Reggio. Anno giudiziario col Guardasigilli: è la prima volta

Reggio. Anno giudiziario col Guardasigilli: è la prima volta

Mario Meliado

Reggio. Anno giudiziario col Guardasigilli: è la prima volta

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sabato 22 Gennaio 2022 - 14:00

Gerardis lamenta le scoperture d'organico, la Cartabia: in arrivo 208 giovani dell'Ufficio del Processo, presto altri rinforzi. Poi ricorda Nino Scopelliti

REGGIO CALABRIA – Inaugurazione d’anno giudiziario specialissima, a Reggio Calabria questa mattina; alla Scuola allievi Carabinieri per godere di spazi ampi a fronte delle poche presenze “necessitate” dal contrasto al Covid.

Stamane, per la prima volta in assoluto, ha presenziato alla cerimonia inaugurale del Distretto giudiziario reggino il ministro della Giustizia in carica; nel caso di specie, la costituzionalista e presidente emerito della Corte costituzionale Marta Cartabia, peraltro tra i nomi più “gettonati” rispetto all’imminente corsa per il Quirinale (la prima votazione per il nuovo Presidente della Repubblica è prevista già dopodomani, lunedì 24 gennaio).

Come da protocollo antiCovid, davvero pochissimi – e per un tempo assai ristretto – gli interventi, davanti a un centinaio di presenti, fermo restando che alla cerimonia è stato possibile assistere pure “da remoto” in streaming sul sito web del Ministero di via Arenula e sul relativo canale YouTube.

Gerardo Dominijanni

Spazio dunque per la relazione del presidente della Corte d’appello Luciano Gerardis, poi interventi del rappresentante del Consiglio superiore della magistratura Sebastiano Ardita (peraltro procuratore aggiunto di Catania, già in forza a Messina nel medesimo ruolo), del procuratore generale Gerardo Dominijanni e del presidente del Consiglio dell’Ordine forense Rosario Infantino.

Sebastiano Ardita

Chiusura per il Guardasigilli, che – fors’anche per la delicatezza della fase politica che stiamo attraversando – a fine cerimonia, dopo aver firmato il protocollo per il nuovo Palazzo di Giustizia di cui diremo a parte, ha preferito non fermarsi coi giornalisti neppure per qualche breve scambio di battute.

Gerardis: qui manca metà Corte d’Appello…

Luciano Gerardis

Se il presidente Gerardis ha evidenziato come su 32 posti da consigliere di Corte d’appello ce ne siano 15 vacanti, praticamente la metà (un frangente che «rischia di produrre, sin dai prossimi mesi, conseguenze pesantissime», ha scandito il presidente della Corte d’appello), la Cartabia ha replicato sottolineando che a partire dal 21 febbraio in tutt’Italia prenderanno servizio i circa 8mila giovani dell’ “Ufficio del Processo”, e 208 saranno di stanza proprio in riva allo Stretto.

Ma il Guardasigilli ci ha tenuto molto a puntualizzare che «l’attenzione verso l’intera Calabria è enorme da parte del Governo centrale e del suo dicastero nello specifico: è vero che questa è la prima volta in assoluto che il ministro presenzia all’inaugurazione dell’Anno giudiziario a Reggio, ma l’anno scorso era a Catanzaro e questo vuol dire che per due anni di fila è stata scelta la Calabria. Una terra bellissima – ha messo in rilievo la giurista –, ma che è attanagliata da un giogo che la grava, che è la ‘ndrangheta. E però, pure artefice di un percorso virtuoso di riscatto».

Il ministro Marta Cartabia legge la relazione durante l'intervento del presidente Luciano Gerardis
Cartabia e la relazione di Gerardis

Fermo restando che la guerra contro le ‘ndrine «non è conclusa», in questo senso ha spiegato il ministro Cartabia d’aver cenato giusto ieri sera, appunto a Reggio Calabria, coi giovani di una cooperativa che creando da sé occupazione, pure mediante il recupero di un bene confiscato per la loro attività, stanno cercando anche di sfuggire ai tentacoli delle organizzazioni criminali.

Questo è il modo peculiare e «ben più affascinante» rispetto alle lusinghe dei clan che tanti giovani calabresi hanno trovato – ha scandito il Guardasigilli – d’autoaffermarsi e di ricacciare le ‘ndrine lontanissimo dalla propria vita.

«Scopelliti, magistrato campione d’umanità»

Il ministro Marta Cartabia

Da qui è stato davvero breve il passo per ricordare il sacrificio di toghe “eccellenti” nella lotta alle mafie. Nella rincorsa a «una nuova stagione di fiducia nelle Istituzioni», dopo i recenti fatti negativi (leggi “caso Palamara”) che hanno squassato il mondo della magistratura, naturale il riferimento a Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, nell’anno del trentennale dagli eccidi di Capaci e via D’Amelio.

Ma nella “sua” Reggio Calabria non poteva mancare un riferimento al primo “omicidio eccellente” mafioso ai danni di magistrati, quello che il 9 agosto del 1991 ebbe per vittima l’allora sostituto procuratore generale presso la Corte di Cassazione Antonino Scopelliti.
Un magistrato «fiero, compunto, di grande intelligenza, altrettanta equità e ancor più senso d’umanità» al quale, ha posto in rilievo Marta Cartabia, potrebbe essere dedicato giustappunto il nuovo Tribunale, una volta finalmente completato.

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