del 22 aprile.
Stando alla delibera il Piano economico-finanziario per Furnari prevedeva un totale di 746 mila euro di costi (pari a 696 mila euro tra acquisto spettacoli, marketing, noleggio attrezzature, oneri e spese tecniche più 50 mila euro per l’acquisto del palco) e 699.500 euro di entrate per 20.900 spettatori in 16 eventi complessivi (poi ridotti a 13).
Tre mesi dopo cerchiamo di capire se le previsioni sono state confermate dalla realtà e se i costi dell’operazione Furnari siano stati ammortizzati dalle entrate o meno. Questi numeri non fanno riferimento ad eventuali sponsor privati o pubblici.
Diamo quindi un’occhiata agli incassi ed ai dati del botteghino relativi ai 13 spettacoli.
L’incasso complessivo è stato di oltre 324.467 euro lordi (a fronte di una previsione di 669.500 ma ci sono stati 3 spettacoli in meno rispetto alla programmazione iniziale) e gli spettatori dell’Arena per i quali sono stati emessi i biglietti sono stati 10.597 (a fronte dei 20.900 previsti). Manca la cifra della serata inaugurale, ConcertOpera, per la quale l’ingresso è stato gratuito.
Ad un primo sguardo gli incassi non hanno rispettato le previsioni, sono stati quasi la metà, così come il numero degli spettatori. Andando nel dettaglio il record è andato a Renzo Arbore, oltre 94 mila euro e 2.523 spettatori, seguito da Massimo Ranieri, 88.059 euro e 2.366 spettatori e da Svetlana Zakharova, 37.153 euro e più di mille paganti. Il Jesus Christ Superstar in 2 serate ha totalizzato 22 mila 676 euro e oltre 900 paganti. L’incasso minore si è avuto per il jazz di Mazzarino, con 914 euro. Nel caso di Ranieri ed Arbore gli incassi sono stati maggiori rispetto alle aspettative. Diverso il discorso sia per la Zakharova, (che ha registrato un successo sotto il profilo artistico ma un incasso inferiore a quello ipotizzato di 74 mila euro), che per gli altri spettacoli, Comme un souvenir in testa. Per Antonella Ruggiero si prevedeva un incasso di 21.600 euro ma ne ha fatti guadagnare 3.078 mentre per Gershwin si sono incassati 3.443 euro rispetto ai 17.600 ipotizzati. Non è andata meglio con Cole Porter, incasso 1.609 contro un’ipotesi di 17 mila. Lo spettacolo di Micha Von Hoecke, che avrebbe dovuto aprire la stagione estiva a Furnari il 26 giugno e che è stato prima sospeso poi rifinanziato e quindi proposto il 13 agosto, ha incassato 6.237 euro per 348 biglietti emessi. Il Comme un souvenir è stato il pomo della discordia nel Cda per tutta l’estate. Inizialmente nato come un Laboratorio e quindi come progetto che prevedeva fini didattici e due spettacoli di fine anno per una somma complessiva di 120 mila euro, è finito al centro della polemica quando, 48 ore prima del debutto, il Cda è stato chiamato ad approvare la relativa delibera nonchè ulteriori somme per uno spettacolo che nel frattempo era diventato produzione dell’Ente. Il Comme un souvenir è andato in scena senza la preventiva autorizzazione del Cda che è stata “postuma”. Tra polemiche e perplessità la serata del 26 giugno è stata sospesa e poi reinserita in cartellone ad agosto, previa, come ha ricordato Totò D’Urso in una lettera-esposto presentata alla Regione ed ai revisori dei conti, un’ulteriore autorizzazione di costi per 65 mila euro. In totale finora la produzione del Comme un souvenir è costata all’Ente 188 mila euro. Le 3 serate al Vittorio Emanuele hanno incassato complessivamente meno di 12 mila euro per oltre 900 spettatori. Lo spettacolo del 13 agosto ha registrato 6.237 euro. Sommando i due incassi (le tre serate di giugno e quella di agosto) si arriva ad oltre 18 mila euro a fronte di un costo di 188 mila euro.
Ci sono poi altri elementi da considerare, tra i quali la vicenda dei biglietti di servizio. Nei mesi scorsi il capitolo omaggi ha causato i maggiori diverbi tra Cgil, Uil, Fials e vertici dell’Ente. All’Arena di Furnari più che gli omaggi sono stati distribuiti i biglietti di servizio, ovvero quelli destinati al personale di servizio e che risultano, come gli omaggi, a costo zero.
Nel caso di Comme un souvenir per esempio su 348 spettatori risultano 31 poltronissime (a zero euro) con biglietti di servizio, 12 poltronissime omaggio, e 20 poltrone omaggio, per un totale di 63, alle quali aggiungere l’unico omaggio in gradinata. Nel caso di Arbore, su 2.523 biglietti emessi, risultano ben 168 poltronissime destinate a biglietti di servizio, quindi a 0 euro, più 12 poltronissime omaggio, 148 biglietti di servizio in gradinata e 3 omaggi in gradinata. Il totale tra servizio e omaggi è di 331 biglietti gratuiti, dei quali la metà poltronissime, su 2.523 biglietti emessi. Per Max Gazzè 102 su 879, per la Zakharova 122 (poltronissime) su 1.099, per Ranieri 138 (poltronissime) su 2.366, per fare altri esempi.
L’ultima annotazione sui ricavi riguarda le percentuali derivanti dalle due convenzioni, una stipulata tra il Teatro e il Comune di Furnari ed una tra Teatro e Sud dimensione servizi. All’amministrazione comunale vanno 50 centesimi per ogni biglietto venduto, mentre la percentuale destinata alla Sud dimensione servizi è del 20% del costo del biglietto per gli spettacoli di produzione dell’Ente (Comme un souvenir, Piani Paralleli, Gershwin e Cole Porter) ed il 45% nel caso di spettacolo organizzati in collaborazione con l’Ente o dalla sola società. Ne consegue che dal totale degli incassi, occorre decurtare la parte destinata al Comune di Furnari ed alla Sds.
La stagione estiva prevedeva anche un cartellone al Verdura di Palermo (in un primo momento erano previste 8 serate), altri 4 spettacoli a Taormina ed infine le due rassegne al Monte di Pietà ed al Forte San Jachiddu.
Il presupposto della delibera di primavera era l’equilibrio tra i costi complessivi e le entrate stimate di pari cifra. Almeno per quanto riguarda l’Arena di Furnari, il cui cartellone è stato comunque di straordinario valore artistico, non è andata come sperato sotto il profilo delle entrate ipotizzate.
Rosaria Brancato
Il Marketing, questo sconosciuto: cosa è stato fatto davvero per divulgare il calendario degli eventi a Portorosa? Nulla.
1) Se non ti soffermavi a guardare il tabellone davanti al Vittorio Emanuele avevi ben poche possibilità di conoscere gli spettacoli in programma
2) Come si fa ad organizzare un calendario senza una linea guida, un filo conduttore, che passa dal nazional-popolare alla ricerca artistica?
3) Consiglio per gli esperti: lanciatevi in un percorso che valorizzi i giovani talenti siciliani (musicisti e ballerini) e date una forte caratterizzazione alla manifestazione in modo che, fra qualche anno, Furnari diventi un punto di riferimento importante a livello nazionale. E questo consiglio ve lo do gratis per aiutare la patria
Il Marketing, questo sconosciuto: cosa è stato fatto davvero per divulgare il calendario degli eventi a Portorosa? Nulla.
1) Se non ti soffermavi a guardare il tabellone davanti al Vittorio Emanuele avevi ben poche possibilità di conoscere gli spettacoli in programma
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3) Consiglio per gli esperti: lanciatevi in un percorso che valorizzi i giovani talenti siciliani (musicisti e ballerini) e date una forte caratterizzazione alla manifestazione in modo che, fra qualche anno, Furnari diventi un punto di riferimento importante a livello nazionale. E questo consiglio ve lo do gratis per aiutare la patria
Se il cartellone e’ valido, e quello estivo lo era, a mio avviso si dovrebbe prescindere dagli aspetti economici e non polemizzare. Il problema della copertura economica e’ un continuo abbandono del settore cultura da parte delle amministrazioni e dei decisori.
In pratica, eventi di questa portata vanno finanziati e deve essere fatto il massimo sforzo promozionale per renderli anche redditizi (e non bastano i manifesti!).
Scritto questo, il numero degli spettacoli mi è sembrato eccessivo rispetto al l’evidente mancanza di interesse che si è potuta registrare e che dei professionisti avrebbero dovuto prevedere.
Se il cartellone e’ valido, e quello estivo lo era, a mio avviso si dovrebbe prescindere dagli aspetti economici e non polemizzare. Il problema della copertura economica e’ un continuo abbandono del settore cultura da parte delle amministrazioni e dei decisori.
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Scritto questo, il numero degli spettacoli mi è sembrato eccessivo rispetto al l’evidente mancanza di interesse che si è potuta registrare e che dei professionisti avrebbero dovuto prevedere.