Un altro arresto nell'inchiesta sullo smaltimento illecito di materiali pericolosi dei cantieri navali

Un altro arresto nell’inchiesta sullo smaltimento illecito di materiali pericolosi dei cantieri navali

Redazione

Un altro arresto nell’inchiesta sullo smaltimento illecito di materiali pericolosi dei cantieri navali

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giovedì 09 Maggio 2013 - 17:55

La Forestale ha arrestato un sessantenne messinese accusato di aver smaltito illecitamente materiale pericoloso proveniente da un cantiere navale di San Raineri. Il 15 luglio scorso erano state arrestate altre sette persone fra le quali i titolari dei Cantieri Palumbo.

Scatta ancora un arresto nell’inchiesta sullo smaltimento illecito di rifiuti, condotta dagli uomini del Corpo Forestale di Messina. Le manette sono scattate per il sessantenne Rosario Scopelliti amministratore di fatto della “Futura sud srl”. L’accusa è di associazione a delinquere finalizzata al traffico illecito di rifiuti speciali ed anche pericolosi. Scopelliti è accusato di una serie indeterminata di trasporto e dell’ occultamento di rifiuti speciali pericolosi in siti sconosciuti o in discariche non autorizzate e presumibilmente in territorio tutelato della Comunità Europea.
Le indagini sono coordinate dal sostituto della DDA Fabio D’Anna e della Procura ordinaria Diego Capece Minutolo e proseguono per individuare altri siti nei quali sono stati conferiti rifiuti di scarto contenente sostanze pericolose prodotte dalla sverniciature delle navi. L’inchiesta, infatti, nasce proprio dal presunto smaltimento illecito di rifiuti all’interno dei cantieri navale Palumbo. Per questa vicenda il 15 aprile scorso erano finiti ai domiciliari per una serie di reati ambientali: Raffaele Palumbo, 38 anni, residente a Messina; Antonino Palumbo, 63 anni, residente a Napoli; Santo Scopelliti, 37 anni, residente a Messina; Diego De Domenico, 53 anni, residente a Messina; Mario Fiero, 38 anni, residente a Messina; Walter Radin, 57 anni, residente a Trieste; e Raffaele Donnarumma, 39 anni, residente a Castellammare di Stabia (Na). Oltre agli imprenditori napoletani titolari dei noti cantieri Palumbo, si tratta di dipendenti dell’azienda e di imprenditori messinesi. Secondo l’accusa per anni avrebbero smaltito illecitamente tonnellate di sabbia, residuo della smerigliatura delle pareti delle navi.

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