Reggio Calabria. Hospice: "Lottiamo soli anche contro il covid. Asp assente"

Reggio Calabria. Hospice: “Lottiamo soli anche contro il covid. Asp assente”

Elisabetta Marcianò

Reggio Calabria. Hospice: “Lottiamo soli anche contro il covid. Asp assente”

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lunedì 16 Novembre 2020 - 13:51

Una situazione che non è più possibile sostenere.

La legge n. 38 del 2010 stabilisce che le cure palliative rappresentano un diritto inviolabile di ogni cittadino. Non è la semplice somministrazione di antidolorifici, ma abbraccia e prende in carico il dolore totale del paziente e della sua famiglia. Mediante, anche, supporto psicologico e spirituale. Anche se pazienti in degenza in queste strutture sono ad uno stadio terminale hanno tutto il diritto di essere “curati” fino alla fine. Curati da tutti i punti di vista insieme alle loro famiglie perché l’accettazione del dolore e della perdita è una fase complessa della psiche umana.

La situazione Hospice

Ci siamo chiesti: cosa è successo in questo momento, di grave difficoltà sanitaria all’interno dell’Hospice di Reggio Calabria, l’unica struttura convenzionata presente nel territorio metropolitano? Quale attenzione a questi pazienti? Quali difficoltà e quale impegno economico? Quanti “fondi straordinari” sono stati riconosciuti e quale il rapporto con le ASP? E’ utile ricordare che le Asp in questo momento sono al centro della bufera sanitaria insieme alla commissione straordinaria di oltre 11 anni, ormai ampiamente dimostratasi fallimentare? Abbiamo incontrato il direttore Vincenzo Trapani Lombardo e la dottoressa Ines Barbera.

Impegno importante

Il covid nella nostra struttura ha creato diverse difficolta soprattutto per quanto riguarda l’adeguamento. Abbiamo sostenuto personalmente tutte le spese per adeguarci alle nuove norme di sicurezza. Un impegno economico costante, non banale. Controllo continuo visto che per il tipo di pazienti che noi assistiamo: i parenti, gli accompagnatori, devono avere il tampone, i pazienti che arrivano anche. In questo clima particolare non neghiamo l’assistenza e la vicinanza dei familiari. L’unico finanziamento straordinario, però, che siamo riusciti a percepire è stato quello dei 25mila euro, trasformati in 30mila da restituire in 6 anni.” dichiara il direttore e aggiunge in merito al rapporto ai problemi della sanità in Calabria e con le Asp.

Problema politico

A parte il ruolo di oggi, arrivo da un’esperienza di direzione sanitaria dell’azienda ospedaliera. Il problema, a mio modesto parere, è uno solo non è mai stata fatta una programmazione. Forse non è stata voluta per poter agire in maniera non del tutto legale. I soldi, ci sono sempre stati. Non sono stati spesi bene. Un esempio? I tanti ospedali che si aprono, si chiudono. Il caos generale. E questa è una volontà politica, a mio avviso. Il continuo balletto dei commissari generali o dei direttori non risolverà mai il problema reale che sta a monte. – e aggiunge sulle difficoltà e sul rapporto con le Asp di Reggio.

Rapporto assente

In sintesi, siamo una fondazione partecipata e rispondiamo alle esigenze e alle indicazioni dell’ASP e dalle stesse ci è stato assegnato un budget annuale di 1 milione e 600mila euro che dovrebbe coprire tutte le spese, ma che già alla fine di ottobre si esaurisce perché insufficiente. Questo porta ritardi e disagi importantissimi per tutta la struttura. Il numero dei dipendenti (50) viene stabilito dai criteri assistenziali previsti dalla regione e sono le stesse ASP a indicare il numero di pazienti eleggibili per le cure palliative. Nonostante queste direttive, il rapporto con loro è caotico e assente.

Nessuna risposta

Dall’inizio di gennaio fino ad ora, ad esempio, abbiamo inviato decine di mail all’ASP senza mai ricevere risposta. PEC per comunicare la mancanza di mascherine e di materiale relativo all’emergenza covid. Persino sui tamponi, abbiamo seguito tutte le modalità di richiesta (nei termini previsti dal decreto regionale fatto dalla Santelli), ma nessuno ha mai risposto. Li abbiamo acquistati noi dopo aver fatto inviato tutte le relative PEC di denuncia a cui nessuno ha mai risposto” continua la Barbera

Richieste illegali

Inoltre, mi è stato contestato ufficialmente da un rappresentante dell’ASP, la cura dell’aspetto emotivo, psicologico e spirituale considerato non essenziale e troppo costoso. Un aspetto sul quale si dovrebbe risparmiare, secondo loro. L’intervento dello psicologo non è meno importante rispetto all’infusione del cortisone, questo significa scarnificare la mission delle cure palliative e quindi commettere un atto anti etico e contro la legge.

“Viviamo un paradosso: da una parte dobbiamo rispondere alle direttive dell’Asp dall’altra venire meno, sempre secondo loro, per risparmiare su prestazioni che facciamo ugualmente (perché obbligatorie per legge) e che non sappiamo se ci verranno pagatee aggiunge- siamo l’unica struttura in tutta Italia a non aver un adeguato rapporto tra il numero di posti letto e il budget assegnato perchè non è stato ancora modificato il primo contratto rispetto alle linee successivamente stabilite a livello nazionale. Abbiamo un budget per 10 posti letto in struttura e per trenta a domicilio, ma di fatto ne sosteniamo circa 40. ” prosegue e conclude il direttore.

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