Reggio Calabria. Daniele Castrizio: "è ora che i Bronzi guardino lo Stretto di Messina e la Sicilia"

Reggio Calabria. Daniele Castrizio: “è ora che i Bronzi guardino lo Stretto di Messina e la Sicilia”

Elisabetta Marcianò

Reggio Calabria. Daniele Castrizio: “è ora che i Bronzi guardino lo Stretto di Messina e la Sicilia”

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mercoledì 05 Maggio 2021 - 17:16

E' lì, in Sicilia, la nostra forza turistica. E' ora di costruire un dialogo forte e significativo tra le città dello Stretto e i Bronzi"

I guerrieri di Bronzo più famosi della storia icone dello Stretto di Messina? Sentinelle del mare di Morgana? “Personaggi” trainanti per il turismo reggino e siciliano? Secondo lo studioso, numismatico, archeologo prof. Daniele Castrizio si può fare, anzi si deve fare. Il destino delle due statue venute dal mare quindi, secondo uno dei massimi esperti dei bronzi, è tornare al Mare e diventarne simbolo.

Cenni storici

Il 16 agosto 1972 Stefano Mariottini si immerge nel mar Ionio a 230 metri dalle coste di Riace Marina e a 8 metri di profondità trova le statue dei due guerrieri che sarebbero diventati poi famosi in tutto il mondo come i Bronzi di Riace. Da allora i due “uomini” sono stati al centro di mille storie, teorie, scandali ricordiamo ad esempio quando il noto fotografo francese Gerard Bruneau gli fece indossare piume di struzzo fucsia e tanga leopardati suscitando reazioni così forti tra i reggini che per mesi non si parlò di altro e fu necessario un intervento dello stesso fotografo per “calmare” gli animi agitati dalla “profanazione”. Si, perché per i reggini i Bronzi non si toccano, non si spostano, non si cedono a nessun Museo per esposizioni temporanee. Vi ricordate la polemica su una loro possibile esposizione durante Expo 2014? Bocciata dagli esperti, ma soprattutto dai cittadini.

Icone dello Stretto

2500 anni di vita, 2000 dei quali trascorsi sotto l’acqua e quasi 50 di nuovo sulla terra “divorati” dagli occhi di milioni di visitatori. E’ indubbio, da soli, sono capaci di muovere il turismo mondiale, il potere attrattivo è indiscusso, ma forse e qui interviene il professore Castrizio che, raggiunto al telefono, ha dichiarato: quasi per nulla sfruttato dalla Calabria. La nostra regione concentra le proprie forze su altri attrattori turistici, ma non sul patrimonio inestimabile che costituiscono i bronzi e allora dovremmo guardare di fronte a noi. Al mare dello Stretto “dividendo” con i messinesi le statue. E’ lì, in Sicilia, la nostra forza turistica. E’ ora di costruire un dialogo forte e significativo tra le città dello Stretto e i Bronzi possono esserne il collante giusto.”

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2 commenti

  1. Non sono d’accordo, invece di fare quella porcheria, perché non vi mettete in testa di rifare nuovo l’aeroporto?? I turisti stranieri non italiani solo in foto li vedono, è una VERGOGNA appoggiate sempre Lamezia vero?? Amministrazione 0 . Ha fatto bene il consigliere Massimo Ripepi, i soldi non solo non sapete come fare una città, strade, illuminazione, fiori fontane con vasche e pesci al seguito, quelli che rimangono che fate??? Siete molto furbi. Spero a DIO un giorno che la verità viene a galla. Il Ciuf Ciuf il trenino i turisti non vengono ok abbiamo un aeroporto non abbiamo bisogno di andare a Lamezia ok buona sfortuna.

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  2. Da premettere che odio i campanilismi ma mi sembra un’idea molto stupida. Puntualmente si tira in ballo questa idea che i Bronzi siano un oggetto da spostare , condividere ecc, quasi ne fossimo indegni. Ma cosa rappresenta spostarli/ condividerli in Sicilia?Quello che abbiamo di attrattivo lo prestiamo a chi vuoi o non vuoi ha un turismo già sicuramente meglio avviato? A noi a Reggio cosa resterebbe per attrarre i turisti? Perché piuttosto non si cerca di creare circuiti turistici efficienti per i visitatori e garantire una città più decorosa e pulita e veramente a mo di turismo. Prof. Castrizio mi stupisco di lei per questa idea…mi sa molto di disfattista. Solleciti piuttosto gli oragni competenti a fare di più per far migliorare l’offerta turistica in citta che al 90% gravita attorno al museo.

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