L'augurio è quello di poter tornare alla nostra vita di sempre
“Carissimi,
giunga a voi tutti il mio augurio pasquale, carico di affetto e di speranza.
Vi immagino – come noi tutti – negli spazi ristretti e forse angusti delle
vostre case e, per questo, desidero che questo mio augurio, quest’anno, vi
infonda tanto coraggio e fiducia: Pasqua è annunzio della vita che non muore,
dalla speranza che riaffiora, della luce che squarcia le tenebre.
Perché cercate tra i morti colui che è vivo? Questo fu l’annuncio dirompente
dell’Angelo, alle donne, all’alba del giorno della resurrezione!
Mai come in questo momento, l’augurio e l’auspicio che condividiamo è quello
che, presto, si possa tornare ai ritmi di una vita normale, anche se sappiamo,
senza dubbio, che non sarà immediatamente così. No: dobbiamo avere il coraggio
di dirci che tutto sarà diverso.
Gesù è tornato a vivere, ma la sua vita, da Risorto, è stata diversa: una vita
che ha ormai definitivamente sconfitto la morte e che è diventata, per noi,
promessa di quella vita eterna che ci sarà donata alla fine dei tempi, quando
ci saranno cieli nuovi e terra nuova, sarà sconfitto per sempre il dolore, e
sarà asciugata ogni lacrima. E’ questo, per noi tutti, il grande dono che
promana dalla resurrezione di Gesù, Colui che fa nuove tutte le cose.
Allora il mio augurio pasquale è che possiamo riprendere tutti la nostra vita,
proprio nel segno del Risorto, purificati da tutto il male che il coronavirus
ci ha fatto scoprire, sia nella nostra vita individuale che nei rapporti
interpersonali e nelle relazioni sociali.
Un ritorno purificato ma felice, che ci restituisca a tutto ciò che costituiva
il quadro della nostra esistenza, con tutti i tasselli che la componevano; un
ritorno rinnovato dalla consapevolezza di aver scoperto quanto fossero inutili
ed effimere tante nostre esigenze e, invece, quali fossero i veri valori, da
ricuperare, custodire e trasmettere ai nostri figli.
Auguro che tutti possiamo tornare alla nostra vita rinvigoriti dalla grande
lezione che, indirettamente, questa pandemia ci ha impartito.
Impariamo a scegliere ciò che vale veramente, a far crescere la vita, in noi e
attorno a noi, ricomponendo quella scala di valori alla quale forse, prima, non
badavamo più.
La vita è così breve e così esposta al pericolo di perderla, che val la pena
viverla in pienezza, con più amore, con più generosità, con più accoglienza,
attingendo forza da Gesù, che ci ha detto: Io sono venuto a darvi la vita e a
darvela in abbondanza.
Abbracciamo Gesù risorto e rinnoviamo la nostra fede in lui. Quando potremo
ricevere di nuovo l’Eucarestia, accogliamolo nuovamente come Pane di vita che
ci nutre e diventa per noi fermento di immortalità.
Auguri per tutti, soprattutto a chi soffre ancora: agli ammalati, a chi, con
abnegazione esemplare lavora ancora accanto ad essi; a chi ha perso i propri
familiari senza poter dare loro un’ultima carezza; chi vigila sulla nostra
incolumità, a chi è carcerato, chi ha perso fiducia nella vita.
Auguri a tutti i nostri sacerdoti, che mai come in questi giorni, stanno dando
prova di coraggio e di prossimità. Auguri, soprattutto, ai poveri ed agli
anziani, ai quali vorrei dire: siete i figli prediletti di un Dio che si è
fatto ultimo per arricchirci della sua povertà!
Auguri a tutti! Gli spazi ristretti delle nostre case non ci priveranno della
gioia che esplode dalla tomba vuota, e che può restituirci, se lo vogliamo,
rinnovato entusiasmo, salute, pace, serenità, voglia di vivere, nel reciproco
rispetto ed aiuto.
A tutti dico: non ci venga mai meno la speranza cristiana perché Cristo è
risorto, alleluja!
Vi benedico tutti di gran cuore, e vi chiedo una preghiera per me.
Buona Pasqua”.