Sprar di Curcuraci. Ora si chiede chiarezza sulla gestione

Sprar di Curcuraci. Ora si chiede chiarezza sulla gestione

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mercoledì 29 Novembre 2017 - 07:59

La neoeletta all'Ars Elvira Amata e il consigliere della III circoscrizione Alessandro Cacciotto chiedono maggiore attenzione sui centri di accoglienza per i migranti. La Fp Cgil sollecita il Comune

“Intendo capire la situazione prima di pronunciarmi in modo netto. Disordini di questo genere sono preoccupanti e sempre correlati al disagio: sia quello che le ingenera che quello che determinano”. Così la neoeletta all’Ars Elvira Amata su quanto accaduto allo Sprar di Curcuraci. “Va da sé che è necessario comprendere se e quali diritti siano stati lesi in questo caso e individuare le responsabilità. E, una volta per tutte, sarebbe opportuno che chi di dovere iniziasse a seguire con attenzione le dinamiche della vita di questi centri, nell’interesse di chi vi è ospite, degli operatori che sono attivi al loro interno e dei cittadini che vivono nelle zone in cui i centri sono ubicati. Una circostanza quest’ultima, che non mi stancherò mai di bollare come assurda: si è imposta una convivenza sregolata spesso in zone che vivono già problematiche sensibili e si vedono trascurate -se non abbandonate- dalle istituzioni, senza porsi il problema di come questa coesistenza vada gestita con la cittadinanza locale, evitando che si verifichino situazioni di rivolta come quelle a cui nel nostro paese (e anche a Messina) abbiamo già assistito. E la memoria torna ai recenti fatti di Bisconte. Le istituzioni hanno il dovere di tutelare i cittadini, non lo si dimentichi”, conclude.

Secondo il consigliere della III circoscrizione, Alessandro Cacciotto, c'è un "grave problema migranti in città e un alone di mistero che ne caratterizza la gestione. Purtroppo molti migranti vagano per la città senza meta, fuori controllo. Non c'è nessuna forma di integrazione e l'accoglienza resta un grosso punto interrogativo. Con i colleghi Gioveni e Carreri ho più volte rappresentato le preoccupazioni sulla ex caserma di Bisconte per la quale è in corso il nuovo bando per la gestione. Ritengo che sia necessario un cambio di passo nel l'accoglienza e sarebbe opportuno che il sindaco, latitante sull'argomento, facesse sentire la sua voce. Sarebbe poi opportuno stilare, come accaduto in altre città, dei protocolli tra la Prefettura e le cooperative che gestiscono i migranti in cui quest'ultimi siano impegnati in lavori socialmente utili. Insomma non è più possibile tacere sulla delicata questione dei migranti che investe la nostra città".

La Fp Cgil invita l’Amministrazione comunale a farsi carico della questione, in primis garantendo un più rapido e tempestivo pagamento delle fatture alla cooperativa Pro Alter che ha in gestione il servizio, visto che i lavoratori sarebbero senza stipendio da 11 mesi: “Quanto verificatosi ieri sera presso lo Sprar Vulnerabili di Curcuraci, struttura di seconda accoglienza per richiedenti asilo e rifugiati in cui si trovano accolti, appunto, migranti appartenenti alla così detta categoria dei vulnerabili perché affetti da patologie fisiche o psichiche, non deve più ripetersi. Non solo nell’interesse dei beneficiari del servizio ma anche degli operatori che lì operano h 24”.

Camera del lavoro e Funzione pubblica della Cgil, rispettivamente rappresentate dalla segretaria Clara Crocé, dal segretario generale Francesco Fucile e dal coordinatore del comparto Servizi sociali, Gianluca Gangemi, intervengono su quanto accaduto la scorsa notte a Curcuraci chiedendo all’Amministrazione comunale immediate soluzioni: “Se è vero, infatti, che i migranti non percepiscono, come sarebbe loro diritto da convenzione la diaria giornaliera, meglio nota come pocket money – affermano i rappresentanti sindacali – è altrettanto grave, cosa finora rimasta sotto silenzio nonostante i ripetuti solleciti inoltrati alla cooperativa Pro Alter che gestisce la struttura, che i lavoratori non percepiscono lo stipendio da ben 11 mesi. A ciò si aggiungono condizioni particolarmente complesse sul luogo di lavoro, considerando, ad esempio, che pur essendo in periodo invernale e registrandosi, quindi, soprattutto in quelle zone, temperature piuttosto rigide, non è possibile utilizzare l’impianto di riscaldamento perché non ben funzionante. Non sono certo i lavoratori e migranti a poter pagare dei disservizi del sistema – spiega l’organizzazione sindacale – anche perché tutto ciò rischia di alimentare un clima di odio e di pregiudizio che certamente non fa bene al mondo dell’immigrazione e a coloro che ne fanno parte”.

Camera del lavoro ed Fp Cgil proclamano lo stato di agitazione dei lavoratori. “In mancanza di risposte – concludono i sindacalisti – i lavoratori si troveranno costretti ad interrompere il servizio, garantendo però ai beneficiari i servizi minimi previsti”.

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