Nei mesi scorsi avevamo voluto accendere i riflettori sulla condizione di abbandono di Maregrosso dopo i primi interventi di recupero del waterfont. Abbiamo proseguito il viaggio verso sud, tra Gazzi e Contesse, dove proprio nei giorni scorsi si sono concluse alcune operazioni di bonifica.
Una ventina di manufatti demoliti nelle ultime settimane, ruspe al lavoro per rimuovere ingenti quantità di amianto, una vasta operazione di bonifica che si è dovuta fermare di fronte all’ennesimo problema di emergenza abitativa. Si può riassumere così quanto accaduto in questi ultimi tempi nel tratto di litorale tra Gazzi e Contesse, una zona in cui l’assessore comunale Filippo Cucinotta ha avviato una serie di interventi di pulizia in collaborazione con la Capitaneria di Porto. Un importante pezzo di mare di cui la maggior parte dei messinesi probabilmente non ricorda neanche l’esistenza, la naturale prosecuzione di quel famoso waterfront che era stato cavallo di battaglia e punto di forza dell’ex assessore alle Politiche del mare Pippo Isgrò. Siamo andati a vedere in che condizioni si presenta questa porzione di litorale, abbiamo iniziato il nostro viaggio da un sottopasso che conduce direttamente sulla spiaggia e che si trova alla fine della via Oreto, proprio accanto alla chiesa di S. Maria di Loreto. Dalla strada naturalmente il mare non si riesce a scorgere e infatti, una volta sulla spiaggia, ecco la prima contraddizione di un posto allo stesso tempo tanto suggestivo quanto sprecato. Volgendo lo sguardo al mare il panorama è mozzafiato e sembra di poter quasi toccare con un dito le coste della Calabria. Alle spalle invece una muraglia di capannoni e grandi edifici probabilmente anche abbandonati, intorno piccole baracche ancora in piedi. In questo tratto la spiaggia è abbastanza pulita, non ci sono cumuli di detriti come invece purtroppo ci sono ancora a Maregrosso, la presenza di numerose barche indica un vero e proprio rimessaggio di imbarcazioni.
Camminando sulla spiaggia si arriva esattamente nel punto in cui “sfocia” il torrente Gazzi. Lo spettacolo qui è davvero impietoso. Un fiume di fogna a cielo aperto trova sbocco direttamente a mare, l’odore che emana non lascia spazio a dubbi e tantissime sono le segnalazioni che arrivano dalla gente che vive nei pressi di quella zona. Un problema, quello degli scarichi che vanno a finire direttamente a mare, che l’assessore Filippo Cucinotta conosce già e che purtroppo riguarda tutti i torrenti cittadini. “A Palazzo Zanca abbiamo un Ufficio repressione scarichi abusivi che lavora proprio per individuare situazioni di questo tipo per intervenire in modo definitivo. Il problema che però abbiamo riscontrato è che spesso è molto complicato riuscire a risalire ai punti in cui potrebbero esserci allacci abusivi. E’ un lavoro lungo e anche molto costoso che presuppone la collaborazione dell’Amam, stiamo valutando se stilare un vero e proprio programma di interventi, ma bisogna prima di tutto sapere se e quante risorse ci sono a disposizione” ha spiegato Cucinotta.
Le fogne a cielo aperto che giungono in mare rappresentano anche un problema per l’ambiente e lo sa molto bene la gente che in quelle zone vive e che negli anni ha cercato spesso di accendere i riflettori sulle conseguenze che attività di questo tipo possono avere sulla salute pubblica. Su questo fronte però finora poco o nulla si è mosso. L’assessore all’Ambiente Daniele Ialacqua garantisce che, sistemata la questione rifiuti, questo sarà un altro campo di intervento per il suo assessorato. Intanto però sono trascorsi otto mesi dall’arrivo dell’amministrazione Accorinti a Palazzo Zanca e appare strano che una tematica così delicata non sia ancora stata attenzionata a dovere.
La passeggiata sulla battigia della zona sud prosegue fino a Contesse e lo scenario appare ancora lo stesso: l’affaccio a mare non esiste, l’accesso alla spiaggia è ancora un sottopasso angusto e sporco, un muro di capannoni divide il mare dalla strada, non ci sono cumuli di inerti o montagne di detriti, ma l’atmosfera è desolante. Nonostante un grande cartello indichi il divieto di balneazione, in estate tanta gente va a al mare in questa zona. Anche in questo caso si arriva in spiaggia attraverso un sottopasso sporco, pieno di immondizia, abbandonato al suo destino.
Anche per questa zona valgono i discorsi fatti innumerevoli volte per Maregrosso. Gli interventi fatti in queste settimane dall’assessorato diretto da Filippo Cucinotta e dalla Capitaneria di Porto sono importanti e rappresentano un buon primo passo verso la bonifica del litorale. Se però ci si ferma qui questi sforzi verranno vanificati presto, come è accaduto a Maregrosso, oggi tornata ad essere terra di nessuno. Solo un progetto mirato, non con interventi a macchia di leopardo, potrebbe davvero lasciare il segno. Il waterfront, del resto, è lì che attende solo di essere riscoperto.
Francesca Stornante
Una vera occasione sprecata per alimentare il turismo ed avere posti di lavoro per la gente di Messina. Un’occasione per tanti ragazzi e ragazze di lavorare onestamente senza “pizzi” da pagare. Ma è davvero possibile che a nessuno dei nostri governanti risulti evidente il significato della grande partecipazione della gente, ogni qualvolta a Messina si fa qualcosa di nuovo ? Per esempio : Notte della cultura, Proiezioni per una Messina migliore …. Ovvero, in questa città ci sono ancora luoghi ed eoccasioni “lasciate ad aspettare (Fabrizio De Andrè)”. L’ennesima dimostrazione che nemmeno la “rampante” e giovane classe politica messinese (a prescindere dell’orientamento di segreteria) è capace di risolvere la questione. Nell’articolo si illustra “Da Gazzi a Contesse …” è un’affermazione incompleta : sarebbe meglio dire “e proseguendo fino a Scaletta ed oltre”. Possibile ? Purtroppo, la dimostrazione è sui nostri computer. Chiunque di voi, si trovi ad utilizzare GOOGLE EARTH, non potrà non osservare , se si pone nell’area di Messina, a ca 150 metri di altezza, che, continuando oltre Contesse, verso Taormina, potenzialmente ci sarebbe da sfruttare e godere un litorale sconfinato, a volte ben valorizzato, a volte no. Pensate ad esempio se si facesse un’altra pista ciclabile in direzione sud. Pensate al respiro che avrebbero i locali pubblici che in atto ci sono, se la spiaggia fosse meglio attrezzata e vissuta. Potrebbero esserci piu’ Bed & Breakfast, ad esempio ; la Metromare allora, sarebbe il mezzo di trasporto, usato dai turisti per visitare la zona sud dello Stretto ; piu’ ancora : possibilità di frequentare la spiaggia da parte delle persone disabili. Di questo potrebbero beneficiare anche i borghi collinari di questo settore. Purtroppo adesso, quanto ho scritto è teoria, solo teoria e nient’altro.