Due le strade percorribili, il riempimento degli spazi erosi sotto gli argini con l’utilizzo di grosse quantità di terra oppure la collocazione di grossi massi del peso di otto-nove tonnellate. Intervento quest’ultimo più incisivo ma inevitabilmente più costoso
Nuovi incontri per decidere, nel più breve tempo possibile, come intervenire, in maniera provvisoria, per mettere in sicurezza gli argini della bretella stradale di San Filippo. Come ribadito più volte, infatti, l’effetto “erosivo” dell’acqua ha pian piano scavato lungo le pareti laterali del torrente, mettendo a serio rischio la stabilità dell’arteria che in parte è stata chiusa al traffico dei mezzi pesante, e in parte, quella che conduce al villaggio Cep, è stata del tutto interdetta al transito da oltre quattro anni, Con i tutti i prevedibili disagi che si sono venuti a creare, sia in termini di vivibilità che di viabilità.
Due le possibili tipologie di interventi da eseguire in attesa del progetto definitivo di messa in sicurezza delle aree interessate dell’asta torrentizie e soprattutto del reperimento delle somme necessarie per metterlo in atto che dovrebbero aggirarsi intorno al milione e mezzo di euro. Nel primo caso si tratterebbe di spostare notevoli quantità di terra in corrispondenza degli argini stradali che nella parte sottostante, a causa dell’intenso deflusso delle acque si sono lentamente “svuotati” perdendo parte del sostegno. Le operazioni di “movimento terra” avrebbero un costo pari allo zero ma, come ben si immagina, la loro efficacia potrebbe essere del tutto temporanea.
Più “significativi” potrebbero invece rivelarsi le operazioni di posizionamento di grossi massi, nella parte erosa, di categoria ½ da nove-otto tonnellate, allo scopo di garantire le sottofondazioni degli argini e rifunzionalizzando il deflusso al centro della sezione idraulica del torrente. In questo caso i costi lieviterebbero. Tale scelta operativa, che sarà anche confrontata con l'ing. capo del Genio Civile, Gaetano Sciacca, avrà come obiettivo la limitazione dei possibili danni in occasione di condizioni atmosferiche avverse e con valori pluviometrici alti. Fra quindici giorni sarà fatto un aggiornamento della situazione progettuale per procedere in modo risoluto a dare esecutività all'intervento.
Sul fronte invece del progetto definitivo, il geologo Sergio Dolfin, della Scuola Edile, ha consegnato ai tecnici progettisti interni Orazio Scandurra e Antonino Cortese, gli studi relativi all’aspetto idrogeologico dell’intero bacino che risultano determinanti ai fini della documentazione definitiva. Al momento, dunque, non rimane che continuare ad attendere, nella speranza che il tempo sia clemente. (ELENA DE PASQUALE)