Rifondazione: non vogliamo neanche pensare che quanto successo sia frutto di una subcultura fascistoide avallata anche da qualche Istituzione
Proseguono gli attestati di solidarietà e di sdegno per quanto accaduto ieri alla “panchina parlante” con su scritta una celebre frase di Antonio Gramsci su Resistenza, partigiani e antifascismo a poche ore dall’installazione, risalente giusto al giorno precedente, la Festa della Liberazione.
Rifondazione
Secco il segretario regionale del Prc, Pino Scarpelli, sul punto: «Il vergognoso gesto compiuto a Reggio Calabria, l’aver imbrattato la panchina posta a commemorare la Giornata della Liberazione dal nazifascismo con riportata una frase di Gramsci, non meriterebbe alcun commento se non il classico “la madre dei cretini è sempre incinta”. Ci auguriamo che solo di questo si tratta, di un banale quanto volgare e comunque inaccettabile atto di stupidità. Non vogliamo neppure pensare che, oltre all’evidente idiozia ed ignoranza, quanto successo sia invece frutto di una subcultura fascistoide, rigurgito di un trascorso tragico che ogni tanto cerca di riemergere».
Peraltro, i tempi in cui viviamo – riflette il segretario calabrese di Rifondazione comunista – potrebbero persino «favorire proprio qualche tentativo di riportare in auge un passato che ha dimostrato tutta la sua disumanità. Qualcuno, persino a livello istituzionale, da tempo cerca di fare sponda a questi tentativi, strizzando gli occhi alla propaganda di odio razziale ed a pratiche violente e reazionarie. Deprechiamo con forza il vile gesto dell’altra sera, che offende non solo la Memoria della Liberazione ed il sacrificio dei Partigiani ma anche l’intera popolazione democratica ed antifascista di Reggio, cui va – così Scarpelli – tutta la nostra solidarietà».
Anpi “Condò”
«Neanche 24 ore è durata la panchina con l’iscrizione della frase di Antonio Gramsci Credo che vivere voglia dire essere partigiani. Chi vive veramente non può non essere cittadino e partigiano installata nei pressi del Castello aragonese per celebrare la Festa della Liberazione. Neanche 24 ore – così la Costituenda sezione “Ruggero Condò” dell’Associazione nazionale partigiani Reggio Calabria – e ignoti si sono presi la briga di vandalizzare la seduta dedicata al grande intellettuale scrivendo con lo spray una vergognosa scritta “WC” subito rimossa dal Comune. Non abbiamo la certezza che i vili autori di questo deplorevole gesto siano politicizzati, non sappiamo se siano organici a qualche formazione che si ispiri a quel buio periodo della storia italiana e mondiale o siano semplici teppistelli annoiati col solo scopo di danneggiare la collettività. Ma, anche davanti alla seconda ipotesi, siamo consapevoli come le destre più o meno estreme abbiano responsabilità nell’offuscare la vera essenza della Liberazione dal Nazifascismo, distorcendola e rendendola dunque vulnerabile.
Ormai appare chiaro come il 25 aprile sia divisivo, ma non – precisano dalla sezione “Condò” dell’Anpi reggina – nel senso che lascia strumentalmente intendere la vulgata fascio-populista. È divisivo perché, da un lato, ci sono i valori affermati prima dalla Resistenza e poi dalla Repubblica e dalla Costituzione, cioè libertà, giustizia e democrazia, e, dall’altro, i disvalori opposti, emblematicamente testimoniati da gesti come questi. Chi è contro il 25 aprile, è contro questi valori»