Reggio Calabria. La storia (in)finita del Parco Baden Powell, oggi "discoteca"

Reggio Calabria. La storia (in)finita del Parco Baden Powell, oggi “discoteca”

Elisabetta Marcianò

Reggio Calabria. La storia (in)finita del Parco Baden Powell, oggi “discoteca”

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venerdì 02 Aprile 2021 - 09:50

L'amministrazione aveva fissato la scadenza per il bando al 31 marzo scorso e la consegna dei lavori fissata per la prossima estate

L’anfiteatro

Situato in uno dei luoghi più belli e panoramici della città e con una storia lunga quasi una generazione tra chiusure, aperture, riqualificazioni e abbandoni il Parco Baden Pawell nato per tutti i bambini reggini non trova, ancora, pace.

Il bando mancato

Il villaggio dei bambini, dedicato a Baden Powell fondatore dello scautismo, è ormai da anni simbolo di incuria, degrado e abusivismo. Le ultime novità riguardo il suo completo restyling risalgono a febbraio scorso quando in una nota stampa è la stessa amministrazione ad annunciare la volontà di
riqualificare l’area a 360 gradi attraverso la creazione di un caffè letterario, di un mercatino all’aperto con piccole attività commerciali attive tutto l’anno; di un’area ludica per bambini, di un nuovo punto ristoro, l’apertura di un campetto sportivo polivalente per basket e pallavolo e un percorso fitness e fissa la scadenza per il bando al 31 marzo scorso e la consegna dei lavori al prossimo luglio. Del bando però, oggi 2 aprile, ancora nessuna traccia.

L’incontro

Cancelli aperti

Un recente sopralluogo ci ha permesso di verificare l’effettivo stato di degrado. La struttura è priva di ogni difesa, i cancelli sempre aperti consentono a chiunque di entrare indisturbato e lasciare “tracce” del proprio passaggio. Siamo fortunati e incontriamo un ragazzo F., intento a raccogliere bottiglie di vetro, sui 20anni che ci racconta una storia al limite tra la commozione e la denuncia: “vengo qui a raccogliere spazzatura. Abito a Vinco, ma sono legato al parco perché ci venivo quando avevo 12 anni. Ogni tre giorni torno per dare una pulita”. E aggiunge “vedo spesso ragazzini molto piccoli che il sabato e la domenica si riuniscono per bere birra. Un delirio di adolescenti che spaccano bottiglie, mangiano, fanno danni alla struttura, tranquilli perché sanno che non è custodita.

La “discoteca” Baden Powell

La stanza della “musica”

Ma non è tutto, aggiunge qualcosa di ancora più inquietante: “da qualche tempo, si riunisce qui anche un altro che gruppo che usa una delle stanze come “discoteca”.” E in effetti la stanza che mi mostra è pulita, appoggiata al muro noto pure una scopa. Una vicenda che diventa ancora più agghiacciante in tempo di pandemia.

F. continua a raccontarmi altri dettagli con un tono di voce scoraggiato a metà tra la malinconia per il luogo della sua infanzia e l’indignazione nel vederlo in questo stato. Lasciamo il parco con l’esigenza di avere risposte sul mancato bando e sui lavori di riqualificazione che tardano ancora ad iniziare.

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