Reggio Calabria, l’odissea dei dializzati non è mai finita / 3

Reggio Calabria, l’odissea dei dializzati non è mai finita / 3

Mario Meliado

Reggio Calabria, l’odissea dei dializzati non è mai finita / 3

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mercoledì 05 Maggio 2021 - 20:01

Anche carenze di personale e farmaci introvabili. I nodi saranno affrontati col neocommissario dell'Asp reggina, Scaffidi, da una delegazione di pazienti

(3 – segue)
Come accennato, i problemi – anche piccini, eh – che attengono ai pazienti che sono costretti a sottoporsi a dialisi sono numerosi. Il Comitato pazienti dializzati, rappresentato proprio da Francesco Puntillo, peraltro congiunto di un dializzato, segue tutto con attenzione.

Entro l’inizio della prossima settimana dovrebbe esserci il primo incontro col neocommissario straordinario dell’Azienda sanitaria provinciale di Reggio Calabria, Gianluigi Scaffidi.
Un face-to-face che si preannuncia gravido di richieste.

Obiettivi abbordabili

Chiaramente, esistono richieste più semplici da fronteggiare. E altre che lo sono decisamente meno. «Una cosa abbastanza abbordabile riguarda a nostro avviso il trasporto dei malati verso Scilla o Melito – fa presente Puntillo –. Si potrebbe organizzare un servizio di trasporto. Oppure rendere effettivo il pur risibile rimborso chilometrico, fanno circa 12 euro a viaggio, che spetta al singolo paziente. Se fossero realmente erogati ogni trimestre, contribuirebbero ad alleviarne il disagio almeno economico». E oggi non è così? «In atto – spiega il responsabile cittadino dell’Aned – questi soldi arrivano all’interessato dopo un anno, più spesso dopo un anno e mezzo».

In più, ci troviamo davanti a carenze anche gravi di medicinali fondamentali per le sedute dialitiche. «Spesso accade che manchino persino gli aghi speciali, importanti per rendere meno spiacevole il trattamento».
Su questo tipo di criticità, si può essere almeno fiduciosi.

Questione-personale

Ci sono poi gravi “buchi” negli organici.
«Mancano nefrologi. E non c’è neppure personale infermieristico specializzato per fare la dialisi», commenta il rappresentante del Comitato pazienti dializzati. «E poi, le strutture dell’ospedalità territoriali in cui si recano i dializzati sono fatiscenti. Anche se di recente, quanto a Palmi, ci avevano promesso che i pazienti sarebbero stati spostati in un altro piano, in un reparto nuovo di zecca». Ma non è accaduto.
Decisamente, problematiche di fascia “B”: le richieste ci saranno, ma è velleitario pensare a un’immediata soluzione.

Il cuore del problema

Tuttavia, esiste anche una vexata quaestio, il “cuore” del problema. La realizzazione di un vero e proprio Centro dialisi, che sia ubicato nel centro della città dello Stretto, dedicato ai tanti pazienti reggini in emodialisi.
«C’è un privato convenzionato che ha già vinto due volte davanti al Tar calabrese e una volta davanti al Consiglio di Stato. Potrebbe dunque essere quest’istituto privato a mettere in piedi il centro che chiediamo», ipotizza Francesco Puntillo a nome del Comitato pazienti dializzati.
Resta comunque più che valida l’altra, più antica chance: aprire un Centro dialisi di mano pubblica, nel cuore di Reggio. «Sì – conferma Puntillo –, sarebbe questa la soluzione ottimale. E se n’era già parlato tante volte, nel corso di lunghi anni. Quando commissario governativo per la Sanità calabrese era Massimo Scura, sembravamo a un passo dall’obiettivo». In quel caso, il Centro dialisi avrebbe trovato posto all’ “ex Enpas” di via Placido Geraci, un pezzo di città davvero centralissimo. «Poi però non se ne fece nulla», rammenta Puntillo.
Qui, beh, serve un’armonica azione di tanti attori. Sperare resta lecito. Guardarsi indietro, ricordando le mille contrarietà che hanno allontanato il risultato finale, è necessario.
(3 – fine)

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