Non possiamo continuare a subire in silenzio l’inerzia e l’inazione di chi dovrebbe guidare il nostro paese fuori dalle secche "
REGGIO – Un ulteriore grido d’allarme lancia, il presidente di Confesercenti di Reggio Calabria, Claudio Aloisio, in merito alla forte crisi economica che sta vivendo il comparto degli esercenti, tra “auto-lockdown” e caro bollette. E lo fa dal dal suo profilo Facebook. “La pandemia economica dilaga – scrive Aloisio – le imprese di tutti i settori stanno soffrendo cali di fatturato devastanti facendo fronte, al contempo, a maggiori spese dovute agli aumenti esorbitanti dell’energia che, a cascata, si riverberano sui costi delle materie prime anch’essi alle stelle. È chiaro a tutti, fuorché al Governo a quanto sembra, che così non è possibile andare avanti. Gli imprenditori sono disperati, confusi, si sentono lasciati soli a sobbarcarsi i costi di una crisi che non riescono più a sostenere. Come a un naufrago in mezzo al mare al quale, invece del salvagente a cui aggrapparsi gli viene lanciato un masso che gli rende impossibile restare a galla, così alle aziende invece di aiuti e agevolazioni arrivano cartelle esattoriali, bollette abnormi e la richiesta di pagare tasse e contributi come se nulla fosse successo. Come se non fossero stati letteralmente bruciati oltre 200 miliardi di consumi in due anni. Come se fosse finita l’emergenza sanitaria che, invece, è al suo culmine”.
“Non possiamo continuare – prosegue – a subire in silenzio l’inerzia e l’inazione di chi dovrebbe guidare il nostro paese fuori dalle secche di questa crisi senza precedenti e, invece, sta dimostrando una cieca incapacità nel riuscire a comprendere, al di là di sbandierate crescite che esistono solo sulla carta, la situazione reale che stanno attraversando le imprese, a maggior ragione nei territori più disagiati come il nostro. Un dato su tutti: il 60% delle cartelle in scadenza al 31 dicembre 2021 non è stato pagato. Le aziende, semplicemente, non ce l’hanno fatta. Siamo stanchi di abbaiare alla luna senza essere ascoltati. È ora di fare qualcosa per far sentire la nostra voce. Per far ascoltare il grido di dolore di chi non vede più una via d’uscita. È ora di fare qualcosa e a breve qualcosa faremo. Potrà anche non servire: la voce del territorio più povero d’Italia quasi sicuramente non avrà alcuna influenza sulle scelte future dell’esecutivo – conclude sempre Aloisio – ma, almeno, saremo coscienti di aver fatto il possibile per tutelare il tessuto commerciale, economico e produttivo della nostra comunità e poi, se “abbaiamo” con maggiore forza, veemenza e convinzione… hai visto mai che la luna inizi ad ascoltarci?”