Precariato e lavoro nero le piaghe dell’occupazione. I numeri del disastro

Precariato e lavoro nero le piaghe dell’occupazione. I numeri del disastro

Precariato e lavoro nero le piaghe dell’occupazione. I numeri del disastro

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martedì 10 Giugno 2014 - 15:59

Convegno organizzato dalla Cisl di Messina e dalla Felsa Cisl presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università. Uno spaccato devastante del mondo del lavoro

Giovani in cerca del primo impiego, over 50 che cercano un nuovo inserimento lavorativo e donne. Questo il target di chi è costretto a un lavoro precario o, peggio, in nero. Il profilo è stato tracciato nel corso dei lavori del convegno organizzato dalla Cisl di Messina e dalla Felsa Cisl che si è tenuto presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università. Uno spaccato devastante del mondo del lavoro che rischia di travolgere tutte le età e tutte le classi sociali, trasversalmente in tutti i settori lavorativi.

A coordinare i lavori è stata la segretaria organizzativa della Cisl Messina, Mariella Crisafulli, che ha ricordato come i falsi lavoratori autonomi sono lavoratori che, alla stregua di un normale dipendente, seguono le indicazioni di un datore di lavoro, senza margini di autonomia e spesso rispettando anche un normale orario di lavoro senza, però, avere le tutele degli altri dipendenti (malattia, maternità, indennità di disoccupazione, formazione) e, quasi sempre, con retribuzioni e tutele decisamente inferiori.


“In Italia abbiamo 650 mila collaboratori a progetto, 50 mila collaboratori della pubblica amministrazione, 50 mila associati in partecipazione e 260 mila professionisti a partita Iva privi di specifica cassa previdenziale – ha illustrato – quella del precariato è una battaglia che come Cisl portiamo avanti da tempo, in contrasto con una cultura persistente che nega questa vasta realtà di lavoratori senza alcun sostegno, né tutele o garanzie costrette ad accettare passivamente quanto gli viene proposto dal datore di lavoro pur di lavorare”.

“I rapporti di lavoro nella nostra provincia si sono precarizzati” sottolinea il segretario generale della Cisl di Messina, Tonino Genovese, che aggiunge: “A dirlo non siamo più solo noi, ma sono i numeri che evidenziano come le nuove assunzioni vengano operate attraverso rapporti di lavoro precari, mentre le cessazioni (tra cui una quantità rilevante e sospetta di dimissioni volontarie) riguardano i rapporti di lavoro a tempo indeterminato. C'è bisogno di una presa di coscienza di tutto ciò, ma soprattutto non ci si può rassegnare al mantra del non c'è alternativa. Noi riteniamo che la gravità e vastità del fenomeno impone un'azione di responsabilità di tutti i soggetti in campo, sociali e politici, e non ci si può nascondere dietro gli opportunismi di una grave crisi economica che spesso viene presa come alibi per massimizzare i propri interessi"

È toccato quindi al dott. Carlo Maletta, presidente dell’Ordine provinciale dei consulenti del lavoro, entrare nel vivo dei lavori affrontando il tema delle cause e degli effetti del lavoro nero e come arrivare alla sua emersione. “Il primo passo – ha spiegato – può essere quello di utilizzare i contratti di apprendistato per consentire ai giovani di entrare nel mondo del lavoro. Occorre un salario d’ingresso, non siamo contrari, ma che dovrebbe essere inizialmente di due livelli inferiore”.

Le nuove regole del lavoro flessibile sono state, invece, al centro dell’intervento dell’avvocato Eugenio Costa che ha analizzato e illustrato, dal punto di vista legale, tutti gli aspetti del nuovo Jobs Act e come inciderà sul mondo del lavoro.

A dare i numeri di quanto sia diffuso il lavoro nero e quello precario è stato Giacinto Santoro, coordinatore provinciale degli ispettori Inps: “Nel 2013 – ha detto – abbiamo effettuato 846 ispezioni riscontrando irregolarità, piccole o grandi, nell’89,72% dei casi. I lavoratori in nero scoperti sono stati 656 per un’evasione contributiva di circa 5 milioni di euro. Nel 2014, sino al mese di maggio, a fronte di 415 ispezioni, le aziende irregolari sono state l’84% di quelle sottoposte a controlli, con 291 lavoratori in nero e contributi evasi per 2 milioni e 242 mila euro. Ma il dato più rilevante – ha sottolineano Santoro – è quello dei contratti dei lavoratori agricoli annullati: 1426 nel 2013, 1288 nei primi mesi del 2014. Contratti simulati da soggetti che mirano a benefici come disoccupazione, malattie, maternità con un danno rilevante per l’ente e per lo stato”.

Silvia Degli Innocenti, segretaria nazionale della Felsa, la Federazione della Cisl che tutela i lavoratori atipici, ha evidenziato come “per combattere il lavoro nero occorre un valore aggiunto, quella buona flessibilità che non va confusa con il precariato. La buona flessibilità – ha detto – ha un buon esempio concreto nella somministrazione. Abbiamo un contratto nazionale che garantisce diritti e doveri al lavoratore. Come si combatte il lavoro nero? Con l’informazione e la formazione. La precarietà non è il male della nostra società se accompagnata dalla buona flessibilità. Noi abbiamo intuito il cambiamento anni fa e abbiamo deciso di governare il cambiamento, non di ignorarlo e farci travolgere”.

Tra gli interventi programmati anche il segretario regionale dell’Assostampa Sicilia, Alberto Cicero, che ha tracciato il quadro del precariato nel giornalismo. “Un quadro devastante – ha detto – basti pensare che su 120 mila iscritti in Italia solo 16 mila hanno un contratto con le massime tutele. Oggi la platea dei precari e dei lavori in nero cresce a dismisura”. “Oggi – ha aggiunto Concetto Mannisi, segretario regionale dell’Ordine dei Giornalisti – pur di lavorare nel settore, si lavora gratis e un’informazione non pagata o mal pagata produce solo un’informazione distorta”.

6 commenti

  1. La CISL ha scoperto l’acqua calda, sono anni che urlo di generazioni di operai edili e commessi del settore commerciale destinati a godere, godere si fa per dire, di pensioni minime sociali, sarà un’emergenza sociale senza precedenti, saranno i nipoti a mantenere i nonni.

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  2. La CISL ha scoperto l’acqua calda, sono anni che urlo di generazioni di operai edili e commessi del settore commerciale destinati a godere, godere si fa per dire, di pensioni minime sociali, sarà un’emergenza sociale senza precedenti, saranno i nipoti a mantenere i nonni.

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  3. puzza di bruciato 10 Giugno 2014 18:14

    Non ho notato durante l’incontro nessuno che dava soluzioni. A chi spetta trovare la soluzione per questa piaga sociale??!!

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  4. puzza di bruciato 10 Giugno 2014 18:14

    Non ho notato durante l’incontro nessuno che dava soluzioni. A chi spetta trovare la soluzione per questa piaga sociale??!!

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  5. In una società che non offre nessuno sbocco lavorativo e uno Stato che arriverà a tassare anche l’aria…cosa può cercare un giovane che vuole portare un po’ di pane a casa per godersi un minimo di vita???
    Sono tutti bravi a parlare e parlare e parlare…ma nessuno offre reali soluzioni di miglioramento.

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  6. In una società che non offre nessuno sbocco lavorativo e uno Stato che arriverà a tassare anche l’aria…cosa può cercare un giovane che vuole portare un po’ di pane a casa per godersi un minimo di vita???
    Sono tutti bravi a parlare e parlare e parlare…ma nessuno offre reali soluzioni di miglioramento.

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