"Oggi, oltre al danno, con decenni di malasanità e di interessi plurimiliardari, si arriva alla beffa della zona rossa"
“Oltre il danno la beffa! Si annuncia che la Calabria, nonostante sia la Regione più virtuosa non solo dal punto di vista epidemiologico ma anche sotto il profilo ospedaliero con appena una decina di posti occupati in terapia intensiva, viene inquadrata e chiusa in zona rossa.
Dunque la Regione con il più basso numero di casi positivi in rapporto alla popolazione (3.639 attualmente positivi su 2 milioni di abitanti, di cui oltre il 95% asintomatici o paucisintomatici che non necessitano di ricovero in ospedale), e con la più bassa percentuale di tamponi positivi sui tamponi effettuati (meno del 9%, la media nazionale è del 16%), viene considerata
e trattata come zona ad alto rischio.
La Calabria è in assoluto la Regione meno colpita dalla pandemia, non solo in Italia ma in tutto il continente europeo. Chi sostiene la “zona rossa” per alto numero di contagi, alto numero di ricoveri o mancanza di posti letto esagera a danno dei cittadini calabresi che già vivono condizioni socio-economiche di forte disagio.
Perché invece di disporre misure esagerate a carico dei calabresi non si interviene per bloccare gli sbarchi sulle coste di migliaia di migranti con alta percentuale di positività al Covid? Perché in sei mesi di relativa “tranquillità” il Governo, che si appresta a rinnovare il commissariamento della sanità calabrese, non ha predisposto un piano anticipando la prevista
emergenza autunnale?
Perché ci sono milioni di Euro nella sanità non utilizzati e fermi forse nei meandri della burocrazia? Perché nessuno difende sul serio le categorie produttive, i commercianti, il terziario, gli artigiani, il mondo delle piccole imprese che rischia di essere affogato dall’imminente lockdown? Perché si è giocato con proclami e raduni di piazza inutili e che servono per kermesse di chi disgoverna il territorio?
Perché chi ci amministra non sale a Roma a sbattere i pugni sui tavoli del proprio partito (quel PD che è al Governo) per far valere i diritti dei reggini che dovrebbe rappresentare? Perché il problema del possibile (ma lontano) collasso della sanità territoriale, oggi acclarato dopo anni di commissariamenti fallimentari, non viene affrontato con un piano straordinario di ristrutturazione dell’intero sistema Calabria usando proprio il Covid come estrema giustificazione?
Dov’è la politica calabrese e reggina? Un fatto è certo: se responsabilità vi sono, non possono però essere i calabresi a pagarne un prezzo così alto, moralmente ed economicamente mortale. Non è possibile continuare ad usare i calabresi come l’esercito di riserva del Capitale settentrionale, come risorse utili solo per riempire treni in uscita e diretti al Nord.
E oggi, oltre al danno, con decenni di malasanità e di interessi plurimiliardari, si arriva alla beffa della zona rossa. Peccato che non sarà uno scherzo ma una dura realtà da affrontare chiusi, senza libertà. No alla zona rossa, ci vogliono provvedimenti strutturati nella sanità e non limitazioni estreme ai cittadini, manifestiamo il dissenso!”.