A Ciccarello hi-fi, pneumatici, televisori in due megadepositi. Scene da film all'ex "208", che già accoglie l'ospedale "Morelli": qui sorgerà il nuovo Gom
REGGIO CALABRIA – Di nuovo in azione i mezzi speciali Teknoservice: “bonificato” questa stamattina – per l’ennesima volta… – un quartiere “difficile” come rione Marconi, nella zona Sud di Reggio Calabria.
Rione Marconi, bonificata la microdiscarica (…si fa per dire)
Inutile dire che agli occhi di residenti e passanti si presentava una scena micidiale con le consuete tonnellate d’immondizia a terra e rifiuti assolutamente d’ogni tipo, ben oltre le centinaia di sacchetti di spazzatura pur decisamente fuori posto, lasciate in ogni angolo della via.
Davvero complicato parlare di microdiscarica, quando le proporzioni degli indebiti depositi di scarti “a cielo aperto” sono queste.
…ma ci sono anche chili d’amianto. Per ora, restano lì
Stavolta però c’erano anche svariati chilogrammi d’amianto, potenzialmente micidiali e che in quanto rifiuti più che “speciali” andranno trattati e smantellati a parte, da aziende differenti rispetto alla ditta che ha in gestione la raccolta dei rifiuti in città. Inevitabilmente, gli stessi operatori mettono in guardia con garbo dall’avvicinarsi o sostare troppo a lungo nei pressi di quelle lamiere potenzialmente “killer” per via dell’asbestosi e altre patologie potenzialmente correlate all’inalazione delle fibre d’amianto.
Gli addetti alla pulizia della città, peraltro, sanno benissimo che una volta smantellata la discarica di rione Marconi si riformerà nel giro di poche ore. Il punto, insomma, non è l’intervento straordinario – che comunque prima o poi in casi così eclatanti si deve pur fare, per provare a ripristinare standard di vivibilità quantomeno accettabili –, ma la quotidiana inciviltà.
Faccia tosta, impunità, massiccia evasione della Tari
Di molti residenti, certo; ma anche di molte persone d’altre zone della città che, giura chi vive in zona, arriverebbero addirittura con i camion per scaricare.
Tre cose di sicuro accomunano tutte queste figure: la faccia tosta, la sostanziale impunità – con buona pace delle telecamere di videosorveglianza pur così spesso evocate dagli amministratori pubblici – e l’evasione della Tari, l’odiata imposta sui rifiuti che secondo alcune stime sarebbe pagata solamente da metà della platea dei contribuenti, con ovvie e inique ripercussione sull’altra metà. Cioè su chi paga, alias i fessi, come talvolta vengono dipinti i contribuenti che fanno il proprio dovere.
All’ex “208”, a piedi e in auto con le buste da sversare
Andiamo all’ex “208”: in via Cantaffio e dintorni non solo si vedono, ma anche si sentono – per via del forte rumore – i mezzi speciali Teknoservice che stanno drenando l’infinito quantitativo di rifiuti indistinti ammonticchiati a breve distanza. Eppure, in pieno giorno e davanti a tante altre persone, persone a piedi e in automobile transitano di continuo per rendere ancor più affollato il caos urbano determinato da mille e mille sacchetti.
Qualche signora transita camminando con enormi buste piene, facendo l’indifferente.
Chi è al volante, invece, i rifiuti li tiene all’interno dell’abitacolo: al momento giusto – quando riterrà di non esser visto da nessuno – s’eserciterà nella poco nobile arte del “lancio dal finestrino”.
Davvero: scene da film. Se non fosse che ogni cittadino di Reggio Calabria sa bene che non è un film, anzi: conosce queste scene “a memoria”.
Nota di servizio: ma come si fa a non considerare che questa dovrebbe essere la zona più pulita dell’intera città? Non solo accoglie già l’ospedale “Eugenio Morelli”, ma qui c’è il cantiere che presto vedrà sorgere il “nuovo” Grande ospedale metropolitano.
Se questo è l’approccio dei reggini alla Sanità del futuro, stiamo freschi.
“Poveri” cassonetti. Come potevano essere la soluzione?
In questo senso, va pur detto, è servito davvero a poco il presidio di alcuni poveri cassonetti cui l’Amministrazione comunale ha fatto ricorso nei mesi passati, a incarnare in alcuni quartieri “complicati” un mezzo passo indietro rispetto alla filosofia della differenziata “sempre e ovunque”.
Cassonetti immediatamente strapieni, d’accordo, ma più che altro visibilmente “goccia nel mare” dal punto di vista quantitativo rispetto all’oceano di passeggini e indifferenziata e cartoni e pezzi di mobili e cianfrusaglie d’ogni tipo fiondati tutti insieme per terra, davanti ai cassonetti, a comporre una sorta di fronte spazzaturoso indistinto.
Due megadepositi a Ciccarello. Ci sono pure hi-fi, pneumatici, tv
Restiamo nella zona Sud e ci spostiamo però a Ciccarello, altra area off limits per chi vorrebbe un minimo di vivibilità, non dover camminare tra i rifiuti, respirare aria sana…
Ad angolo di un rinomato caseificio e davanti a un supermercato ci sono due sterminati depositi di qualsiasi cosa: in mezzo ai mezzi di trasporto per bambini e ai pezzi di mobilio, che “vanno forte” sempre in discariche en plein air di questo tipo, “si distiguono” televisori, pneumatici, pezzi di carrozzeria, perfino un impianto hi-fi. E poi ancora lavatrici, cassette della frutta, altri elettrodomestici…
Presto, saranno bonificate anche questo “micro” (?) discariche. Nella visione dell’incivile di turno, un modo come un altro per “fare spazio”, legalitario e senz’altro meno rischioso dell’appiccare i soliti incendi. La tristezza, però, regna comunque sovrana.