Record alla Regione: già in prima votazione, Mancuso presidente dell'Assemblea

Record alla Regione: già in prima votazione, Mancuso presidente dell’Assemblea

Mario Meliado

Record alla Regione: già in prima votazione, Mancuso presidente dell’Assemblea

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lunedì 15 Novembre 2021 - 19:21

REGGIO CALABRIA – Sui generis, questo Consiglio regionale (basti guardare ai tempi della proclamazione degli eletti). E non poteva essere diverso per gli esiti della partita circa la definizione dell’Ufficio di Presidenza.

Consiglio lungodegente?

Si parte poco prima delle 15, anziché alle 14. Ma è un ritardo “formato europeo”: anche il sito web del Consiglio regionale, che aveva avuto un lungo crash mattutino, è ormai perfettamente tornato online.
Così, sarà proprio quello il modo per i giornalisti di seguire i lavori d’Assemblea, ha deciso l’Ufficio di Presidenza uscente… Taccuini, flash e telecamere vengono tenute a distanza dall’Aula «per evitare situazioni di sovraffollamento».
Certo: perché stasera decine di migliaia di spettatori potranno tranquillamente entrare al National Football Stadium di Belfast per vedere Irlanda del Nord-Italia… ma sei o sette giornalisti, telecineoperatori, fotografi no, non possono rischiare di contagiare e contagiarsi in un’Aula enorme (altro che un metro di distanza…).
Vabbè.

Una maxiquarantena assurda imposta però a chi può entrare solo se munito di regolare Green Pass…, una lungodegenza per sani di cui risulta inconcepibile la ragione. Grazie magari a qualche “segnale di fumo” delle Istituzioni ordinistiche dei giornalisti, si spera davvero che non vada a finire come ci viene detto informalmente da qualche “alto papavero” («Sedute di Consiglio regionale a porte chiuse fino a fine anno, perché il 31 dicembre è anche la data in cui finirà l’emergenza sanitaria»).

Sarebbe un paradosso tale da sfiorare l’ossimoro, considerato che gli stadi, i teatri e perfino le discoteche (!) hanno riaperto, mentre nella massima Assise calabrese di fatto chi fa informazione non può fare adeguatamente il proprio lavoro.
Intanto, alla prima seduta della dodicesima consiliatura regionale, immagini consentite solo al service domestico, incaricato di fornirle a tutte le testate giornalistiche interessate. E i cronisti?, gli operatori? A stento trovano un posto in Aula Commissioni (in condominio con chi deve realizzare le immagini istituzionali di consiglieri e assessori) per fare qualche intervista.

Si parte!

Francesco Afflitto (M5S)
Francesco Afflitto (Movimento Cinquestelle)

Si parte intorno alle 15, e c’è già la prima sorpresa, almeno per i cronisti.
Il “consigliere anziano” (anagraficamente) che presiederà inizialmente l’Assemblea non è Ferdinando Laghi di de Magistris Presidente ma, di poco, Francesco Afflitto (Movimento Cinquestelle) che riceve quindi il testimone dal presidente uscente Gianni Arruzzolo (Forza Italia).

Pronti, via: ecco l’udiccino Pino Graziano che, sempre in relazione alla pandemia che “morde” tuttora, avanza una mozione per chiedere che l’eventuale terza votazione per la definizione dell’Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale si tenga comunque sempre nella giornata odierna, in modo da evitare ulteriori spostamenti indesiderati.

Inizialmente viene bocciata perché in effetti non si potrebbe introdurre una mozione in seno alla seduta dedicata esclusivamente alla definizione dell’Ufficio di Presidenza. Ma col parere unanime di tutti i consiglieri regionali, che avallano la proposta nel merito, la mozione viene rivotata e stavolta coralmente approvata.
…Come vedremo, non servirà.

Primato

Si tira anche formalmente fuori dai giochi Nicola Irto, che riceve i galloni da capogruppo del Partito democratico (e vedremo che contributo sarà chiamato a offrire, per rievocare le parole di Enrico Letta, in sede congressuale dèm). Per la Presidenza, invece, già si sa che alla fine la spunterà il leghista Filippo Mancuso.
Quel che non sospetti è che sta arrivando una sorpresa “vera”, mica male.

Avevamo già evidenziato ai lettori di Tempostretto che entro la quarta votazione si sarebbe comunque avuto un presidente del Consiglio regionale; certamente di centrodestra, visti i numeri, ma difficilmente prima della terza votazione. Per le prime due, infatti, servirebbero almeno 21 suffragi, e il centrodestra può contare su 19 consiglieri più il Governatore Roberto Occhiuto, consigliere a sua volta ope legis. L’eventuale quarta votazione, invece, tirerebbe le somme seccamente, con un ballottaggio fra i due consiglieri più votati in terza istanza.

Ed ecco la sorpresa da record: pochissimi minuti, e il catanzarese della Lega Filippo Mancuso è il nuovo presidente del Consiglio regionale. Ce la fa già in prima votazione. Su 31 consiglieri, lo votano in 22: addirittura due in più dei già numerosi consiglieri di centrodestra.
Un autentico primato, nella storia del regionalismo calabrese. Per il resto, son tutte schede bianche

Il primo speech di Mancuso da presidente dell’Assemblea

Filippo Mancuso (Lega) è il nuovo presidente del Consiglio regionale (15.11.2021)
Filippo Mancuso è il nuovo
presidente del Consiglio regionale

Il neopresidente del Consiglio regionale Filippo Mancuso non sembra molto emozionato. Ringrazia con verve «per il privilegio», auspica «possa esserci convergenza sulle cose importanti». Assicura che si farà «garante delle regole democratiche» nei lavori d’Aula.

Poi evidenzia l’importanza della presenza di 6 donne in Consiglio regionale anche perché in Calabria «solo il 32% delle donne lavora, contro il 60% delle regioni del Nord». Ma ha anche parole importanti contro la violenza sulle donne, «da dato emergenziale purtroppo ormai diventato un dato strutturale». Chiede e ottiene, anche un applauso in memoria di Jole Santelli.

E giusto a proposito di lavoro, Mancuso dà un paio di “dritte” sulle priorità per la Calabria “a venire”: bisognerà «promuovere sviluppo e nuova occupazione e mettere a valore il patrimonio ambientale, storico, culturale e architettonico che fa della Calabria una delle regioni più belle d’Europa» coniugando in chiave turismo, dirà poi, anche le potenzialità agricole, gastronomiche e paesaggistiche della nostra terra.

…Ecco il biscotto

Alla luce di quanto accaduto già alla prima votazione per il presidente dell’Assemblea, per la definizione del resto dell’Ufficio di Presidenza siu respira dunque aria di biscotto, un po’ come in certe partite di calcio. Ma il cronista attende pazientemente ogni singola votazione… alla fine, basta un pallottoliere scassato da favelas brasiliane, per rendersi conto che la combine c’è stata, eccome.

Pierluigi Caputo (Forza Azzurri), vicepresidente di maggioranza del Consiglio regionale
Pierluigi Caputo (Forza Azzurri), vicepresidente di maggioranza del Consiglio regionale

La partita sui due vicepresidenti (uno per la maggioranza, uno per l’opposizione) si chiude secondo i pronostici delle ore immediatamente precedenti. Il centrodestra compatto più il solito franco tiratore d’altra parte politica convogliano 21 suffragi complessivi su Pierluigi Caputo di Forza Azzurri, nuovo vicepresidente di maggioranza del Consiglio regionale. Fra i 10 residui, 6 voti vanno al piddino Franco Iacucci, che è dunque il vicepresidente di minoranza, e 2 al demagistrisiano Ferdinando Laghi.

A questo punto, considerato che da molti giorni uno dei nomi in ballo è quello del “rampante” giovane sindaco di Soverato Ernesto Alecci, sembra scontato che il Partito democratico farà effettivamente la “parte del leone”. «A noi – aveva detto a Tempostretto Laghi prima d’entrare in Aula – quest’ipotesi non sta affatto bene: le opposizioni in Consiglio regionale sono due, una è composta da due partiti del centrosinistra e cioè Pd e Cinquestelle, l’altra si rifà al Polo civico e siamo noi di de Magistris Presidente. E abbiamo diritto anche noi d’essere rappresentati in Ufficio di Presidenza».

Salvatore Cirillo (Coraggio Italia), segretario-questore di maggioranza
Salvatore Cirillo (Coraggio Italia)
segretario-questore di maggioranza

Risultato: biscotto ancor più marchiano ed evidente nella votazione per i segretari-questori. Sì, perché i consensi tributati al cauloniese di Coraggio Italia Salvatore Cirillo (che, già consigliere regionale più giovane mai eletto in Calabria, per questa consiliatura diventa l’unico componente del Reggino in Ufficio di Presidenza) sono 17. Non è un caso. Pure stavolta i 2 voti “civici” vanno a Laghi, c’è un suffragio pure per il pentastellato Afflitto. “Per sicurezza”, per spavalderia o più probabilmente per ricambiare “visivamente” il favore a chi aveva fatto trionfare Mancuso già in prima votazione, il centrodestra sposta almeno 3-4 suffragi su Alecci, che globalmente ne prende 11.

Punto, partita, incontro.
Ai civici dell’ex sindaco di Napoli Luigi de Magistris resta sì e no un ringraziamento per aver partecipato.

Equilibri geopolitici mutati

Certo però, non si possono ignorare almeno due questioni.
Intanto la maggiore città calabrese – e anche l’unica Città metropolitana della regione -, Reggio Calabria, per la prima volta da tanti anni non offrirà la proiezione del presidente della Giunta regionale (l’ultimo era stato Peppe Scopelliti, l’unico predecessore nel 1999 Luigi Meduri) né di quello del Consiglio (che negli anni meno remoti ha avuto alle redini un giovanissimo Scopelliti, Luigi Fedele, più di recente ancora Nicola Irto).

Gli equilibri geopolitici tornano a premiare l’asse Cosenza-Catanzaro: il Cosentino esprime il presidente della Regione Roberto Occhiuto ed entrambi i vicepresidenti del Consiglio regionale Caputo e Iacucci, il compensorio di Catanzaro è il territorio di riferimento del neopresidente d’Assemblea Mancuso e dello stesso segretario-questore di minoranza Alecci.

Promessa mantenuta

A proposito: manca solo l’Udc, e sarà avverata la promessa di Roberto Occhiuto circa la “blindatura” nei vari posti di sottogoverno delle tre forze della coalizione di centrodestra non entrate in Giunta (e cioè Forza Azzurri, Coraggio Italia e appunto Unione di centro).

Zero donne. Ma Tilde in Senato

L’altra questione, probabilmente molto più seria, è che si conferma alla grande la teoria del soffitto di cristallo.
Eppure, stavolta a Palazzo Campanella siedono ben sei consigliere regionali, cioè un quinto del totale (31): ma neppure una di loro entra in Ufficio di Presidenza.

L’assessore Tilde Minasi, nuova meta:
uno scranno a Palazzo Madama

La buona notizia “in rosa” riguarda invece Tilde Minasi.

Cooptata in Giunta da Roberto Occhiuto benché arrivata soltanto terza per suffragi tra i candidati leghisti nella circoscrizione elettorale Sud, sta già per lasciare quel posto perché diventerà senatrice in sostituzione di Paolo Saviane, senatore bellunese prematuramente scomparso.

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