Reggio Calabria, sequestrati prodotti a base di "marijuana legale", in un operazione interforze.
Reggio Calabria , 1 giu. – Dal momento in cui la L. 242/2016 aveva ammesso in Italia la coltivazione della canapa, limitatamente alle varietà ed alle finalità indicate dalla stessa norma, si è assistito ad una crescita esponenziale del mercato connesso alla vendita di derivati ed infiorescenze di Cannabis light, sia in esercizi commerciali dedicati o misti, che on line.
Su input del Ministro dell’Interno, già in corso di Comitato Provinciale per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica del 22 maggio u.s., diretto dal Prefetto di Reggio Calabria Massimo Mariani, era stata avviata in questa provincia un’attività di ricognizione di tali esercizi commerciali, onde monitorare il fenomeno della libera vendita dei prodotti.
Facendo seguito alla decisione delle Sezioni Unite Penali della Corte di Cassazione, pubblicata con informazione provvisoria n.15 del 30 maggio, ove è stabilito che commercializzare i prodotti derivati dalla Cannabis light è reato, nella giornata di ieri è stata condotta un’operazione interforze, che ha visto il coinvolgimento di Polizia di Stato, Arma dei Carabinieri e Guardia di Finanza, per effettuare controlli amministrativi presso gli esercizi commerciali interessati al fine di acquisire campioni della merce in vendita da sottoporre alle analisi chimiche per la verifica della quantità di principio attivo presente.
Sono stati controllati complessivamente n. 51 esercizi commerciali sull’intero territorio provinciale e repertati 59 campioni delle sostanze commercializzate, inviati al Gabinetto Regionale di Polizia Scientifica della Calabria ed al Reparto Investigazioni Scientifiche di Messina, perché vengano effettuati gli esami volti a stabilirne l’efficacia drogante.
I risultati delle analisi saranno trasmessi alle Procure della Repubblica competenti per territorio per le valutazioni circa la sussistenza di elementi di reato.
Reggio Calabria, 1 giugno 2019
Com. Polizia
posso comprendere la valenza delle leggi e delle sentenza della Corte costituzionale, ma ci vorrebbe una sorta di cuscinetto temporale per Demonizzare questi negozi, in fin dei conti sono nati in seguito appunto ad una legge L. 242/2016, e non è che il giorno dopo già c’erano i negozi belli e pronti, non dico di non proibire ma di lasciare un lasso di tempo appunto per smaltire o comunque dar modo di togliere e/o chiudere se proprio non conveniente il negozio, se quello che era valido ieri, oggi è demonizzato, non siamo in un paese normale, abbiamo bisogno dei nostri tempi, certo non lunghi, magari 1 settimana 15 giorni, 1 mese, e dopo si che sono daccordo con la repressione, c’è stato un lasso di tempo in cui è stata emanata la legge e tutti sono stati informati quindi regolarsi di conseguenza, cosi’ è solo repressione dittatoriale e basta sulla pelle di normali esercenti, mentre qualli abusivi che di certo il principio attivo è molto piu’ alto e pericoloso, quelli è difficoltoso prenderli, mica hanno l’indirizzo!!!!!!