Reggio Calabria. Finisce in tribunale la querelle tra il sindaco e la Pro Vita & Famiglia

Reggio Calabria. Finisce in tribunale la querelle tra il sindaco e la Pro Vita & Famiglia

Elisabetta Marcianò

Reggio Calabria. Finisce in tribunale la querelle tra il sindaco e la Pro Vita & Famiglia

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domenica 14 Febbraio 2021 - 15:03

"L'Italia è una Repubblica democratica che nella sua Costituzione sancisce la libertà di espressione e tutela il pluralismo delle idee."

Non si placa anzi prende una piega molto seria la querelle scoppiata ieri tra il sindaco di Reggio Calabria e la onlus Pro Vita & Famiglia. Pietra dello scandalo l’affissione di alcuni manifesti regolarmente autorizzati da comune prontamente coperti dal sindaco Giuseppe Falcomatà

Una decisione sulla quale ha preso posizione precisa anche l’arcidiocesi di Reggio e Bova che ieri in una nota stampa ha preso le distanze dal primo cittadino. E non si è fatta aspettare molto nemmeno la reazione della Onlus Pro Vita & Famiglia che stamattina, tramite un post sulla pagina ufficiale facebook ha annunciato la volontà di portare la questione in tribunale.

Il post

Caro sindaco Giuseppe Falcomatà, noi possiamo immaginare che i suoi modelli di riferimento siano la Corea comunista, la Cina e magari la ex Unione Sovietica ma l’Italia non è uno Stato totalitario! Anche se a lei la cosa pare non piaccia perché probabilmente preferirebbe la “dittatura del proletariato”, l’Italia è una Repubblica democratica che nella sua Costituzione sancisce la libertà di espressione e tutela il pluralismo delle idee. Lei arbitrariamente ha fatto coprire i nostri manifesti come nei migliori regimi totalitari, non curante che gli stessi manifesti siano stati regolarmente affissi con tanto di bollo comunale e che, per sua ammissione, la censura non era praticabile.

Gli interrogativi

Lei arbitrariamente ha fatto coprire i nostri manifesti come nei migliori regimi totalitari, non curante che gli stessi manifesti siano stati regolarmente affissi con tanto di bollo comunale e che, per sua ammissione, la censura non era praticabile. Ebbene lo ha fatto ugualmente ergendosi sopra le regole democratiche, ma caro sindaco di cosa ha paura??? Che le donne sia informate su cosa sia l’aborto??? In ogni caso certamente non potrà fermare il nostro impegno a favore della vita come non potrà fermare le ormai migliaia di condivisioni sui vari social tanto che ormai il nostro manifesto e il suo messaggio Provita sono sulla bocca e sui cellulari di tutti! Il suo è grave atto e noi saremo sempre dalla parte delle donne e a difesa della vita!

La decisione

Ci vedremo presto in Tribunale, quando dovrà spiegare le ragioni della sua intolleranza ideologica! Magari, caro sindaco, a sua difesa chiederà al magistrato di mandare tutti i prolife e coloro che la pensano diversamente da lei al confino o in un gulag? – concludono.

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